Approvata la Dinastia Brueghel

La Giunta comunale comasca ha dato il via libera alla mostra che a Villa Olmo, sino a fine luglio, proseguirà per Tel Aviv, Praga e Miami. Inaugurazione venerdì 23 marzo

 «L’esposizione, ospitata come sempre nelle sale di Villa Olmo, ripercorrerà la storia e l’eccezionale talento della più importante famiglia di artisti fiamminghi tra il XVI e il XVII secolo, attraverso 70 dipinti e 30 tra disegni e grafiche dei suoi maggiori esponenti – spiega una nota di Palazzo Cernezzi –. La città di Como sarà la tappa inaugurale di un circuito internazionale che toccherà poi Tel Aviv (settembre-dicembre 2012), Praga (dicembre 2012 – febbraio 2013), Miami (primavera 2013) e il capoluogo lariano sarà il primo in Italia ad ospitare il capolavoro di Hieronymus Bosch I sette peccati capitali».

Dopo l’inaugurazione di venerdì 23 marzo la mostra resterà aperta quattro mesi fino al 29 luglio.

«Curata da Sergio Gaddi e Doron J. Lurie, curatore capo e conservatore dei Dipinti Antichi al Tel Aviv Museum of Art, ideata e prodotta dall’assessorato alla Cultura del Comune di Como, l’esposizione presenterà opere provenienti da importanti collezioni private e musei italiani e stranieri, tra cui il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Palais des Beaux arts de Lille, il Tel Aviv Museum of Art, il Bonnefantenmuseum di Maastricht, la Pinacoteca Ambrosiana di Milano – prosegue il comunicato –. Il percorso espositivo ruoterà attorno al capolavoro I sette peccati capitali di Hieronymus Bosch – per la prima volta in Italia –, il punto di riferimento stilistico di Pieter Brueghel il Vecchio. Proprio Pieter Brueghel il Vecchio (1520/25-1569, detto Pieter Brueghel I) è il capostipite e il pittore più importante della dinastia artistica più influente nell’Olanda meridionale tra il XVI e il XVII secolo».

«In mostra sarà presentata l’opera La Resurrezione. I dipinti di Pieter I erano per la maggior parte custoditi in collezioni private e pertanto inaccessibili al pubblico, per questo la sua fama è ampiamente riconducibile al figlio Pieter Brueghel il Giovane (1564-1637/8, detto Pieter Brueghel II), il quale assicurò la diffusione delle opere paterne eseguendo copie delle stesse».

«Nel 1616 realizzò la sua prima versione di Festa del villaggio – che – divenne il tema dominante del suo lavoro e lo accompagnò fino alla morte. In mostra, alcuni straordinari esempi della rappresentazione di questi aspetti sono Festa di matrimonio all’aperto, Cacciatori d’uccelli e L’adulatore. L’analisi della Dinastia proseguirà con Jan Brueghel il Vecchio (1568-1625, detto Jan Brueghel I), altro figlio di Pieter Brueghel il Vecchio. Nei paesaggi di piccole dimensioni come Paesaggio fluviale con bagnanti dipinto tra il 1595 e il 1600 circa, abbandonò la composizione tradizionale basata su piani d’immagini ben definiti e conferì maggior rilievo ai primi piani e ai piani intermedi, ottenendo l’effetto visivo di un unico piano. La prima natura morta con fiori del 1615 segnò la sua dedizione a questo genere pittorico che lo portò a essere soprannominato “Brueghel dei fiori”. A Como, si potrà ammirare Madonna con Bambino in una ghirlanda di fiori, realizzata tra il 1616 e il 1618, a quattro mani con Peter Paul Rubens, col quale iniziò una lunga collaborazione e con cui era legato da profonda amicizia, al punto che, dopo la sua morte, Rubens fu nominato suo esecutore testamentario, stringendo un sodalizio anche con il figlio Jan Brueghel il Giovane (1601-1678, detto Jan Brueghel II) – che – conseguì un grande successo attraverso la vendita dei dipinti da lui ereditati, completando quelli rimasti incompiuti e producendo nuove creazioni secondo il suo stile personale. Collaborò a stretto contatto con il pittore di figure Hendrik van Balen, fino alla morte di quest’ultimo avvenuta nel 1632, come esemplificato nell’opera Allegoria dei quattro elementi».

«Jan ebbe undici figli, sette maschi, cinque dei quali divennero anch’essi pittori e il percorso espositivo di Villa Olmo darà conto anche degli eredi di questa tradizione. A partire da Jan Peter Brueghel (1625-1680 ca.) che si dedicò al genere floreale, per proseguire con Abraham Brueghel (1631-1697), pittore di paesaggi e nature morte con fiori e frutta. Uno spazio particolare verrà riservato a Jan van Kessel I (1626-1679), figlio di Paschasia, sorella di Jan Brueghel il Giovane. Si specializzò in dipinti di piccole dimensioni di soggetti tratti dalla natura, soprattutto animali, insetti, uccelli e fiori, e allegorie, come nei famosi Studi di farfalle e altri insetti, in cui gli animali sono raffigurati con rigore scientifico. A Como si potranno ammirare anche le opere di Ambrosius Brueghel (1617-1675), artista poco conosciuto e studiato, come Coppia di nature morte con fiori, e un il ciclo di 4 dipinti raffiguranti l’Allegoria degli elementi: terra, fuoco, acqua, aria».

La mostra costerà 925mila euro, «il 6% dei quali (pari a 57mila euro) sarà coperto da un finanziamento del Comune di Como», per ora le sponsorizzazioni sono «a quota 230mila euro, con trattative aperte per ulteriori 60mila euro», per l’Amministrazione i restanti 638mila euro verranno ricavati dalle «entrate legate alla mostra vera e propria (ricavi dei biglietti, guide, bookshop, teatro, laboratori, bar…)».

L’aspetto finanziario è da anni al centro delle polemiche che accompagnano ogni anno le Grandi mostre: «In questi anni abbiamo portato mille capolavori a Villa Olmo – si difende l’assessore alla cultura Sergio Gaddi – e generato una straordinaria ricchezza per la città con un indotto che tutti gli studi internazionali certificano in oltre 30 milioni di euro. Soprattutto abbiamo qualificato Como come città d’arte». [md, ecoinformazioni]

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