Una manifestazione variopinta e serena per mettere in luce un problema cupo e drammatico

Cento persone hanno partecipato nel pomeriggio di sabato 21 giugno a Siamo tutti clandestini, l’iniziativa antirazzista promossa dalla Sinistra unita e plurale a Largo Spallino. Il testo dell’appello Comprensione.

Denuncia e proposta insieme al gazebo della Sinistra unita e plurale di Como con una mostra, striscioni, materiale informativo e la cartolina cd rom (Como per i diritti dei rom). Tanti i colori, compreso il nero delle manine di Fatima delle Donne in nero, tutte le tonalità della sinistra e molto di più con una significativa presenza di migranti, ovviamente solo regolari visto che quelli che leggi inique definiscono “clandestini” hanno perso ogni diritto. Un centinaio di persone. Quaranta hanno dato vita – per la prima volta a Como – all’innovativa azione del “Piedibus”, un corteo a piedi per parlare con le persone grazie ai cartelli che ciascuno dei partecipanti ha indossato e al materiale distribuito lungo la via Milano, luogo simbolo della presenza dei migranti in città. Una manifestazione slow & soft, senza slogan, senza blocchi del traffico, senza alcuna tensione. Solo partecipazione e lo sforzo di “comprendere” e far comprendere in entrambi i significati della parola, come affermato nella lettera aperta che gli organizzatori hanno oggi inviato alla stampa e che riportiamo integralmente.
«Comprensione. Lettera aperta a tutti coloro che hanno responsabilità e autorità morale e capacità di intervento politico, culturale, educativo.
Lo spirito della città è rapidamente mutato. La paura – di perdere qualcosa o semplicemente di perdere – informa i percorsi mentali dei singoli e ispira i comportamenti e l’organizzazione della comunità, corrode legami che sembravano indistruttibili, spegne la curiosità delle esperienze, sterilizza l’immaginazione, fiacca la speranza e ogni progetto di futuro. A forza di restringimenti successivi – uno stato, una pianura, una regione, un borgo, un condominio – l’idea di identità coincide ormai con la solitudine del singolo individuo, incattivito sorvegliante di se stesso. Tutto ciò che è esterno alla sua pelle, è straniero e ostile.
Poteva andare diversamente, in una fase di apertura senza precedenti delle possibilità di scambio tra culture, nel pianeta più comunicante che si sia mai visto.
E invece idee che ci sembravano sconfitte per sempre sono ricomparse, impreviste. Con sgomento – ma con iniziale, imperdonabile indulgenza – abbiamo riconosciuto le forme mutanti del razzismo e della xenofobia farsi largo tra i cittadini, accompagnate dai cupi rituali di ronde, intimidazioni, insulti, violenze. Abbiamo visto l’apologia del nazismo, la falsificazione della storia, la vigliaccheria dei professori, la miserabile ipocrisia degli amministratori. E le forme moderne – mascherate ma ancora riconoscibili – della persecuzione, della deportazione, della schiavitù.
E abbiamo rivisto il fantasma più inquietante, arcaico e aggressivo: quello dell’intolleranza religiosa. Cittadini che si organizzano – o vengono organizzati – per impedire ad altri cittadini di pregare, con ogni pretesto, con ogni angheria. Giornalisti e intellettuali traditi dalla fretta – ma spesso in malafede – che alimentano i più grossolani luoghi comuni e le falsificazioni più ignobili sulla religione e sulla tradizione altrui, con lo scopo di dimostrare l’indispensabilità di una blasfema missione di pulizia finale, di una disperata e insensata rivincita culturale e politica che appicca il fuoco dell’intolleranza e distrugge nell’intimità delle coscienze gli anticorpi indispensabili per la convivenza.
Noi chiediamo a tutti coloro che hanno responsabilità e autorità morale e capacità di intervento politico, culturale, educativo, uno sforzo straordinario per interrompere una deriva civile che contraddice il magistero di tutte le religioni del pianeta, promuovendo azioni concrete di conoscenza e di dialogo che ricostruiscano la capacità di distinguere, la curiosità intellettuale e sentimentale di conoscere a fondo i nostri vicini, di accoglierli e farsene accogliere. Un programma di azione e di educazione straordinario, coraggioso e moderno, che coinvolga capillarmente tutti i livelli organizzati della società e tutte le occasioni relazionali disponibili. E che porti finalmente in primo piano, nel chiasso degli insulti, il nodo di una parola cruciale: comprensione. Sinistra unita e plurale Como».

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