école contro Gelmini
La rivista di idee per l’educazione école in una lettera aperta al mondo della scuola invita i lavoratori del settore alla mobilitazione contro l’attacco alla scuola della Gelmini: «La scuola pubblica può e deve sopravvivere ai suoi affossatori».
«Care colleghe e cari colleghi, la legge Gelmini segue serenamente il suo iter parlamentare come decretazione d’urgenza imposta a colpi di fiducia. Il ministro Brunetta irride gli insegnanti «lavoratori part-time». I sindacati confederali hanno fissato una data per quello sciopero generale della scuola che doveva aver luogo almeno da un mese. La presidenza della Repubblica inondata di mail che chiedono a Napolitano di non firmare la legge 137 risponde «il Presidente non può esercitare ruoli che la Costituzione non gli attribuisce». Nel frattempo però le scuole occupano, i genitori cominciano a partecipare in massa alla protesta e nel paese si va diffondendo l’informazione (tenuta ben protetta e nascosta da quasi tutti i media) e con essa la consapevolezza dell’enormità di quest’intera manovra. A Firenze la “fiaccolata” del 13 ottobre per la difesa della scuola pubblica è stata una manifestazione imponente, una massa civile e critica di popolo, piena di allegria, e altrettanto si prepara a Bologna e altrove, con una splendida presenza fianco a fianco di studenti universitari e medi, genitori e maestre. Non sarà forse possibile bloccare l’iter parlamentare imposto con metodi autoritari ma è possibile disarticolarne l’applicazione e far pagare al governo un prezzo politico altissimo: la legge Gelmini sarà comunque una vittoria di Pirro per le destre, la scuola pubblica può e deve sopravvivere ai suoi affossatori.
école vi invita perciò a partecipare e far partecipare il più possibile allo sciopero (questo sì generale, di tutte le categorie) del 17 ottobre indetto per tempo dai sindacati di base per dare un segnale chiaro e unitario che l’attendismo e il tentennismo sono decisamente fuori luogo e fuori tempo massimo. Ben venga poi la partecipazione anche a quello del 30 ottobre. Il sacrificio economico non indifferente richiesto per due scadenze ravvicinate è irrisorio se paragonato ai costi (umani, sociali, di civiltà) che questa manovra comporta per tutti e per ognuno di noi. [La redazione di école]