Giorno: 24 Giugno 2008

Il consiglio comunale di lunedì 24 giugno 2008

La Giunta va sotto al 90° minuto. Approvata al Consiglio comunale di lunedì 23 giugno l’estensione della durata dei biglietti urbani da 75 a 90 minuti.

Polemica sul ritiro dei rifiuti in piazza Duomo nelle dichiarazioni preliminari al Consiglio comunale di lunedì 23 giugno, il consigliere Pasquale Buono, Fi, ha evidenziato la mancata raccolta degli stessi, così come apparso sui quotidiani locali. Gli ha prontamente risposto l’assessore Peverelli per cui bisogna stare attenti al giorno del ritiro e gli esercenti «dovrebbero anche andare incontro agli operatori che devono entrare nel vicolo uno alla volta» dato l’ingombro all’ingresso dovuto dai tavolini ed altro.
Sulle cartine geografiche distribuite dagli uffici del turismo è invece intervenuto Emanuele Lionetti, Lega Nord, che ha sottolineato come vengano stampate spese della amministrazione provinciale ed ha invitato l’assessore al turismo «a trovare una piccola somma per contribuire alle spese».
Insediato il Consiglio i lavori si sono concentrati sulla delibera sulle Tariffe del trasporto pubblico urbano a cui sono stati presentati degli emendamenti da parte dei consiglieri dell’opposizione.
Il primo firmatario Donato Supino, Prc, ha spiegato gli interventi richiesti: uno sconto proporzionale per ogni abbonamento annuale oltre al primo per famiglia, rateizzabili, uno sconto sull’abbonamento annuale, incrementare la durata dei biglietti da 75 a 90 minuti, concordare tra Asf, Navigazione e Ferrovie Nord la possibilità di un biglietto urbano unico. «Le aziende sono “pigre” per il calcolo della spartizione dei costi – ha spiegato il consigliere di Rifondazione – ma vanno stimolate in tal senso».
Concorde sostanzialmente su tutto l’assessore Caradonna, il consigliere Bruno Magatti, Paco, ha ricordato il clima di collaborazione su questi argomenti instauratosi negli ultimi mesi, tranne che per alcuni punti.
L’assessore ha proposto un abbonamento studentesco annuale di 200 euro per 12 mesi, 2 in più degli attuali 10, che verrebbe a costare alle casse comunali 30 euro cadauno. Per quanto riguarda gli sconti famiglia l’azienda di trasporti si è detta disponibile al dialogo – ha continuato Caradonna – salvo concordare col Comune anche le maggiori spese che dovrà sostenere.
Anche per l’accordo fra i vettori l’assessore sì è dimostrato disponibile anche se sarà un’opzione complicata a breve termine e, incalzato da Vincenzo Sapere, Gruppo misto, sulla tempistica, si è dichiarato «ottimista».
Un parere contrario sull’estensione della durata dei biglietti da 75 a 90 minuti «non crediamo che per una città come Como sia necessario quando anche in altre città come Milano la durata è di 75 minuti» ha affermato l’assessore.
Assolutanente contrario Magatti «se un anziano deve andare da Prestino a P. Chiasso ci vogliono, ad orario, 41 minuti più altrettanti per tornare, se deve fare una commissione non ha il tempo per farlo, così come se deve andare in centro».
I dati sul passaggio dai biglietti a strappo a quelli a tempo sono stati ricordati dall’ingegnere Lorini del Comune, che ha anche dichiarato che le linee 3 e 11 hanno dei problemi che verranno risolti con il prossimo orario invernale, «in sei mesi l’azienda ha registrato un decremento delle entrate di 100 mila euro ovvero il calo dell’utilizzo di biglietti a strappo del 10 per cento, per una media di 1,3 viaggi per biglietto».
Gli emendamenti sono quindi stati modificati per raggiungere un più ampio consenso introducendo l’abbonamento studenti annuale così come proposto dall’assessore. Tutti d’accordo tranne che per l’estensione della durata dei biglietti su cui il parere di Giunta è rimasto negativo. Ai voti però, grazie all’astensione di una parte di Forza Italia, l’estensione territoriale è passata. La delibera emendata è stata così approvata all’unanimità. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Bruno Magatti, consigliere comunale di Paco, interviene sulla polemica generata dall’attacco dell’Agenzia vaticana Fides alla bandiera della Pace

Ha generato disappunto e sconcerto la scomunica della bandiera della Pace dell’Agenzia stampa vaticana Fides. Dopo i primi interventi a caldo pubblicati ieri, riportiamo integralmente una nota di Bruno Magatti esponente del pacifismo cattolico lariano.

