Salvare la scuola in Provincia
Renato Tettamanti (Prc), Rosangela Arrighi (Pd) e Cornelia Borsoi (Lista Territoriale) con una mozione urgente sulla scuola presentata da lunedì 20 ottobre in Consiglio provinciale chiedono che l’Amministrazione provinciale si impegni per limitare i danni ed affrontare i disastri determinati dalla politica del governo sulla scuola.
I capigruppo hanno assicurato che verrà discussa entro metà novembre e l’assessore si è impegnato a monitorare la ricaduta sul nostro territorio di un’eventuale approvazione dei decreti Gelmini-Brunetta-Tremonti. Il testo della mozione.
«Il consiglio provinciale premesso che:
i recenti provvedimenti legislativi in materia di istruzione scolastica (art. 64 del D.L n.112/08 convertito dalla legge 6 agosto 2008; disegno di legge di conversione del D.L. n.137/08, con particolare riferimento ai contenuti dell’art. 4; lo schema di Piano Programmatico del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, di cui al citato art.64 D.L n.112/08) stanno suscitando proteste e prese di posizioni da parte di diversi soggetti istituzionali e non, ivi comprese Upi, Anci e conferenza della Regioni;
in particolare per quel riguarda questa Ammistrazione per il vulnus all’autonomia delle Istituzioni Locali, costituito dai vincoli alle operazioni di dimensionamento degli istituti e di razionalizzazione della rete scolastica, già impliciti nella manovra finanziaria e nelle indicazioni del piano programmatico; vincoli che, di fatto, impediscono la redazione di un piano che tenga conto delle reali esigenze dei territori amministrati, fino al rischio della soppressione delle autonomie scolastiche, faticosamente fin qui garantite nelle situazioni di maggior isolamento o nelle zone a rischio di disagio; vincoli che possono incidere anche sulle politiche per l’istruzione degli adulti;
la frettolosità di provvedimenti, che secondo gli obiettivi esplicitati nel piano programmatico, intendono intervenire, prima delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, sul dimensionamento degli istituti e sulla ridefinizione dei piani degli indirizzi di studio superiore, ovvero sul segmento del sistema di istruzione a maggior rischio di abbandono e più direttamente collegato ad una scelta che, in molti casi, determina non solo il successo formativo degli studenti, ma anche il loro futuro percorso di vita;
la riduzione del tempo scuola, soprattutto nella scuola primaria, che comporterà una crescita qualitativa e quantitativa della domanda di servizi alle famiglie, il cui onere, anche solo organizzativo, è destinato a ricadere sugli Enti Locali, impattando sulle politiche sociali; misure che rischiano di determinare opportunità diseguali e diverse in ragione della storia e delle caratteristiche economiche e orografiche dei diversi territori, trasformando la ricchezza del tempo scuola destinato alle attività integrative ed extracurriculari nella povertà del tempo di assistenza e di intrattenimento;
l’innalzamento del rapporto studenti docenti, anche in termini di ricadute organizzative e strutturali, ed il taglio netto dell’orario di sostegno che interviene ad annullare ogni condizione per una reale integrazione degli studenti disabili, tanto dal punto di vista della didattica quanto in termini di servizi;
le ricadute negative per le scuole e gli Istituti del nostro territorio (rischi chiusura) che dai dati forniti dall’Assessore regionale all’Istruzione risultano interessare diverse sedi e istituti della scuola dell’obbligo e superiore in almeno 15 comuni della Provincia di Como;
Tutto ciò premesso il consiglio provinciale impegna la giunta a:
sostenere le iniziative di già intraprese dai diversi organi istituzionali (Upi, Anci, Conferenza delle Regioni);
convocare rapidamente da parte dell’assessore competente un incontro con i comuni del territorio a rischio chiusura di sedi scolastiche e con i diversi soggetti del mondo della scuola, al fine di predisporre rapidamente iniziative e proposte secondo le indicazioni contenente nelle premessa della presente mozione;
riferire al consiglio provinciale gli sviluppi dell’intera vicenda prevedendo a riguardo una seduta ad hoc dello stesso».