Il Consiglio comunale di Como di lunedì 22 febbraio 2010

Esternalizzata la mensa della Cà d’industria e da rifare la gara d’appalto per la raccolta dei rifiuti. Bocciata la mozione a favore dell’Autunno musicale, le minoranze vanno in ordine sparso.

«Pellegrino ha approfittato della situazione – ha dichiarato Donato Supino, Prc, dopo l’intervento dei Nas che hanno fatto chiudere le cucine della Ca’ d’industria – esternalizzando il servizio che coinvolge 32 dipendenti». «Pellegrino si era impegnato a non esternalizzare nulla – ha proseguito Supino – chiedo che la Giunta intervenga». Il consigliere comunista ha poi continuato, nelle preliminari al consiglio comunale di lunedì 22 febbraio, chiamando in causa l’assessore Peverelli «stasira em savü che la gara d’appalto de la rüdera l’è stada blucada». Subito si è scatenata la polemica con l’assessore che ha chiesto di parlare in italiano («lu po fa i matrimoni in dialett e mi podi minga parlà…» ha risposto Supino).
Come si legge in un comunicato di Palazzo Cernezzi la Econord Spa, «unica partecipante alla gara indetta dall’amministrazione comunale per l’affidamento dei servizi di nettezza urbana, è stata esclusa dalla gara. L’impresa, infatti, avendo totalizzato per la parte tecnica un punteggio pari a 30, non ha raggiunto la soglia minima prevista di 36 punti».
Per l’assessore le affermazioni del consigliere comunista «sono solo falsità! Mi scriva che le risponderò e le farò notare dove sbaglia».
Roberta Marzorati, Per Como, ha denunciato «sono allibita. Si risponde a caso? Se faccio una interrogazione voglio risposte serie!» riferendosi ad una sul muro del lungolago.
Arturo Arcellaschi, Pdl, ha segnalato alcune buche in un paio di incroci in città.
Dopo l’appello i lavori si sono subito impastoiati in una serie di disquisizioni procedurali.
La Conferenza dei capigruppo aveva deciso a maggioranza di sospendere la discussione sul piano di intervento nell’area ex Frey di Albate e di affrontare le mozioni sospese, la prima quella sull’Autunno musicale.
Da lì le critiche delle minoranze e di parte della maggioranza con richieste di chiarimenti procedurali. Solo dopo una sospensione, chiesta dalla maggioranza che è poi rientrata in aula ricompattata, si è proceduto con una votazione per vedere che argomento affrontare e si è così passati ad affrontare la mozione.
La decina di persone fra il pubblico provenienti da Albate interessate alle sort del proprio quartiere hanno quindi abbandonato l’aula.
Marcello Iantorno, Pd, ha quindi spiegato la proposta di sostegno all’Autunno musicale comasco ripercorrendone la storia ed i successi nell’arco degli ultimi quarant’anni, citando tra l’altro i commenti favorevoli di diverse personalità del mondo della cultura nazionale, Moni Ovadia, o internazionale, Jack Lang, ex ministro della cultura Francese.
Un discorso fiume che ha ricordato non solo la produzione musicale e culturale ma anche l’archivio posseduto dalla Fondazione.
«Dei contenuti poco coraggiosi – ha precisato Alessandro Rapinese, Area 21010 – non c’è un impegno oggettivo per cui non la voterò».
Più duro Emanuele Lionetti, Liberi per Como, «per la sede a Villa Olmo non ha mia pagato il canone di locazione, e per anni ha goduto dell’appoggio del Comune, della Regione  e dello Stato per centinaia di migliaia di euro! Dopo tutti questi anni non sono riusciti a coinvolgere la città».
A difendere la mozione sono intervenuti Bruno saladino, Pd, «negli anni ’70 ha fatto una bella stagione culturale, naturalmente le inadempienze vanno censurate, ma non si può attuare un divorzio così netto, si possono pensare a sinergie con il Conservatorio e il riutilizzo del Politeama», e Dario Valli, Area 2010, «l’Autunno musicale non era elitario ma una ricchezza assoluta per la città che ha formato una generazione. Bisogna anche pensare in funzione del’Expo 2015».
Proprio su questo ha insistito Luca Gaffuri, Pd, «altre Province hanno già fatto accordi organici con Milano presentando le loro eccellenze culturali», che ha poi attaccato l’assessore alla cultura Gaddi chiedendogli conto della Consulta dell’associazionismo della promozione del razionalismo e di altri punti che avevano determinato l’appoggio delle Pd alle grandi mostre.
Di qui parte delle minoranze, Supino, Bruno Magatti, Paco, e Vincenzo Sapere, Gruppo misto, si sono discostate dal Pd puntando il dito contro la politica culturale più in generale del Comune e la destinazione dei fondi per le grandi mostre, arrivando ad alcuni battibecchi fra opposizioni che hanno fatto sorridere fra i banchi della maggioranza.
Nella replica Iantorno si è infervorato, andando sopra le righe, contro i consiglieri di maggioranza, tacciati di ignavia, e di mancanza di rispetto interrompendo poi più volte il capogruppo Pdl Marco Butti, che ha cercato pacatamente di ribattere.
Ai voti la mozione è stata bocciata con i voti della maggioranza, più Magatti, Sapere e Rapinese, l’astensione di Supino ed i voti favorevoli del Pd e Per Como. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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