Il Consiglio comunale di Como di lunedì 19 settembre

 Paratie: per Bruni saranno finite in due anni, «se tutto va bene»;  i progettisti originari «è stato cambiato tutto»

 Poca la partecipazione popolare al Consiglio comunale aperto sulle paratie a Como lunedì 19 settembre, mentre l’aula consiliare è stata riservata agli amministratori, ai tecnici e alla stampa, i pochi cittadini accorsi sono stati invitati a prender e posto in Sala stemmi, solo una quindicina di rappresentati dell’Udc con le bandiere hanno fatto un presidio all’ingresso del Municipio distribuendo volantini che chiedevano alla maggioranza in Consiglio comunale: «una profonda riflessione, per far fronte al progressivo deterioramento della città di Como e valutare se è ancora in grado di perseguire il bene dei cittadini comaschi».

Preliminari

Nelle preliminari Giampiero Ajani, Lega, ha chiesto di avere copia dei verbali del sopraluogo dei vigili comunali alla locomotiva d’epoca ai giardini a lago forse utilizzata per dormire da qualche senza casa.

Donato Supino, Prc, ha chiesto chiarimenti sulla risposta ottenuta su un meccanico «chi gli ha dato l’autorizzazione?», Pasquale Buono, Fli, si è lamentato per lo sporco che attanaglia il porticato del Broletto, mentre Vittorio Mottola, Pd, ha denunciato lo spreco di acqua scoperto dopo le maxi bollette in via Pascoli a Sagnino che hanno portato al rinvenimento di una perdita «75 litri al minuto per tre anni!!!». Il consigliere democratico è tornato poi a chiedere chiarimenti sul posteggio in via Segantini utilizzato come posteggio per camper.

«Bisogna accelerare l’iter per la destinazione dell’Abbondino d’oro al professor Luraschi» ha chiesto Michele Alogna, Pdl, che si è poi scagliato contro la Giunta rea di aver disdetto l’accordo con le associazioni di pensionati per l’apertura e chiusura dei cancelli giardini pubblici «se non verrà ripristinata andrò dal prefetto per i problemi di ordine pubblico che ne possono conseguire».

Una difesa del Palazzetto del ghiaccio è venuta da Alessandro Rapinese, Adesso Como, che ha aspramente criticato la decisone di Csu di chiudere la struttura per mancanza di fondi quando «per Merci in centro spende 90mila euro l’anno» e «sta sperperando soldi nella gestione del’autosilo davanti all’ex Ospedale». Il consigliere di Adesso Como ha poi attaccato direttamente il sindaco per il ricovero dell’ex gestore del Bar Battello, fallito a causa del cantiere delle paratie, uno dei genitori morosi nei confronti dell’amministrazione per la mensa scolastica dei figli che per protestare ha iniziato uno sciopero della fame sotto la casa del primi cittadino comasco. «Vergognati!» ha urlato più volte il consigliere all’indirizzo di Bruni venendo ripreso dal presidente del Consiglio.

Pastore ha preso poi la parola per ribattere a quanto affermato da Rapinese su un giornale locale «prima di scrivere sciocchezze chieda pure di che si tratta, era una riunione di presidenza del consiglio comunale».

Ticosa

Il sindaco ha quindi preso la parola per spiegare l’evoluzione della situazione dell’area ex Ticosa per cui il Tar lombardo ha respinto il ricorso di Multi nei confronti del Comune annullando però due emendamenti approvati dall’aula, quello per una doppia viabilità in galleria e quello che chiedeva di far passare in Consiglio ogni eventuale modifica «ritenuto ridondante rispetto alla legislazione vigente».

Paratie

Il primo cittadino comasco ha quindi presentato l’ordine dei lavori della serata di presentazione del progetto paratie, con lo spazio per eventuali domande di chiarimento a cui sarà data una risposta il 3 ottobre.

In primis il sindaco si è scusato «è da tanto tempo che sono sollecitato a fare una serata informativa sull’argomento» ora però «siamo a un punto di snodo, questa mattina è stata approvata la seconda perizia di variante» e «Regione Lombardia ha mandato una lettere che mette a disposizione del Comune i progetti del Concorso di idee».

