La Menega di Dongo

Nella sala d’oro di Palazzo Manzi a Dongo, stracolma oltre ogni limite, è stato presentato venerdì 8 ottobre il volume “La Menega di Dongo”, realizzato dallo Spi- Sindacato Pensionati Cgil – e dedicato alla figura di Domenica Gobba, animatrice instancabile dello Spi e dell’Auser dell’Alto Lago. Il volume contiene un lungo racconto in prima persona di Domenica, raccolto da Erica Ardenti, diviso in tre grandi capitoli introdotti da tre brevi contributi di Fabio Cani, Amleto Luraghi e Mario Pescini. Il pubblico è quello delle grandi occasioni. Del resto la “Menega” come tutti la chiamano, è davvero nel cuore di tutte le persone di Dongo e/o legate al mondo del sindacalismo e del volontariato. Ne prendono atto il sindaco di Dongo e l’assessora alla cultura, visibilmente soddisfatti dell’enorme affluenza di pubblico in un venerdì pomeriggio qualsiasi.

Amleto Luraghi, segretario provinciale dello Spi e collaboratore del volume, riassume la ricchezza della vicenda umana e politica di Domenica, dall’osteria di famiglia, al paese, alla fabbrica (non c’è bisogno di dire quale), dall’impegno nell’amministrazione comunale alla lega dei pensionati, allo SPI, all’Auser; è una vicenda continuamente intrecciata con le vicende generali. Qui la distinzione tra la “grande” storia e quella “piccola” mostra la corda: persone come Domenica sono protagoniste di una storia tout-court. “Donna di lago”/“donna del fare”su questo binomio corre tutta la sua vita, profondamente legata alla tradizione del paese, ma anche continuamente proiettata a risolvere le esigenze (non importa se antiche o moderne) della gente.  E di quale materia sia fatta Domenica lo dimostra quando, sollecitata dalle domande di Erica Ardenti, prende la parola: commossi ringraziamenti, pungenti battute ma anche e soprattutto precise indicazioni su quello che è stato fatto e su quello che resta da fare. A ottant’anni precisi, nominalmente – e più ancora “politicamente” – pensionata, Domenica non ha alcuna intenzione di ritirarsi a vita privata: chiede molto e incalza tutti. E quando, per un volta, molti del pubblico prendono la parola, non si risparmia; corregge il responsabile provinciale dell’Auser quando parla di “vent’anni di impegno” “Come venti? sono trentacinque” “Sì, sì, ma l’Auser esiste solo da venti…” “Vuol dire che gli altri sono con qualcun’altro”. Quindici anni di impegno in regalo, come gli altri venti del resto. [F.C.] [foto Fausta Clerici]

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