Dopo vent’anni un migliaio di persone è sfilata a Como per festeggiare il 1° maggio

«Lavoro e sviluppo» chiedeva lo striscione iniziale dietro cui erano presenti i segretari generali dei tre sindacati confederali. Un corteo senza slogan ravvivato però negli spezzoni dei dipendenti della Ca’ d’industria e della Giardina, in crisi. Al corteo si sono aggiunti anche i lavoratori della Colombo di Bene Lario,  arrivati con una manifestazione acquatica in motoscafo. Guarda  le foto di Grazia Lissi.

Oltre ai sindacati e alle loro varie articolazioni erano presenti le forze politiche, in maniera organizzata la Federazione della sinistra mentre per il Pd c’erano amministratori locali, il consigliere regionale Luca Gaffuri e la deputata Chiara Braga. Hanno fatto capolino anche movimenti e associazioni, dalle Acli all’Auser al neo costituito Coordinamento senza confini, fino al Comitato per il referendum sull’acqua pubblica. Una “marcia del lavoro” dai toni antichi, al suono della banda di Orsenigo e con coccarde e garofani rossi, il corteo ha attraversato la città da S. Bartolomeo sino a piazza del Duomo. Una accoglienza tutto sommato positiva in città con qualche applauso dai bordi della strada e qualche curioso affacciato alle finestre lungo le vie del percorso. Passando da piazza Cavour si sono aggiunti anche i lavoratori dei Cantieri Colombo arrivati con una decina di motoscafi da Menaggio. Alla fine della manifestazione, in una piazza del Duomo gremita, il tradizionale comizio ha coinvolto anche alcuni immigrati del Coordinamento senza confini e tutto è terminato con un concerto de La moranera, mentre venivano raccolte firme per l’acqua pubblica e contro l’esternalizzazione del servizio mensa della Ca’ d’industria.

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