Leggi razziali

fco8caszp5s7ca3yc5b3cadfrhqocai3gdlicampyioscan2sb32casvu225cajjo5dmca1n5s2yca3minj6ca0jexuoca3i9b03cakhds0pcau1u4focamrfd6lcavj2lj5caz57chtIl Senato ha approvato le norme razziste che ulteriormente limitano i diritti fondamentali dei migranti. Particolarmente odiosa e pericolosa la norma che ammette la possibilità che i medici denuncino i propri pazienti. Contro tale barbarie Italo Nessi dei  Medici con l’Africa pensa ad una campagna di obiezione di coscienza. 

Nonostante la campagna «Siamo medici e infermieri – Non siamo spie» lanciata dall’Osservatorio italiano sulla salute globale (Oisg), Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), Società italiana di medicina delle immigrazioni (Simm) e Medici senza frontiere (Msf) è stato approvato al Senato 

«Una pericolosa deriva giuridica – culturale che ci riporta indietro di oltre 10 anni sul piano del diritto alla salute individuale e del pieno beneficio della collettività» ha affermato Simm, in un comunicato pubblicato sul proprio sito  Internet, mentre Msf ha dichiarato di essere «sconcertata per la scelta del Senato di ignorare il grido di allarme lanciato da medici, infermieri e ostetriche e continuerà la sua battaglia affinché il provvedimento venga bocciato dalla Camera», una situazione che comporterà il «concreto rischio di segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria [che] creerà nell’immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche, una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l’accesso alle strutture sanitarie. Tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa “marginalizzazione sanitaria” di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio».

Dello stesso parere il comasco Italo Nessi, medico, esponente dei Medici con l’Africa e associato Oisg, «nonostante il passaggio da una prima formulazione che prevedeva l’obbligo della segnalazione alla possibilità della stessa, siamo di fronte ad un provvedimento che crea un clima di sospetto e non tiene conto delle direttive eruropee e del Consiglio d’Europa per la tutela della salute della persona».

Un provvedimento che snatura i diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione e il giuramento di Ippocrate contro cui erano giunti diversi indirizzi di condanna da parte sia dell’Ordine dei medici nazionale che da molti locali, tra cui quello comasco.

A chi parla di emergenza sanitaria e della “importazione” di nuove e vecchie malattie l’esponente di Medici con l’Africa ricorda che «i numeri non sono eclatanti e non possono far parlare di emergenza».

Per Nessi poi sarà molto difficile nel comasco la creazione di un sistema sanitario parallelo organizzato dal mondo dell’associazionismo per tutelare le persone che non si rivolgeranno più al servizio sanitario nazionale per paura di essere denunciate «nel 2007 abbiamo fatto un convegno con la Caritas romana e il Naga di Milano e sono realtà molto più progredite della nostra».

La speranza del medico comasco è una pubblica netta presa di posizione da parte di tutti gli operatori sanitari con una compagna di “obiezione di coscienza” sulle denunce per potere garantire una copertura sanitaria anche a chi non è in regola con i permesi di soggiorno.

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