Tra gli invitati mancava l’architetto Cosenza, il rappresentante dell’amministrazione provinciale che aveva bloccato il cantiere sulla perizia dell’ultima variante, in una lettera al Consiglio ha dichiarato l’inutilità della sua presenza «essendo superato ogni dissenso espresso dalla Provincia», come da una lettera letta da Pastore.

Fra gli ospiti, per prima ha parlato la rappresentate della Regione Adriana Mai, che ha ripercorso la storia del Piano Valtellina e spiegato che nella gestione delle piene del lago attraverso gli invasi e le chiuse di Olginate «abbaiamo raggiunto i limiti», parlando quindi della indispensabilità di un intervento «assolutamente normale e doveroso».

Dopo di lei è intervenuto il tecnico comunale ingegner Ferro che ha spiegato come le modifiche tecniche abbiano eliminato le paratie e portato ad un sistema di difesa a bordo del lungolago con panconi (delle assi metalliche da infiggere fra le colonnine della ringhiera del lungolago per bloccare l’acqua) «che permetto interventi in gradualità». Il tecnico ha annunciato una terza perizia che «sarà quella di completamente funzionale finale dell’opera».

Ha preso quindi la parola l’altro rappresentante comunale nel cantiere l’ingegner Viola che ha illustrato alcuni dati e spiegato la necessità della seconda perizia «a causa di imprevisti imprevedibili». Sul cedimento della nuova scalinata ha ammesso che «non sappiamo ancora quanti tiranti si sono rotti», ma è certo che «la palancola di monte si è spostata di circa 15 cm», per cui «le conclusione le tireremo alla fine».

Il professore Beretta ha invece spiegato che per potere intervenire per edificare la vasca A, quella verso S. Agostino, si dovrà abbassare la falda verso terra di 5-6 metri e per far questo senza ledere la staticità degli edifici prospicienti si installerà un sistema di palancole anche interne verso la città.

E sull’installazione di questo sistema ha rassicurato tutti il professor Jurina «il traffico veivolare crea vibrazioni più pericolose delle tre palanco late». Il docente del Politecnico ha quindi illustrato con delle slide le modalità di posa dei circa 500 panconi che verranno infilati nelle colonnine di sostegno della ringhiera su tre livelli.

Di due anni per completare tutto ha parlato Bruni tirando le conclusioni degli interventi che voluto rassicurare l’uditorio sulle sorti di Sacaim «se il Tribunale di Venezia ha approvato l’amministrazione straordinaria vuol dire che c’è un progetto di risanamento finanziario».

Tutto bene allora?

Molti hanno da ridire e chiedono chiarimenti per primo uno dei progettisti originari, l’architetto Conti, che ha difeso il suo lavoro e quello dei colleghi. Molti dei lavori messi in variante non è che non fossero previsti, come ad esempio la pendenza delle vasche di raccolta delle acque, ha spiegato il professionista, ma «dopo la gara d’asta andata deserta nel ’03, abbiamo avuto pochissimo tempo per rivedere il progetto e abbiamo dovuto ridurre le voci di spesa». Conti si è dissociato in toto dalla costruzione del muro «non aveva nulla a che vedere col progetto originale, era difforme per sedime, dimensione e cubatura» e ha lamentato la rimozione dal progetto di una statua di Somaini per cui «il progetto è stato modificato in via sostanziale dal punto di vista strutturale, paesistico, architettonico, ambientale».

Finiti gli interventi tecnici è stato dato spazio alle domande dei consiglieri a cui verrà data risposta il 3 ottobre, molti, di maggioranza e opposizione, si sono chiesti l’effettivo costo del montaggio della futura struttura a panconi, in termini di tempo e persone oltre che di manutenzione (e dove verranno stoccati). «Chi sono i progettisti ora? – ha chiesto il capogruppo del Pd Mario Lucini – il Comune ritiene i progettisti responsabili dei problemi?», «nessuno ha più la paternità di quanto accaduto?» ha rincarato Bruno Magatti, Paco, «il panorama è estremamente confuso» ha chiuso Dario Valli, Area 2010. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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