«Lascio alle parole di Giacomo Alessandroni [ctrl nostro lancio 22533] la specificazione di tutte le “non verità” dell’articolo comparso su Fides. Ma le “non verità” e le “verità parziali” sono già modalità non costruttive. A ciò si deve aggiungere, probabilmente, la volontà di screditare, di dividere.
Trovo deplorevole e, francamente, poco cristiano il non sapere camminare accanto a chi, partendo da realtà diverse, cerca di costruire gesti, pensieri e relazioni di pace. Ricordo che, al riguardo, Gesù lancia un invito chiaro: se qualcuno ti chiede di fare con lui un miglio, tu fanne due. Su questa strada verso la pace il credente, non può che portare con sé qualcosa che, per altro, non gli appartiene, ma gli è donato, in umiltà, senza integralismi.
L’intervento su Fides allarma, poiché sembra voler accreditare l’idea di un cristianesimo arroccato e pauroso, che poco ha a che fare con il messaggio del Vangelo, un messaggio che invita ad un’apertura docile all’altro, a gesti di prossimità che non giudicano ma comunicano la fiducia in un messaggio, quello cristiano, che se non strumentalizzato o deformato, è capace, da sé, di aprire alla misericordia e al perdono.
C’è più di un dubbio circa lo scopo preminentemente politico di questo intervento su Fides: auguriamoci che qualche voce autorevole e credibile intervenga nelle sedi opportune per rimettere le cose al posto giusto e che queste nostre considerazioni non siano lette come volontà di concorrere alla divisione. Certamente credo che occorra essere molto preparati per evitare di cadere nella trappole che ogni integralismo pone: ma questa nostro è tornato ad essere il tempo degli integralismi. Lo scandalo, a mio parere, sta nell’assuefazione all’uso strumentale, se non blasfemo, che ogni giorno è fatto delle religioni e del nome di Dio, per giustificare ogni sorta di tornaconto del Potere.
Anche in questo caso il tema non può essere se è bene o male condividere qualche segno, ma piuttosto come concorrere a rendere forti, autorevoli e condivisi dei valori sui quali si fonda l’idea stessa di umanità».

La lettera aperta del segretario di PeaceLink

Sulla polemica determinata dalla scomunica della bandiera arcobaleno fatta dalla agenzia di stampa vaticana Fides interviene il segretario di PeaceLink con una lettera aperta a Santa Romana Chiesa.

Lettera aperta a Santa Romana Chiesa. La bandiera arcobaleno non è un simbolo di pace. Secondo l’agenzia di stampa vaticana Fides sarebbe stata disegnata per i gay.

