Il Consiglio comunale di Como di lunedì 13 dicembre

Modifiche statuarie ancora in alto mare, Palazzo Cernezzi venderà più di 60 case

Nelle preliminari al Consiglio comunale di lunedì 13 dicembre Roberta Marzorati, Per Como, è ritornata sulla questione dei ripetitori riservandosi di approfondire l’argomento anche nelle prossime sedute, Bruno Magatti, Paco, ha ricordato come il dormitorio per i senza tetto seppur meritorio «non sia in grado di accogliere tutte le richieste». Marco Butti, Pdl, ha chiesto di prendere provvedimenti per rendere accessibile via Auguadro ai mezzi di soccorso anche nei momenti di grande traffico, come sotto le feste, dopo le ennesime difficoltà riscontrate in un intervento il sabato precedente. Giampiro Ajani, Lega, ha chiesto più controlli al mercato sotto le mura «mi hanno segnalato ragazzini che rubano dalle bancarelle», mentre Alessandro Rapinese, Area 2010, ha auspicato «che l’area ex S. Anna a Camerlata non diventi una Ticosa bis», un timore anche dal punto di vista della sicurezza «ci saranno 6 persone a controllare la zona ma si tratta di 800 camere e diversi padiglioni, speriamo non diventi un piccolo Vietnam ingovernabile».

 

Modifiche statutarie abortite

Iniziata la seduta è ripresa la discussione sulla variazione allo Statuto comunale dopo l’arrivo di quasi tutti i pareri delle Circoscrizioni che mancavano nella seduta precedente (si sono espresse in maniera favorevole la 1, 3, 4, 5 e 8, hanno solo fatto una presa d’atto la 2 e la 6, non ha voluto esprimere un parere la 7 e la 9 non ha potuto dare un parere perché la riunione non ha raggiunto il numero legale).

L’assemblea ha affrontato così l’emendamento presentato da Mario Lucini, capogruppo Pd, alla delibera della Giunta. Una proposta «che vuole rimettere al centro le facoltà del Consiglio per atti che non sono mere prerogative del sindaco» ha chiarito Magatti, in riferimento alla nomina dell’organismo di controllo dell’attività amministrativa. La maggioranza compatta ha bocciato la proposta. Per protesta quindi al voto finale le minoranze, tranne Dario Valli, Area 2010, hanno lasciato l’aula facendo venire meno i numeri necessari per l’approvazione. Per poter essere approvata una modifica dello Statuto ha bisogno dei due terzi dei voti e quindi nonostante i 23 voti favorevoli, e l’astensione di Valli, la proposta è stata bocciata e verrà ripresentata lunedì prossimo.

 

Patrimonio in vendita

L discussione è tornata quindi sulla delibera di razionalizzazione del patrimonio comunale, la vendita di una sessantina di appartamenti per ristrutturarne altri. «Il Comune non sta facendo un affare vuole andare incontro a quei cittadini che facendo sacrifici vogliono coronare il sogno di avere un tetto proprio» ha dichiarato l’assessore competente Cenetiempo, mentre spiegava le modifiche approntate con un emendamento dalla Giunta stessa alla delibera, approvato dalla maggioranza più Valli, astenute le minoranze, data la mole di errori fatti nell’approntarla soprattutto nelle tabelle riepilogative.

Emanuele Lionetti, Autonomia liberale per Como, ha invece proposto di non vendere una parte di quanto preventivato dalla Giunta, in via Cosenz, ma altri appartamenti nelle vie Baserga, Bellinzona e Filzi. Dati gli investimenti fatti i via Cosenz per la ristrutturazione degli immobili. «Ma quelle case sono già fatiscenti!» ha esclamato Vittorio Mottola, Pd. «Questa operazione non mi convince e lascia qualche sospetto» ha detto Donato Supino, Prc. «Sono sconcertato su come si procede – ha affermato Lucini – dov’è nella delibera l’immobile in via Bellinzona? C’è?» una questione formale, che sottende ad un approccio ed una contiguità con gli uffici comunali al di là delle procedure consiliari. «Non lo so» ha risposto Lionetti. Magatti ha invece chiesto agli uffici un interpretazione della legge regionale per capire cosa è permesso vendere, come risposta gli è stato spiegato che la sua è una interpretazione troppo rigorosa e il Comune sarà quindi un po’ più lasso. L’emendamento Lionetti è poi passato con i voti favorevoli della sola maggioranza.

Le minoranze hanno presentato un ultimo emendamento che voleva salvaguardare gli inquilini delle case comunali evitando di fare trasferimenti forzosi «l’amministrazione è sempre stata attenta alle singole esigenze degli inquilini« ha dichiarato Lionetti e la proposta, che aveva anche un parere tecnico contrario, è stata bocciata dalla maggioranza.

Una querelle all’interno delle minoranze è nata quando, data l’ora, Rapinese ha chiesto di proseguire ad oltranza (una proposta accolta dalla maggioranza) che ha fatto inalberare il capogruppo del Pd Lucini «questo è amministrare bene, spendere i soldi dei cittadini per andare 10 minuti dopo la mezzanotte?». Un battibecco che ha coinvolto anche la maggioranza con qualcuno, punto sul vivo, quando è stato ricordato che in altre occasioni, la sfiducia al sindaco, l’oltranza non l’aveva votata.

Un ordine del giorno di Supino sempre sui trasferimenti forzosi è stato bocciato dalla maggioranza e si è passati al voto conclusivo.

«Questa delibera è entrata in un modo e ne esce in un altro» ha dichiarato il socialista Vincenzo Sapere ricordando la mancanza di documenti allegati, un lungo elenco fatto poi da Magatti che ha definito la delibera «illegittima». «Secondo il vostro libro dei sogni, il programma elettorale – ha detto Mario Molteni, Per Como – avremmo dovuto avere 250 appartamenti comunali in più, a un anno dalla fine del mandato ne vendiamo una sessantina!». «Non ero pregiudizialmente contrario, ma l’evoluzione che ha avuto mi porta a votare contro» ha affermato Valli. La delibera è stata perciò approvata compattamente dalla maggioranza con il voto contrario di tutte le minoranze. [Michele Donegana, ecoinformzioni]

 

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