Servi

Servi apre In alto mare giovedì 10 dicembre al Gloria

Si apre a Como, allo Spazio Gloria del Circolo Arci Xanadù in via Varesina 72, giovedì 10 dicembre 2009 alle 21 con la presentazione dell’iniziativa e lo spettacolo teatrale Servi di Renato Sarti la tre giorni pacifista organizzata dal Coordinamento comasco per la Pace con il Convegno  In alto mare. I diritti non sono migranti. Problemi sogni paure. Ingresso libero.

Il XII Convegno del Coordinamento comasco per la Pace si apre con Servi, lo spettacolo di Renato Sarti (prodotto dal Teatro della Cooperativa, con il sostegno di Lunatica, da un testo di Marco Rovelli e Renato Sarti, con Marco Rovelli e Mohamed Ba, accompagnati da Lara Vecoli, al violoncello, e da Davide Giromini, alla fisarmonica). Servi è uno spettacolo assai intenso, ma anche per la presenza sul palco, insieme a Marco Rovelli, dell’attore senegalese Mohamed Ba, accoltellato nel 2009 a Milano, in una delle tante aggressioni di marchio razzista che si verificano quotidianamente nel nostro paese. La sua presenza nello spettacolo «oltre a voler essere un tangibile segno di solidarietà, renderà sicuramente più incisivo il messaggio: dare voce a una componente straniera ormai indispensabile per lo sviluppo del nostro paese ma alla quale non vengono ancora riconosciuti diritti fondamentali come il voto e, soprattutto, non viene data la parola», ha detto il regista e noi siamo d’accordo con lui.
Il Convegno continuerà sabato 12 dicembre con la mattinata dedicata alle scuole, nel pomeriggio con tre film sul tema proposti nella rassegna cinematografica Oltre lo sguardo, domenica 13 mattina con il seminario  Nomadi del presente, cittadini del futuro. Il contributo dell’educazione interculturale alla costruzione della cittadinanza planetaria dedicato a chi si occupa di formazione dentro e fuori la scuola per concludersi domenica pomeriggio con altri interventi e alle 18 un buffet etnico.
Tutte le iniziative sono ad ingresso libero. Per i film del sabato pomeriggio viene richiesta la tessera del cineforum Oltre lo sguardo (3 euro l’anno con acceso libero a tutte le proiezioni della rassegna nei diversi comuni della provincia).
Ai partecipanti verrà proposto di acquistare il numero speciale del mensile ecoinformazioni dedicato al tema del Convegno. Il ricavato sarà interamente destinato alla copertura dei costi dell’iniziativa.

Servi
Testo  Marco Rovelli e Renato Sarti
regia Renato Sarti
con  Marco Rovelli, Mohamed Ba
Violoncello Lara Vecoli
Fisarmonica Davide Giromini
Si ringrazia l’assessorato alla cultura di Pontremoli

Narrare le storie di un paese sommerso. Un paese che sta appena sottopelle, che sta nel sangue di questo paese – ma che sta all’ombra, “clandestino”, e non si vede né si sente. Raccontarlo, allora, farne sentire i suoni, i rumori, le vite.  È questo che ho voluto fare, negli ultimi anni: viaggiare in Italia alla ricerca di storie di clandestini al lavoro, quegli uomini che riempiono le pagine di giornale e gli schermi televisivi solo in quanto uomini neri, ombre dai contorni perturbanti e dalle dimensioni spaventevoli, buoni per far da capro espiatorio per chi cerca altri, diversi, su cui canalizzare la propria violenza a buon diritto. Ho incontrato tanti di questi uomini neri, convinto che solo ascoltando le loro storie posso e possiamo capire l’identità del nostro paese, comprendendo la verità di quei corpi che ci servono, ci devono servire, solo messi al lavoro.
Di questo viaggio (avvenuto sulla scorta del mio libro precedente, Lager italiani, in cui raccontavo le vite dei migranti reclusi nei CPT) ho fatto racconto in un libro di prossima uscita per Feltrinelli: storie raccolte dalla voce di chi le ha vissute, e poi trascritte, riscritte. E di questo viaggio ho sentito l’esigenza di farne anche racconto teatrale, mettendomi in scena con il mio corpo e la mia voce, e con il mio canto. Ho sentito l’esigenza di usare i miei due modi privilegiati per conoscere il mondo, per pensarlo, per raccontarlo: le parole e il canto. Ambedue sono modalità necessarie a dire la verità – la verità di quei corpi e di quei volti incontrati nel paese sommerso.
Come le storie che racconterò (due storie in una: quelle che ho sentito, e quella di me che le ho sentite), anche le canzoni raccontano, come “altre storie”, le verità di questi migranti, le loro reti, i loro affetti. Uno spettacolo dunque a metà tra teatro di narrazione e teatro-canzone, per tentare di far presente a chi guarda quel che è negato. [Marco Rovelli]

Alcuni anni fa in un liceo romano la parlamentare Tana De Zulueta organizzò un incontro fra un giovane emigrato africano e un italiano che da giovane era partito per Australia. Le loro testimonianze incrociate dimostrarono che le sofferenze, i soprusi, le umiliazioni subite dai nostri nonni e bisnonni erano del tutto simili – se non peggiori – a quelle che subiscono oggi i migranti che riescono ad entrare nel nostro paese.
Dopo la guerra, da Trieste, molti non riuscirono a emigrare in Australia perché le autorità australiane posero alcune restrizioni, fra le quali la carie.
La mia vita insomma sarebbe stata molto diversa, oggi forse sarei un cittadino di Melbourne, se mio padre avesse avuto tutti i denti sani (cosa rarissima allora). La consapevolezza però di questo fatto è cambiata solo dopo aver messo in scena La nave fantasma, spettacolo prodotto dal Teatro della Cooperativa che parla di 283 migranti pachistani, indiani, srilankesi, affogati al largo delle coste siciliane nella notte di Natale nel 1996 nella più totale indifferenza. La tragedia dei vari Iktar Alì, Anpalagan e Arulalagan Ganeshu, Fasul Mahula, Shied Abbib, Abbib Hussein… ha fatto affiorare un passato che non avevo compreso in tutte le sue implicazioni più profonde e tragiche.
Le spinte di carattere xenofobo e razzista in Italia sono ancora molto forti e pericolosissime e non si affrontano con la dovuta profondità le tantissime discriminazioni e ingiustizie contro gli stranieri che avvengono quotidianamente.
La cultura e l’arte, la musica e il teatro possono fare molto per evitare che il fenomeno migratorio venga ridotto a un problema di mero ordine pubblico e per trasformarlo invece in una grande opportunità.
Sul palco con Marco Rovelli ci sarà anche l’attore senegalese Mohamed Ba, accoltellato poche settimane fa in zona Certosa a Milano in una delle tante aggressioni di marchio razzista che si verificano quotidianamente nel nostro paese. La sua presenza nello spettacolo Servi, oltre a voler essere un tangibile segno di solidarietà, renderà sicuramente più incisivo il messaggio: dare voce a una componente straniera ormai indispensabile per lo sviluppo del nostro paese ma alla quale non vengono ancora riconosciuti diritti fondamentali come il voto e, soprattutto, non viene data la parola. [Renato Sarti]

Ufficio stampa: ecoinformazioni 031.268425, 347.3674825 ecoinformazioni@tin.it, www.ecoinformazioni.it.
Informazioni: Coordinamento comasco per la Pace 031.927644 info@comopace.org, www.comopace.org

Coordinamento comasco per la Pace

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