Laicità e diritti universali temi centrali dell’intervista con Giuliana Sgrena
L’autrice a Como venerdì 18 aprile per la presentazione del suo ultimo libro Il prezzo del velo. La guerra dell’Islam contro le donne.
Dopo il risultato elettorale non c’è più una forza laica in Parlamento. Qual è l’importanza delle laicità mentre è in continua crescita il fondamentalismo?
Già durante campagna elettorale si è visto come la laicità sia stato un tema trattato in maniera marginale. In un contesto più ampio, non solo in Italia, la caduta delle ideologie si risolve con il recupero di una visione del mondo che si rifà alle religioni. Anche la sinistra italiana appoggia il papa quando si scaglia contro il consumismo, rimanendo isolata quando tutti si alleano contro i diritti delle donne. I laici non hanno la capacità di tessere una rete di rapporti per poter far passare dei messaggi, vanno in ordine sparso. Si è persino persa la parola laico ormai è si usa il termine laicista. io non penso di essere laicista sono laica e lo difendo.
L’integralismo nasce dal cosiddetto crollo delle ideologie e dalla crisi economica una situazione che si può rintracciare anche nel recente risultato elettorale italiano?
Gli integralismi musulmani sono sostenuti da un voto di protesta, così come in Italia i voti di protesta si riversano sulla Lega, non tutti quelli che l’hanno votata vi si rispecchiano completamente. La destra italiana e la Lega hanno affinità con movimenti come Hamas ed il Fis algerino le cui parole d’ordine sono le stesse: diminuzione delle tasse e liberalismo economico. Oltre alla battaglia contro la corruzione di cui in Italia hanno beneficiato Lega e Di Pietro. Gli immigrati in Italia votano la destra. Una donna marocchina che conosco è stata eletta per Alleanza nazionale, suo padre socialista non le parla più, lei non è stata ascoltata dalla sinistra e per una provocazione ha aderito al partito della Bossi-Fini, una provocazione che pesa. Per la destra gli immigrati sono un potenziale pericolo e quando non servono più come manodopera vanno rimandati a casa loro. La sinistra al contrario ha un atteggiamento perbenista che non li garantisce veramente, una sorta di discriminazione di segno opposto. Non si sa come vivono le comunità immigrate. Anche la scelta o imposizione di portare il velo o le violenze in famiglia non escono allo scoperto e quando lo fanno non si dà un aiuto concreto.
Si può dire che vi sia in atto un tentativo di islamizzazione dell’Europa?
Un processo di reislamizzazione è attivo in Bosnia con il recupero di forme più arretrate di religiosità, anche tra le comunità d’immigrati poi c’è una reazione, un tentativo di non farsi contaminare da una cultura diversa con una visione più rigida della pratica religiosa. Così le donne marocchine che non portano il velo in Marocco qui lo indossano. Un tentativo evidente di islamizzazione è quello di Tariq Ramadan, un predicatore che molti spacciano come moderato, ma che è invece tutt’altro. Come lo si può definire democratico nel momento in cui discetta sulla possibilità della lapidazione delle adultere quando la lapidazione stessa va contro i diritti umani?
Come si può fare a superare la crisi della laicità a livello educativo?
Non ho una ricetta. La visione laica della società, anche nella scuola, sta venendo meno. Non intendo cercare uno spirito antireligioso ma al di sopra delle parti. In Italia abbiamo l’ora di religione che non è mai un’ora sulle religioni. La scuola pubblica poi continua a perdere impulsi e finanziamenti in favore di quella privata religiosa. In Francia hanno trovato una soluzione con la legge contro l’ostentazione di simboli religiosi nelle scuole. Un provvedimento che avrebbe potuto avere degli effetti negativi, portando ad una reazione contraria allo spirito che l’aveva animata, magari con un maggiore abbandono scolastico. Ma ho visto, nel dicembre 2005, che già dopo due mesi di applicazione non c’erano problemi e le ragazze che non portavo più il velo si sentivano più libere senza il controllo opprimente dei leader religiosi della comunità. In Italia partiamo comunque da una situazione molo diversa basti vedere il problema per i crocifissi nei luoghi pubblici.
Cosa possono fare associazionismo e volontariato per i diritti delle donne?
Il ruolo delle associazioni è fondamentale. Soprattutto creando rapporti fra le associazioni di immigrate e quelle delle donne italiane, anche se nel nostro paese scontiamo una forte impreparazione per affrontare un fenomeno migratorio che è ancora molto recente.
Come possono i media arabi veicolare messaggi diversi e di apertura?
Al Jazeera è pagata dai Fratelli musulmani non potrà mai indicare dei percorsi differenti. La modernizzazione dei media arabi ha portato alla nascita di telepredicatori seguitissimi come Khaled, che narra la storia del profeta come in una telenovela, ci sono poi situazioni molto difficili come quella delle giornaliste della televisione palestinese minacciate di morte perché non portano il velo. Bisogna aiutare le forze democratiche nei paesi musulmani. Associazioni di donne che si battono per l’affermazione di diritti universali già operano in tutti i paesi dalla Somalia all’Afghanistan, dal Marocco all’Iraq. I media occidentali però non danno spazio al lavoro che svolgono perché le situazioni estremizzate fanno più notizia. [Michele Donegana, ecoinformazioni]