Voci, volti e memorie per la storia comasca contemporanea

È stato presentato nel salone di Confindustria Como, in via Raimondi, il progetto “Voci, volti e memorie” dedicato dall’Istituto di Storia Contemporanea “Pier Amato Perretta” alle testimonianze sul periodo 1943-1945 e sull’immediato dopoguerra.

Le 20 videointerviste raccolte propongono i racconti di persone legate a differenti aspetti della vita di quei fondamentali anni (gli anni della fine del fascismo, dell’occupazione nazista e della costruzione della nuova nazione): esponenti del mondo resistenziale, reduci dai campi di concentramento o di lavoro forzato, espatriati in Svizzera o semplicemente civili, in grado di dare una visione fortemente caratterizzata e non banale degli avvenimenti storici. Dell’ingente materiale raccolto (la durata delle interviste varia da circa 1 ora a più di 3) viene proposta una scelta sui siti web dell’Istituto di Storia Contemporanea (www.isc-como.org) o del centro di ricerca Schiavi di Hitler (www.schiavidihitler.it) di circa 10 minurti a intervista. Scelta che è stata ulteriormente sintetizzata negli esempi proposti durante l’incontro di presentazione: una piccola provocazione per dimostrare quanto sia importante proporre nuovi strumenti di comprensione per un periodo ancora poco studiato. A questi materiali video si sono alternati diversi interventi, coordinati da Valter Merazzi che del progetto “Voci, volti e memorie” è il curatore. Nel suo intervento il prefetto di Como, dott. Michele Tortora, ha ricordato come queste testimonianze servano anche a rendere onore a chi ha contribuito a costruire la nazione nella libertà, nella democrazia e nella pace. Da parte sua, Alberto Longatti – all’epoca della seconda guerra mondiale adolescente – ha sottolineato che tutto quello quello che si agitava “dietro la facciata” si è capito, da parte della maggioranza della popolazione, solo dopo e che proprio per questo è importante ricostruire la quotidianità di quei giorni. Lucia Ronchetti, direttrice dell’Archivio di Stato di Como, ha evidenziato che queste fonti centrate sui racconti orali e sulle prospettive personali si integrano perfettamente con la documentazione scritta conservata negli archivi, così da consentire una analisi più adeguata delle dinamiche storiche.

Il progetto, che fa seguito a una lungo lavoro in questa direzione da parte dell’Istituto di Storia Contemporanea, ha trovato il sostegno finanziario della Fondazione Provinciale della Comunità Comasca e di altri enti e associazioni. [Fabio Cani, ecoinformazioni]

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