Giorno: 17 Ottobre 2008

Cantù civile dice no al razzismo e alla delazione

Pubblichiamo il documento comune alle associazioni che saranno nelle piazze di Cantù a raccogliere firme contro la proposta del telefono delatorio intitolato Dico NO alla delibera della Giunta comunale di Cantù.

«Quelle che si presentano oggi per le strade della città sono realtà non partitiche del canturino, accomunate da una chiara posizione contro il razzismo e, in alcuni casi, impegnate da anni a lavorare  a stretto contatto con gli immigrati. Abbiamo deciso di esprimere la nostra contrarietà alla delibera del Comune di Cantù “Provvedimenti finalizzati ad accrescere la sicurezza urbana ed a contrastare la permanenza di stranieri clandestini sul territorio” e di raccogliere le firme dei cittadini che come noi non la condividono. La delibera prevede che il comando di polizia locale istituisca un ufficio per raccogliere le segnalazioni di alloggi di immigrati clandestini, che si possono fare “in forma riservata” attraverso un numero verde. Le persone che lavoreranno in questo ufficio saranno investite del ruolo di “agenti anti immigrazione”, con tanto di formazione professionale prevista. Saranno garantite una o due “ronde”, a cadenza settimanale, di verifica delle segnalazioni. A livello formale, questo provvedimento dovrebbe colpire chi affitta illegalmente gli alloggi agli immigrati irregolari, ma in realtà sono questi ultimi ad essere le sole vittime della delibera: infatti, mentre chi viene scoperto affittare abusivamente appartamenti a clandestini di solito se la cava con una multa, gli occupanti si ritrovano senza casa e con il rischio di espulsione. Nonostante ciò che dice il sindaco, buttare fuori di casa i migranti irregolari non favorisce “una opportuna regolarizzazione della loro situazione” né li sottrae alla “mercé di persone disoneste e pronte ad approfittare”, ma semmai li rende “particolarmente esposti a situazioni di pericolosità e di degrado sociale”, ottenendo così l’effetto contrario rispetto a quello che la delibera formalmente si propone. Inoltre la trovata del numero verde rischia di fomentare un’ondata di “razzismo” anonimo, alimentata dall’invito alla delazione e al sospetto reciproco. E per quanto il comune si sia affrettato a spiegare che le forze dell’ordine “prenderanno i riferimenti di chi chiama, ma ne tuteleranno l’identità”, qualcosa continua a non tornare. La realtà è che si vuole coinvolgere il maggior numero di cittadini in una malata caccia alle streghe, mascherando tale operazione dietro il fine di “creare rapporti sinergici con l’intera cittadinanza affinché la coscienza civica aiuti le istituzioni ad affrontare problematiche difficili e di grande impatto sociale”. Tutto questo dimostra come il reale intento del provvedimento sia rendere impossibile la vita ai migranti, secondo una tendenza comune a diverse forze politiche. Queste stanno creando in tutta Italia un clima di paura nei cittadini al fine di ottenere il consenso per un’opera di repressione nei confronti delle categorie a loro meno gradite, nella fattispecie quella dei migranti: l’equazione migrante = criminale giustifica azioni xenofobe e razziste. Il clima di intolleranza venutosi a creare emerge dalla cronaca più recente, costellata di episodi di razzismo: a Parma i vigili urbani hanno insultato e malmenato uno studente ghanese, a Roma un gruppo di ragazzini ha picchiato selvaggiamente un cittadino cinese, a Milano un giovane italiano di colore è stato ucciso a sprangate. Le problematiche legate all’immigrazione, al contrario di quanto dice la giunta, non si risolvono denunciando, emarginando, reprimendo delle persone la cui unica “colpa” è quella di venire da un altro Paese, bensì permettendo loro di integrarsi all’interno della comunità locale e di costituire una risorsa per essa. Per realizzare tutto questo, la delibera comunale non deve essere applicata, i cittadini devono fare proprio il principio dell’accoglienza nei confronti dei migranti e le istituzioni devono garantire loro il diritto alla salute, alla casa e al lavoro».

I primi firmatari sono: 20 marzo (ass. dei tunisini), 3 febbraio (ass. multietnica); A.S.D.C. (cittadini congolesi) di Cantù; Anolf; Anteas; Arci Cantù; Arci Como; Aspem; Ass. Burkinabè (ass. del Burkina Faso); Ass. dei ghanesi che vivono in prov. CO; Ass. Grembo; Assalam (ass. marocchini Co); Auser Canturium; Associazione del volontariato comasco; Centro di ascolto (Caritas); Cgil; Cisl; Collettivo Iskra; Comunità del pellegrino; Alcuni giovani della comunità S. Vincenzo; Il Ponte; Incontri; La Soglia; Moldova Doina (ass. dei moldavi); N’golambandi (ass. angolani); Soci Coop; Spazio donna; Teranga (ass. senegalese); Uai Como (Unione delle associazioni degli immigrati).
I luoghi a Cantù e gli orari per firmare sono: sabato 19 ottobre l.go XX settembre 14,30-18,30; cimitero 14,30-18,30; domenica 20 ottobre l.go XX settembre 14,30-18,30, Cascina Amata (chiesa) 10-13; mercoledì 22 ottobre, parcheggio grande ospedale 9-12.

