L’errore grave è l’incompetenza

«Nella trasmissione in diretta su Espansione tv di venerdì scorso (27/11) il sindaco di Como ha dichiarato che sulla questione muro sul lago la cittadinanza è stata portata a conclusioni fuori misura,  fomentata dai partiti di minoranza e dai giornalisti.

Forse il sindaco di Como non ha ancora capito che l’errore grave non è solo l’extra muro, come continua a ripetere aggiungendo anche che con la passeggiata sopraelevata tale scempio avrebbe trovato la sua giustificazione. L’errore grave è stato e rimane l’incompetenza dell’amministrazione dimostrata nella gestione di un progetto così qualificante e determinante per l’aspetto ed il futuro della città; l’incapacità di recepire le sollecitazioni arrivate da più parti a rivedere il progetto verso un minor impatto e a rigettare l’ipotesi dell’uso del lago come riserva idrica; la volontà di far passare senza informazione e discussione varianti discutibili quali la trasformazione delle paratie da mobili a fisse. Con queste premesse, la città come potrà credere alla nuova promessa di un lungolago “più bello di prima” ? Forse il sindaco di Como non ha capito che se tutta una città si muove contro una decisione della sua amministrazione, pur votata con ampio margine, non si può ridurre il problema al fatto che tutti non abbiano capito niente e che siano succubi di una manovra; forse dimentica che esiste il diritto dei cittadini al controllo ed alla critica, dimentica che le risposte ai cittadini non si devono dare solo quando diventano probabili elettori ma anche e durante tutto il mandato.

Il sindaco di Como sostiene poi che non ci sia un nesso tra la richiesta di dimissioni dell’ex assessore Caradonna e quanto è successo e riduce il tutto ad un processo di piazza; ma chi deve rispondere di un errore di queste dimensioni sulla realizzazione di un’opera pubblica se non l’assessore responsabile ? In un certo senso però il sindaco di Como ha ragione: su un’opera di queste dimensioni dovrebbe rispondere anche il sindaco stesso; e perciò rigiriamo a lui la domanda, sommando al muro anche la cattiva gestione delle aree dismesse, le concessioni edilizie facili ed in deroga non solo al piano regolatore ma al buon senso, l’incapacità di risolvere il nodo del traffico in città, la riduzione degli spazi per la cultura; la mancanza totale cioè di una visione della città di Como per il futuro».  Giù la Giunta

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