La banalità del male sta ad Auschwitz. Nei capelli, negli occhiali, nei vestiti e negli oggetti personali dei prigionieri, nelle regole e nelle procedure dei loro aguzzini. Sono rientrati domenica 31 gennaio da Cracovia i 21 partecipanti comaschi al Treno per la memoria, l’iniziativa promossa da Cgil e Cisl Lombardia in occasione della Giornata della memoria, in ricordo dell’Olocausto. Il gruppo comasco era composto da 12 studenti della classe IV L del Liceo linguistico Carlo Porta di Erba, accompagnati dalla loro insegnante Monica Acerboni, docente di tedesco, da 2 pensionati dello Spi Cgil, 2 lavoratori della Fillea Cgil e da altre 4 persone, delegate e lavoratrici della Cgil. In totale il treno partito da Milano mercoledì 26 gennaio comprendeva oltre 600 persone provenienti da tutta la Lombardia. Nel corso del viaggio di conoscenza i partecipanti hanno visitato i campi di Auschwitz I e Birkenau (o Auschwitz II), la città di Cracovia e il suo ghetto ebraico. Inoltre, il gruppo ha partecipato a un concerto di musica d’autore con Renato Franchi e i musicisti dell’Orchestrina del Suonatore Jones e a un convegno conclusivo, il 29 gennaio, nel corso del quale gli studenti hanno presentato dei loro lavori e progetti sul tema della Shoah e dello sterminio degli ebrei da parte dei nazisti. La scuola di Erba, nello specifico, ha illustrato un lavoro di approfondimento sulla Lagersprache, la lingua parlata nei lager: l’uso dei termini in senso dispregiativo, la nascita di termini a metà tra vari idiomi, una sorta di esperanto tipico solo di quei luoghi di morte…Per settimane, prima di partire, i ragazzi di tutte le scuole hanno approfondito uno o più temi legati all’Olocausto, nell’ambito di un percorso didattico finalizzato appunto alla visita dei campi in Polonia. Il 28 gennaio, inoltre, ragazzi e lavoratori hanno dato vita a una breve cerimonia in ricordo di tutte le vittime della Shoah, nel corso della quale è intervenuta anche Susanna Camusso, segreteria generale della Cgil nazionale. Ma come reagiscono i più giovani di fronte ai luoghi del genocidio nazista? «Nella fase di preparazione del viaggio – ha dichiarato l’insegnante Monica Acerboni, alla sua seconda esperienza come partecipante al Treno per la memoria – i ragazzi si sono dimostrati molto interessati e coinvolti, così come nell’incontro che abbiamo fatto nel viaggio di andata, da Milano a Cracovia, con le altre classi. Ora ne parleremo in classe, avranno tempo e modo per riflettere su quest’esperienza ed elaborarla. Si tratta di un progetto fondamentale ed indispensabile anche per “farli uscire dai loro gusci”, per fargli imparare l’importanza di condividere e raccontare. Come insegnante spero di raccogliere le loro impressioni e restituirle al meglio ai loro compagni di scuola, anche in occasione, il 2 e 4 febbraio, della presentazione di questo progetto a tutto l’istituto, incontro al quale seguiranno altre iniziative su questi temi. Sono grata al sindacato per aver dato ancora una volta quest’opportunità unica, è uno sforzo notevole dal punto di vista organizzativo ma ne vale la pena, e da parte nostra c’è la volontà di organizzare lo stesso percorso anche l’anno prossimo, magari in una nuova forma e con nuovi progetti didattici, con le classi quinte». Per Stefano Chippari, 30 anni, e Davide Turati, 26 anni, operai iscritti alla Fillea Cgil di Como, Rsu nell’azienda in cui lavorano, a Inverigo, «è stata un’occasione per confrontarsi su questi temi, con persone di tutte le età, studenti e lavoratori. Visitare i campi, respirare la stessa aria e stare negli stessi posti in cui ebbe luogo lo sterminio degli ebrei e di molte altre persone è stata un’esperienza unica, un modo per rendersi davvero conto in prima persona dell’orrore di Auschwitz». Per chi scrive, infine, Auschwitz può essere anche un luogo per riflettere sul tema della memoria: ricordare forse non basta, per l’affermazione di una cultura di Pace occorre pensare, magari, che ogni discriminazione è una stella di David, e che ogni guerra porta in sé l’annientamento di un popolo, e che ogni diritto umano violato, in qualsiasi paese e verso qualsiasi persona, può essere letto come un ennesimo affronto a quella lezione, al dramma del Novecento e a quello che ancora può insegnare. [Barbara Battaglia, ecoinformazioni]

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