Io c’ero. A Parigi, nel 1997 quando la domanda era: «Maestro, dove abiti? Venite e vedrete». Da allora, ad oggi, ho posto molte domande e trovato alcune risposte.
Ho scritto a George Walker Bush chiedendogli perché voleva bombardare un popolo che non aveva le colpe del suo dittatore. Mi ha risposto, mandandomi a quel paese, ma mi ha risposto.
Ho scritto alla Nestlé S.A. chiedendogli di smettere di regalare latte in polvere agli ospedali africani poiché predicavano (mentendo): «è migliore del latte materno», con una conseguente strage degli innocenti in nome del dio denaro. Anche loro, sempre mandandomi a quel paese con molto garbo, mi hanno risposto.
Dal momento che sono stato sempre cattolico e pensante ho rivolto molte domande anche a Santa Romana Chiesa.
Volevo sapere perché è stata istituita la Lev (Libreria Editrice Vaticana) con l’unico fine di mettere i diritti d’autore sui discorsi del Santo Padre. Ricordo che Gesù di Nazaret insegnò «andate ed annunziate a tutti la gioia del Signore risorto», non ricordo che questa frase continui con «e fatevi pagare i diritti d’autore».
Volevo sapere perché il Tevere si allarga e stringe ogni qual volta Radio Vaticana deve inondare di radiazioni ionizzanti persone (tra le quali anche cristiani) che pagano con linfomi l’extraterritorialità della Santa Sede.
Volevo sapere perché il Generale di Corpo d’Armata card. Angelo Bagnasco, quando era Generale dei Cappellani Militari – al pari delle modelle – si è fatto fare il calendario e – visto che c’era – se lo è fatto pagare delle Pontificie Opere Missionarie, come se “i nostri ragazzi” fossero in missione. Sempre dal card. Bagnasco vorrei sapere se preferisce strapparsi le stellette o far carta straccia del Vangelo.
Volevo sapere perché lo sponsor principale delle Giornate Mondiali della Gioventù è la Banca di Roma, nonostante le migliaia di lettere indirizzate alla Santa Sede dove si ricordavano i notevoli traffici in armi di questo Istituto di Credito. O forse la vita per il Santo Padre va difesa solo se in stato embrionale. Dal Vaticano non ho mai ricevuto risposte, nemmeno quando furono negate le sacre esequie a Piergiorgio Welby: allora scrissi al Vicariato di Roma ed un mio amico vaticanista mi ha assicurato che la mia lettera è giunta puntuale sulla scrivania del card. Camillo Ruini.
È dal 2001 che nel mio modello 740 l’8 per mille viene donato regolarmente alle Chiese Metodiste e Valdesi: loro hanno scelto di non destinare questi soldi all’edificazione di chiese o al sostentamento del clero. Tutto va verso chi ne ha veramente bisogno. I sacerdoti (e le sacerdotesse!) possono lavorare oltre un giorno a settimana. Ho fatto questa scelta perché credo che la Chiesa Cattolica sia sensibile solo ad un segnale: quello economico.
Ora la Chiesa Cattolica pone un nuovo pesante macigno:
l’arcobaleno di Aldo Capitini non è più un simbolo di pace, meglio usare la croce di Cristo, dimenticando che essa è sì il simbolo per eccellenza della redenzione, della salvezza, ma non certo della pace.
Forse il cardinale politico – come Camillo Ruini si è definito – teme qualche contaminazione politica verso sinistra, essendo la sinistra – per sua natura – più sensibile ai temi della pace e della fratellanza. Ma leggiamo cosa ha scritto l’agenzia di stampa Fides venerdì, 20 giugno: «è il simbolo dei movimenti di liberazione omosessuali […] fu disegnata da un artista di San Francisco, Gilbert Baker, nel 1978, su richiesta della comunità gay locale in ricerca di un simbolo (a quei tempi il triangolo rosa non era ancora diffuso)».
Vorrei ricordare due cose alla redazione dell’agenzia di stampa Fides.
1. “il triangolo rosa” [Winkel] era il marchio di stoffa che veniva cucito sulla divisa degli internati per omosessualità, in base al paragrafo 175 (in vigore dal 15 maggio 1871 sino al 10 marzo 1994), nei campi di concentramento nazisti. Il paragrafo 175 (noto formalmente come §175 StGB, Joseph Alois Ratzinger lo ricorderà sicuramente così) considerava un crimine gli atti omosessuali, a migliaia morirono nei campi di concentramento, indipendentemente dal fatto che fossero colpevoli o innocenti.
2. La “croce di Cristo” nei Vangeli è simbolo di redenzione dai peccati. Ma nella storia è stata foriera di guerre e stragi. Mi sembra quasi inutile ricordare le nove crociate in terra santa, la caccia alle streghe e l’inquisizione. Per non parlare di ecumenismo, quel movimento che vorrebbe riavvicinare e riunire tutti i fedeli cristiani e quelli delle diverse Chiese, anzi: per non parlarne mai più.
Cara Fides, permettimi di darti del tu: è questa la Chiesa che vuoi?
Giacomo Alessandrini, segretario di PeaceLink, 23 giugno 2008.