Il Consiglio comunale di Como di giovedì 4 marzo 2010: Ca’ d’industria

La seduta di giovedì 4 marzo è stata sospesa per un’ora per sentire le ragioni di un’ottantina di lavoratori della Ca’ d’industria contrari all’esternalizzazione del servizio di preparazione dei pasti.

Mentre si svolgevano le preliminari un’ottantina di lavoratori, con i rappresentanti sindacali confederali, di tutti i diversi servizi della Cà d’industria hanno fatto capolino in consiglio, con cartelli, magliette, casacche bianche e uno striscione con scritto «Giù le mani dalla Cà d’industria».
Emanuele Lionetti, Liberi per Como, ha così chiesto una sospensiva per poter sentire le ragioni dei dipendenti della Fondazione creata dal Comune di Como.
L’ente comasco ha una piena autonomia economica e finanziaria rispetto al Comune ma nel suo Consiglio di amministrazione quest’ultimo esprime 5 dei 7 rappresentanti (gli altri due sono di nomina regionale e provinciale).
Supino e Vincenzo Sapere, Gruppo misto – socialisti, si sono associati alla richiesta posta dal consigliere ex leghista, accolta dalla Giunta che ha permesso una sospensione e invitato tutti a trasferirsi nella vicina Sala stemmi, dove a rappresentare il sindaco ci sarebbero stati l’assessore al patrimonio Cenetiempo e la vicesindaca Ezia Molinari.
«Il presidente Pellegrino aveva promesso in Consiglio comunale un anno fa di non dare n gestione nessuno dei servizi della Fondazione» hanno ricordato i rappresentanti sindacali che hanno denunciato il comportamento scorretto del Consiglio di amministrazione nell’affidamento della preparazione dei pasti ad una ditta esterna «non hanno rispettato i termini di legge, non siamo stati avvisati del bando quando c’è una tempisti precisa».
I lavoratori hanno fatto presente che la ditta che prenderà in gestione la preparazione dei pasti ha avuto un primo approccio informale garantendo i posti di lavoro per due anni, ma forte è la paura di non avere una prospettive oltre quella data e che questo sia un primo passo verso la esternalizzazione anche di altri servizi.
Il confronto fra amministratori e lavoratori è durato per più di un’ora, e sono intervenuti anche i consiglieri di amministrazione della Cà d’industria Romolo Vivarelli e Franco Mercuri, con momenti di forte tensione, anche con l’assessore Cenetiempo che ha giustificato dati i vantaggi economici le esternalizzazioni.
La vicesindaca ha concluso la riunione promettendo un incontro del Consiglio con il cda dell’ente, una richiesta presentata formalmente in serata da Liberi per Como.
L’assemblea di Palazzo Cernezzi ha così affrontato la deliberazione sul recupero dell’area ex Frey, un intervento che convince poco anche fra le file della maggioranza. «Il quartiere di Albate è stato violentato negli ultimi anni – ha dichiarato Stefano Rudilosso, Pdl – con una cementificazione selvaggia».
Molte le critiche sulle altezze, mentre la consigliera Magni ha ciesto lumi sul Pgt e la relazione promessa dal sindaco, ma anche sulla piazza prospettata, «è impossibile definirla piazza» ha dichiarato l’architetto Dario Valli, Area 2010.
La discussione si è protratta sino alla mezzanotte quando sono stati presentati tre emendamenti e un ordine del giorno, che verrano discussi nella prossima seduta. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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