Le nuove canzoni di Filippo Andreani “scritte con Pablo”
Che Filippo Andreani non si sarebbe fermato al primo album da solista era evidente per tutti quelli che lo conoscono. Una tale voglia di raccontare, esercitata su un tema difficile come quello dei due partigiani comunisti Neri e Gianna in La storia sblagliata, non poteva certo restare a lungo silenziosa. Domenica, al teatro Lucernetta (off Gloria, visto che il cinema di Rebbio è per il momento inagibile per i concerti), il nuovo album ha visto ufficialmente la luce: Scritti con Pablo è il titolo.
Pablo – per chi non lo sapesse – è il labrador di Filippo, ed è, almeno idealmente, il primo ascoltatore delle sue composizioni: un ascoltatore che ha voce in capitolo, evidentemente, altrimenti non si spiegherebbe quella preposizione “con”. Ma in realtà le nuove canzoni sono scritte con molte altre persone, come Filippo esplicita sempre con molta generosità. Il ruolo dei musicisti che lo “accompagnano” in questi percorsi musicali è sempre fondamentale, e in questo caso la mano di Simone Spreafico – chitarrista e arrangiatore – è davvero centrale; così come la partecipazione degli altri apprezzati interpreti del concerto alla Lucernetta: Marco Castiglioni alla batteria, Massimo Scoca al contrabbasso, Franco Barbera alla tastiera. E poi ci sono le persone a cui Filippo si è ispirato: Mario Monicelli, Bruno Lauzi, Licia Pinelli, oltre a quelle più vicine, tra le quali la dedica più affettuosa è sicuramente quella per Claudia.
Le canzoni, dunque. Filippo Andreani si conferma un “cantautore” impegnato, che non si spaventa di fronte ai temi dell’attualità, della vita e della morte: con una notevole capacità letteraria costruisce testi mai banali, ricercati senza essere leziosi, affascinanti senza essere ammiccanti. Che gli piaccia scrivere è reso evidente anche dal fatto che il CD è affiancato (con una esistenza autonoma, ma coordinata) da un libretto autoprodotto Autobiografia di un volo, in cui le canzoni danno vita a brevi racconti.
Le canzoni sono state molto apprezzate dal pubblico che riempiva il teatrino fino ai limiti consentiti. Se dovessi indicare una mia preferenza la darei a “Quasi soltanto mia”, brano dedicato a Licia Pinelli, moglie di quel ferroviere anarchico che il 15 dicembre 1969 “volò” da una finestra della questura di Milano… Ma la indico soprattutto per evidenziare che la bellezza delle canzoni di Filippo sta proprio nella capacità di raccontare, di costruire una storia che si fa ascoltare, come quando, a metà concerto, resta solo sul palco con la sua chitarra e riprende due pezzi di La storia sbagliata.
La musica, riconoscibilissima nelle linee melodiche più care all’autore, è vestita dagli arrangiamenti raffinati di una band affiatata e professionale, che sostiene la struttura delle canzoni senza mai togliere loro spazio (anche Simone Spreafico misura con estrema attenzione i suoi assoli alla chitarra acustica). Se poi, come è già avvenuto per le canzoni del precedente album, anche quelle “scritte con Pablo” cresceranno di concerto in concerto fino a trovare un nuovo ottimale punto di equilibrio, ci sarà davvero da goderne.
Il CD, intanto, è già in distribuzione, e – immaginiamo – l’autore sarà già in pista per concedersi, senza mezze misure, al pubblico che ha imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo. [fabio cani – ecoinformazioni]