Libri/ Daniela Padoan/ Giustizia sociale e ambientale

A cura di Daniela Padoan, Niente di questo mondo ci risulta indifferente. Associazione Laudato si’ un’alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale”, Interno4 Edizioni, 2020, euro 15, ebook 8,99.

Il capitolo che apre il libro, pubblicato a fine maggio, si intitola “Al tempo del contagio”. Da solo già rappresenta un ottimo motivo per leggerlo. È uscito durante la pandemia, un momento in cui è sotto gli occhi di tutti e tutte quanto agenti patogeni siano connessi alla distruzione degli ecosistemi e quanto la morte di tante persone (soprattutto le più fragili) sia connessa a un modello sanitario più preoccupato del profitto che della cura. «Non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato», ha detto, il 27 marzo, Francesco in una piazza San Pietro deserta. È una frase che dà i brividi. Forse dovremmo laicamente ascoltarla.

L’interconnessione tra degrado ambientale, sociale, economico e culturale rende necessario e urgente un radicale cambiamento di politiche e stili di vita che dovrebbe avvenire proprio secondo l’indicazione di Francesco: «Niente di questo mondo ci risulta indifferente», per cogliere l’«intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta».
La crisi sanitaria e sociale potrebbe essere, secondo Mario Agostinelli, «l’inizio di una riconciliazione degli esseri umani con il vivente, del lavoro con l’ambiente, del consumo con la pietà, del desiderio con il senso del limite. Una grande presa di coscienza di uomini e donne, perché non è dalle concentrazioni del potere che possiamo aspettarci una via d’uscita, ma dalla forza con cui organizzazioni, società civile, sindacati e movimenti prenderanno la strada dell’autoeducazione, dell’autoformazione, della responsabilità».

Il libro è un testo collettivo dell’Associazione Laudato si’ che, nel 2015, dopo una sollecitazione di don Virginio Colmegna, con una Lettera-appello, firmata da 25 donne e uomini – intellettuali e attivisti impegnati su temi ecologici – ha intrapreso un percorso sulla giustizia ambientale e sociale. Persone provenienti da culture differenti, molte delle quali atee, iniziarono a confrontarsi riconoscendo la portata rivoluzionaria dell’enciclica Laudato si’ di Francesco per gli evidenti collegamenti con la scienza e, per lo spostamento dello sguardo dall’antropocentrismo sui legami tra cura della terra e possibilità di abitarla, una novità straordinaria nella storia del cattolicesimo. Il nucleo iniziale si è andato via via allargando – grazie a seminari, convegni, lezioni, incontri con studenti, insegnati, altre associazioni, comunità territoriali –, fino a decidere di convocare, a Milano, a gennaio 2019, un Forum per rompere «il silenzio della politica e l’assordante noncuranza con cui le parrocchie e le associazioni ambientaliste hanno accolto lo straordinario messaggio del Papa». Dal Forum, con l’intento di rendere politiche le indicazioni della Laudato si’, ha preso avvio la stesura di un testo condiviso (a esso hanno contribuito più di duecento persone provenienti da vari ambiti di studio, di attivismo e di impegno). Questa enciclopedia scritta a più mani è ora diventata un libro grazie alla cura di Daniela Padoan.

«Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora. Niente di questo mondo ci risulta indifferente». Così scrive papa Francesco nell’incipit dell’enciclica Laudato si’. Da qui il titolo che segna il filo di un percorso di assunzione di responsabilità verso la casa comune, dove ogni persona, pianta, animale, fiume, alba, paesaggio hanno importanza. La terra e i viventi chiedono giustizia. «Giustizia, uguaglianza, libertà, fratellanza, sorellanza, mitezza: parole usurate, “scartate” a cui è necessario restituire una funzione politica, perché non esiste giustizia ambientale senza giustizia sociale, e lo stato del pianeta, corroso da crisi rovinose, è il risultato di scelte politiche, economiche e finanziarie criminali». Il libro non è tanto una denuncia dello stato dell’arte, quanto la presentazione di esperienze e azioni alternative al pensiero unico che domina il nostro quotidiano e che non sembra essere stato scalfito neppure dalle imponenti manifestazioni di Friday for Future.
Prendere consapevolezza dello stato di salute del pianeta è un primo passo per cercare vie per la sopravvivenza della specie umana e per la riconciliazione con l’ambiente e gli altri viventi.
Il primo auspicio è che questa bella esperienza possa dare conoscenza e comprensione del problema climatico e delle politiche ad esso connesse, fornendo dati, documenti e fonti. Il secondo è che il percorso possa continuare e che il libro si arricchisca nel tempo. Anche con le vostre, nostre voci. [Daniela Padoan, ecoinformazioni]

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