Parole chiave per aprire il destino della città di Como
Nuova, affollata tappa del percorso di avvicinamento alle primarie del centro-sinistra a Como. Alla Cascina Massée di Albate, almeno cento persone hanno assistito e partecipato fino alla fine all’incontro con i quattro candidati alle primarie: Marcello Iantorno, Gisella Introzzi, Mario Lucini, Bruno Magatti, con l’introduzione dell’arch. Franchi e il coordinamento del giornalista Enrico Marletta. Tema centrale avrebbe dovuto essere il PGT (Piano di Governo del Territorio) di Como; in realtà, si è più genericamente affrontato il tema del futuro della città. E, piuttosto che fare una cronaca “burocratica” della serata, proviamo a mettere in evidenza alcune parole chiave intorno a cui si sono concentrati i ragionamenti.
Dividiamo le parole chiave in tre gruppi: quelle in crescita (▲), quelle stazionarie (▬) e quelle in evidente calo di gradimento (▼), non solo e non tanto per i candidati ma anche per il pubblico “che prende la parola”. Si intende che il giudizio sulla lista di gradimento – in rigoroso ordine alfabetico – è frutto di percezione personale.
città-europea (▲): è il modello certificato della città “giusta”; la città-europea è senza traffico (wow! quale?), la città-europea è sostenibile (concetto chiave un po’ in ribasso, preso singolarmente), la città-europea è sensibile, la città-europea è bella e buona; nessuna riflessione – ahimé – sul difficile equilibrio tra problemi, costi, sacrifici, diritti, risultati che tutte le città europee, anche le migliori, mettono in campo; nessuna riflessione su quello che altre città-non-europee possono insegnare (terzomondismo a parte, se non ricordo male una delle città a miglior sostenibilità è Montreal, in Canada).
città-universitaria (▬): è la città dei giovani per eccellenza (dei giovani che studiano, si intende, non di quelli che già lavorano o che non riescono a lavorare); è la città dei giovani che vengono dal mondo (per studiare, mi raccomando); poca riflessione sul fatto che le città-universitarie non esistono, ma sono sempre città con una o più università (non è la stessa cosa), e che il campus è solo una metafora di città.
commercio (▲): il commercio è l’anima del rinnovamento; Como è (sarà) una città commerciale; il commercio può dettare le regole dello sviluppo (non vorremo mica intralciare lo shopping…).
dibattito (▬): il dibattito è sempre importante ma è meno gradito rispetto alla partecipazione; il dibattito è comunque un problema sulla strada della decisione, la partecipazione no.
governo (▼): per quanto inserito nel titolo della serata, il governo del territorio non gode di buona stampa; appare faticoso e burocratico e fa poca audience; se non ci siamo sbagliati è stato citato una sola volta da un solo candidato.
mobilità (▬): è sempre al centro dell’attenzione, ma è difficile muoversi da idee talmente ripetute da sembrare ormai vecchie (la pedonalizzazione – vedi sotto –, la metrotranvialeggera – che sono trent’anni che se ne parla…); piste ciclabili in calo, da questo punto di vista Como è una città faticosa.
monetizzazione (▬): “vendere” qualcosa (suolo, qualità, diritti) in cambio di denaro contante e sonante (che ha quasi sempre la stessa origine “discutibile”) è e resta un problema, ma è anche spesso ritenuta una necessità inevitabile.
paesaggio (▼▼): un vero disastro; il paesaggio è lì e nessuno se ne cura (finché si vede…, e muri così alti saranno sempre troppo costosi, per fortuna); il paesaggio si difende e “difendere” è parola che appare vecchia, conservatrice; citato da un solo intervento dal pubblico, con una sola – breve – risposta dal tavolo; bisognerebbe inventare il paesaggio partecipato (vedi sotto).
partecipazione (▲▲): è quasi sempre sinonimo di “prendere la parola”, qualche volta però la si usa nel senso di “consultazione”; in ogni caso senza partecipazione non si va da nessuna parte; solo qualche provocatore (in senso buono) propone l’idea di “autodeterminazione” o addirittura di “autocostruzione” (ma si sa, sono esempi lontani, quasi mitici, raccontati in lingue strane che quasi nessuno conosce).
pedonalizzazione (▲): le aree pedonalizzate vanno estese; con la pedonalizzazione migliora il commercio (vedi sopra), la vivibilità, per non parlare dell’happy-hour; poche riflessioni sulla necessità di integrazione tra i diversi modelli di mobilità (vedi sopra).
residenze (▼): le residenze costruite sono troppe (vero!), moltissime sono sfitte (verissimo!!), non costruiamo più neanche un centimetro cubo di residenze (ehi, un momento, non esageriamo); giusta provocazione dal pubblico; altrettanto in calo – ma più citato – l’housing sociale (suona meglio che case popolari che fa subito “periferia”).
riqualificazione (▲): la si sostituisce a “trasformazione”, di cui è l’evoluzione in positivo; qualsiasi cosa (edifici, aree, città) abbandonata a se stessa può e deve essere riqualificata; la riqualificazione evoca la qualità (non la qualifica…); si ignora se una cosa priva di qualità originaria possa essere “ri”-qualificata.
territorio (▼▼): continuo la mia personale campagna; all’assessore alla cultura la parola “territorio” fa venire l’orticaria, ragione per cui la ripeterei a ogni piè sospinto, opinione poco condivisa dai candidati alle primarie; non parlare mai di territorio rimuove il contesto (mai citato); e il territorio non si risolve sempre in una “rete”…
tessile (produttivo) (▬): è motivo di rimpianto e di sconforto; dopo aver cacciato il settore produttivo (tessile) senza quasi una voce di dissenso, ci si chiede se non sia stato un errore, e quindi come si possa fare a recuperarlo; il produttivo resta un problema, senza molte idee nuove su cosa fare.
vuoti (▼): i vuoti (sempre al plurare) sono abbastanza citati, ma sempre nel senso che vanno riempiti; il concetto quindi è poco gradito; io qualche vuoto lo lascerei.
Postilla sui miti. Curiosamente alcune parole (concetti, elementi) assumono un ruolo mitico.
Cressoni: il teatro in centro a Como se lo ricordano tutti (è il più citato!); potere del Mario Bianchi, che lo tirò fuori dal cilindro (ce l’aveva, ce l’aveva…) un po’ di anni fa; ma il Cressoni non ha un ruolo in città da almeno cento anni!; cambiò nome in Centrale nel 1913 e fu cinema (di non eccessivo lustro) e cafè chantant e pattinatoio.
Ticosa: la Ticosa è meno mitica (nel senso di epica), ma ormai è talmente lontana nel tempo che ormai nessuno si ricorda bene cosa fu e come fu chiusa e come a nessuno gliene importò.
Turismo: il turismo è una parola buona per tutti gli usi, ma anche in questo caso bisognerebbe ricordare che nessuna città è solo turistica (a parte Disneyland, si intende); solo una volta in tutta la sera è stato ricordato che i turismi sono tanti (quasi più dei turisti).
Città murata: è il mito fondativo di ogni discorso sulla città, è la pietra di paragone per ogni discorso sulle “periferie” (= tutto ciò che non è città murata), è l’esempio eclatante di ciò che alcune passate (molto passate) amministrazioni hanno fatto di buono; poi si alza un’abitante (vera) della città murata e dice che non è tutto oro quello che è murato.
[fabio cani – ecoinformazioni]