Il Consiglio comunale di Como di giovedì 16 ottobre 2008

Sfiduciato l’assessore Centiempo. Nel cuore della notte terremoto a Palazzo Cernezzi, l’assessore al patrimonio cade per mano della sua maggioranza, mentre il grosso del Pd sta a guardare.

Problemi alle strutture pubbliche nelle preliminari del Consiglio comunale di giovedì 16 ottobre, dopo la richiesta del consigliere Gianni Imperiali, Pd, di procedere con i lavori di sistemazione della scuola materna di via Brambilla, dove un’aula è chiusa da prima dell’estate per infiltrazioni d’acqua, Mario Molteni, Per Como, ha annunciato che si sta tenendo una raccolta firme a Sagnino per la ristrutturazione della palestra di Mognano. L’assessore Scopelliti, a margine del Consiglio, ha chiarito che i lavori a Mognano, dove è già andato in sopraluogo, stanno per essere intrapresi.
«Quando si consultano i cittadini non sono mai soldi sprecati» ha dichiarato Donato Supino, Prc, a proposito dei due referendum cittadini sui quali verranno interrogati i comaschi dei quali sono stati evidenziati i costi su alcuni articoli della stampa locale.
A proposito della querelle assessore Gaddi – Montini, presidente Csu, sul buco nel bilancio dell’ultimo evento a Villa Olmo Pasquale Buono, Fi, ha affermato «tutti teniamo alle mostre» e si è chiesto «quali sono i fatti reali?». Il capogruppo di Forza Italia ha perciò pacatamente chiesto al sindaco di chiedere ai due interessati di relazionare al Consiglio per fugare ogni dubbio.
Marcello Iantorno, Pd, ha invece chiesto con forza la sospensione della nomina del vicesindaco Cattaneo, fino a quando le vicende giudiziarie che lo hanno interessato non si siano chiarite.
Il Consiglio è quindi entrato nel pieno dei lavori e ha ascoltato la relazione del consigliere Luigi Buono, Udc, sulla sua mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore al patrimonio Enrico Cenetiempo. «Non un atto di offesa della dignità personale o della figura dello stesso», per il consigliere centrista, ma un provvedimento volto a rispettare il patto di coalizione elettorale che vedeva la nomina di un assessore Udc in Giunta. Cenetiempo poco dopo la nomina ha abbandonato il partito per seguire il movimento dei Popolari liberali di Giovanardi che alle ultime elezioni ha aderito, contrariamente al partito di Casini, al centro-destra.
Affermazioni recisamente definite «una guerra intestina ad un partito che non c’è più» da Claudio Corengia, An.
Per il sindaco Bruni l’adesione ad un altro movimento «non è uno spostamento di un singolo, ma una scelta politica a livello nazionale», e inoltre il primo cittadino ha dichiarato di avere «piena fiducia in Cenetiempo». Un voto di  sfiducia «deve essere nel merito, per degli atti gravi» ha aggiunto Bruni, che si è detto sicuro del voto: «Su tutte le votazioni significative la maggioranza è sempre stata blindata e coperta».
Dall’opposizione, anche se in disaccordo con le premesse, «la mozione di sfiducia avrebbe dovuto essere indirizzata al sindaco – ha dichiarato Supino – voto a favore per mettere una zeppa negli ingranaggi di questa Giunta». Dario Valli, Area 2010, ha espresso perplessità sulla mozione perché non incentrata su «problematiche specifiche sull’operato di Cenetiempo», esprimendo anche la contrarietà alle logiche di spartizione partitiche lontane dal suo agire politico come esponente di una lista civica.
«Prescindendo da queste sette, otto righe che non condivido – ha affermato Iantorno – ben venga un atto che causa difficoltà alla maggioranza» e ha aggiunto «l’opposizione ha il dovere, l’obbligo politico, quando si pone la fiducia, di esprimersi». Un’opinione non condivisa dalla maggioranza del suo gruppo che ha deciso di non votare la mozione.
«Ci è stato spiegato dal consigliere Bottone come fare l’opposizione – ha esordito Luca Gaffuri, Pd – noi la facciamo nel merito delle questioni e non ci sono elementi di illeciti» e ha continuato l’avvicendamento di un’assessore è «una decisone che va presa all’interno della maggioranza».
Dopo le spinte per “entrare nel merito” durante il dibattito Bottone ha preparato un emendamenti con critiche all’assessore sull’alienazione dell’ex Intendenza di finanza in via Diaz, ma dopo vari propositi espressi da più parti per ritornare prossimamente sull’argomento e per riuscire ad arrivare ad una votazione in serata, gli ha ritirati.
Avvicinatasi la mezzanotte e dopo la decisione di continuare la seduta ad oltranza pur di arrivare ad un esito sono iniziate le operazioni di voto a scrutinio segreto.
Con 15 voti favorevoli, 12 contrari, una nulla e una bianca, l’assessore Cenetiempo è stato sfiduciato. Un brutto colpo per il sindaco che ha abbandonato l’aula visibilmente contrariato, all’incontrario degli esponenti dell’area liberal di Forza Italia di tutt’altro aspetto. Facce tirate anche all’opposizione dove la maggioranza del gruppo del Pd ha deciso di astenersi, il voto degli unici due “ribelli, Iantorno e Mottola, può essere stato quello determinante per gli esiti della votazione, dato che il quorum da raggiungere era appunto di 15 voti. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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