Fondazione Aurelio Macchioro

A Como è nato un nuovo centro culturale: «Un luogo aperto a chi con serietà intenda usare questa biblioteca per produrre idee». Nel pomeriggio di domenica 12 febbraio una cinquantina di persone ha affollato l’inaugurazione della nuova sede della Fondazione Aurelio Macchioro in via Lega insurrezionale 3 a Como.
Una sede ariosa e in pieno centro  per una nuova istituzione culturale che si propone alla città come un nuovo importante centro di cultura.
Uno spazio aperto da poco in cui è stata disposta una parte della biblioteca dello studioso, per ora solo 3-4mila volumi, ma che sarà aumentata in maniera cospicua dal lascito, da parte della famiglia, all’apertura erano presenti la figlia e il nipote, di altri 15mila testi.
A fare gli onori di casa Luca Michelini, esponente del mondo della cultura comasco. docente universitario, e seguace degli insegnamenti dello studioso del pensiero economico a cui è dedicata la neocostituita Fondazione.
Aurelio Macchioro, ha ricordato Michelini, ha vissuto intensamente la seconda metà del Novecento con una partecipazione, un impegno civile e un vaglio critico che si ritrovano ampiamente nelle sue opere. «Uno dei primi, negli anni Quaranta ad introdurre il pensiero di Keynes in Italia» ha ricordato Michelini passato poi, alla partecipazione alla Resistenza, prima fra le fila di Giustizia e libertà e poi nel Partito d’Azione, con l’esperienza nel Cln ravennate appunto per quest’ultimo partito, fino agli studi e all’insegnamento universitario, «con un intervento culturale militante, nel senso in cui lo studio ha come oggetto la pratica, ma che non è mai diventata cultura di partito».
Di qui l’importanza del recupero della biblioteca, il luogo di ricerca e di stimolo, di uno studioso che ha aperto nuovi filoni di ricerca facendo assurgere a nuova dignità la Storia del pensiero economico.
Lo spirito con cui la nuova istituzione si ripropone di affrontare il lascito marchioriano è un «tentativo di rendere vive le carte» e di diventare, secondo il presentatore, «un luogo aperto a chi con serietà intenda usare questa biblioteca per produrre idee».
Un modus operandi che vuole distinguersi da subito nel panorama comasco con la proposizione di un’offerta culturale di livello, che si è vista da subito con gli interventi all’inaugurazione di Terenzio Maccabelli e Gianfranco Giudice.
Il primo, docente universitario a Brescia, ha affrontato il tema della Cultura come capitale, partendo da Marx, per una critica serrata al concetto di capitale umano nell’economia, con riferimento a Gary Becker, rifacendosi agli interventi di Pierre Bourdieu sulle diseguaglianze culturali ed economiche; il secondo ha ricordato la mutabilità del destino delle biblioteche, soprattutto personali, che a volte possono essere un luogo insperato per il ritrovamento di volumi altrimenti introvabili «in mancanza dei quali sarebbe impossibile costruire una catena del pensiero e del sapere fra generazioni».
La fondazione ha già in cantiere alcuni incontri per il prossimo futuro, le date sono ancora da definirsi, con Mario Cingoli sull’ultima edizione del Capitale di Marx con gli ultimi ritrovamenti archivistici, e l’ultimo volume di Gigi Vergallo. [Michele Donegana – ecoinformazioni]

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