Altra Como il 15 ottobre: “Siate pacifici e alzate le mani al cielo”
Raffaele Faggiano risponde con un comunicato di Altra Como alle accuse mossegli dal Corriere di Como e da altri organi di stampa in riferimento ad una mail nella mailing list di Altra Como. Faggiano smentisce chi lo indica come detrattore delle Forze dell’ordine e dichiara che «ci si fiderà sempre delle forze dell’ordine, non esiste altra struttura riconosciuta dallo Stato per difendere il cittadino e la quiete pubblica», accusa gli organi di stampa che hanno dato grande rilievo alla questione di aver così strumentalizzato una paura che realmente esiste.Scrive Faggiano: «Quanto riportato da alcuni organi d’informazione – locali e non – è veramente vergognoso. E’ stata ripresa una mail inviata alla nostra mailing list il 13 settembre, dunque prima dei fatti accaduti a Roma, con lo scopo preciso di aiutare a ragionare e ad evitare gli scontri poi avvenuti. La nostra mail riportava parole scritte da un genitore in face book – spaventato per il figlio in partenza per Roma, come chiunque avrebbe potuto esserlo – per quanto sarebbe potuto accadere. Parole riprese allo scopo di far nascere una discussione che poi nella realtà non vi è stata. I riferimenti son davanti a tutti noi, nella cronaca recente: – Federico Aldrovandi, morto appena maggiorenne per colpa di quattro poliziotti che hanno rotto sul suo povero corpo ben due manganelli, il 25 settembre 2005; – Giuseppe Uva, morto nell’ospedale di Varese dopo una notte passata dentro la caserma dei Carabinieri, il 14 giugno 2008; – Stefano Cucchi, morto dopo un pestaggio subito dentro il tribunale di Roma, il 22 ottobre 2009; – Michele Ferrulli, morto durante un fermo di polizia a Milano il 30 giugno 2011.
Questi solo alcuni esempi di persone inermi e disarmate, morte senza colpe: dovremmo sentirci sicuri? E’ logico che ci si fiderà sempre delle forze dell’ordine, non esiste altra struttura riconosciuta dallo Stato per difendere il cittadino e la quiete pubblica. I fatti purtroppo non sono contestabili».
Faggiano prosegue poi, dopo avere fatto riferimento a inchieste che confermerebbero la possibilità dell’uso di droghe anche tra le forze dell’ordine, affermando che: «Rilanciare una mail a posteriori – fuori dal suo momento – è come dire che la borsa è in rialzo quando è in caduta libera: non c’entra più nulla. E’ logico che, per rispetto di tutti, fosse stata inviata oggi al sito sarebbe stata comunque pubblicata, come ho detto al giornalista del Corriere di Como quando mi ha chiamato, dato che non siamo per la censura, ma bensì per la discussione. Certamente non l’avrei utilizzata all’interno del cappello dell’editoriale, perchè ormai i giochi sono fatti e la manifestazione è stata fatta: “attenti a quel che può succedere sabato” non lo devo dire più a nessuno. L’articolo uscito sul Corriere, come in altri organi di stampa, non cita quanto da noi rilanciato il giorno stesso della manifestazione su twitter come appello ai manifestanti: “siate pacifici e alzate le mani al cielo”, o la mail partita lunedì 17 al ritorno della nostra corrispondente da Roma, che raccontava la realtà della manifestazione cui aveva partecipato. Tutto questo a qualcuno è sfuggito, probabilmente volutamente e per fare audience.
Esprimo la mia massima stima al direttore di RaiNews, testata che ha voluto mandare in onda la diretta degli scontri, mostrando l’azione di camionette che correvano tra i manifestanti e criticandola, per poi venire ripresa dall’onorevole Butti, che avrebbe voluto fosse oscurato il tutto, investimenti avvenuti compresi. Tralasciamo l’utilizzo dei gas lacrimogeni, vietati ormai da tempo perchè cancerogeni, anche in questo caso utilizzati scaduti. Certamente non mi sembra corretto che sia stato mostrata una forma di “cronaca nera” di una grande manifestazione, quando tanti media non hanno trasmesso una sola immagine delle oltre 200 mila persone che hanno sfilato per le strade di Roma fino a tarda notte.
La stampa, che avrebbe dovuto alzare i riflettori prima della manifestazione, incontrando le parti, magari facendo incontrare le parti, cercando di portare calma, ragionamento e coordinamento tra forze dell’ordine e manifestanti – masse composte alla fin fine da precari – dov’era?
E perchè il corteo è stato bloccato e caricato in quella piazza, non poteva essere concessa?
Sarebbe certo auspicabile – fermo restando il diritto di manifestare la propria opinione e di far libera cronaca – che non si paventino rischi di scontri solo per dire poi “ve l’avevamo detto” e assimilare tutti i manifestanti a dei violenti, ma per indurre un clima sociale e politico più sereno, democratico e sicuro. Per tutti». [Raffaele Faggiano]