Claudio Fava per un’alternativa
«Abbiamo bisogno di un’alternativa civile, politica e istituzionale» dice Claudio Fava, responsabile nazionale di cultura e comunicazione di Sel, all’incontro Politica, etica e questione morale il 28 febbraio alla Sala civica di Villa Calvi a Cantù, invitato per la prima uscita politica del Circolo territoriale di Sinistra ecologia e libertà del Canturino. All’incontro hanno partecipato una quarantina di persone, molti gli esponenti politici locali.
Quest’alternativa secondo Fava cinque mesi fa sarebbe stata diversa. Oggi il Paese sta subendo una forte crisi, il governo Berlusconi, non c’è più e al suo posto si è insediato un governo che si definisce “tecnico”, che sembra piacere a tutti, dal Pd al Pdl. La fotografia di Vasto, che aveva ritratto uniti Vendola, Bersani e di Pietro secondo Fava rappresentava il desiderio di creare un’alternativa al governo Berlusconi con l’unione di Pd, Sel e Idv . Tuttavia adesso la situazione è cambiata. «Di Monti inizialmente abbiamo apprezzato lo stile e la sobrietà, ma non ci convinceva l’idea di una maggioranza che assume tutte le forze politiche; è difficile pensare di affrontare grandi tabù come la legge contro il conflitto di interesse o la riforma della giustizia accontentando sia Bersani che Berlusconi». E infatti – ha continuato Fava – non si è parlato di questo, ma di risanare i conti, presentando questo come un “governo tecnico” che avrebbe rimandato questi provvedimenti alla legislatura successiva.
Per Fava non è così: «Quello Monti è un governo di sostanza politica. Esso esprime, infatti la semina politica di Marchionne, l’idea di un cambiamento dei rapporti di lavoro, la scelta di garantire meno diritti a favore di un incremento della competizione». Riguardo a questo Fava ha criticato l’enfasi data all’abolizione dell’ articolo 18: ci si illude che la competitività passi solo da quell’articolo e non ci si rende conto che i problemi in questo Paese sono altri. «I dati Eurostat mostrano l’Italia al quintultimo posto in Europa per quanto riguarda i salari dei lavoratori, seguita soltanto da Portogallo, Slovenia, Malta e Slovacchia. E sottolineano un vero e proprio spread in termini di salari e stipendi con la Germania». «C’è bisogno di recuperare coesione sociale e tenere conto dell’impoverimento materiale, di affrontare seriamente il tema dell’ autonomia della politica, per far si che le scelte non siano subalterne alle scelte dei privati».
Come deve affrontare questi problemi un governo che richiede una discontinuità con le scelte passate?
Secondo Fava lo si potrebbe innanzitutto contrastare la corruzione, che ogni hanno ha un costo per il nostro paese pari a 60 miliardi di euro. Inoltre si dovrebbe esprimere la discontinuità con il governo precedente rifiutando il “principio di casta”, quello che ha permesso di mantenere Nicola Cosentino nella sua impunità, che vede Marcello Dell’Utri rimanere seduto al Senato, nonostante abbia ricevuto una condanna in primo gradoper associazione mafiosa. Un’ altro elemento che secondo Fava dovrebbe essere prioritario per la costruzione di un’alternativa è promuovere una legge contro il conflitto di interessi, fondamentale per la democrazia del paese, importante indipendentemente da Berlusconi. Fava ha contestato anche lo spreco connesso all’acquisto dei cacciabombardieri F35, strumenti di morte. «Bisogna fare della solidarietà il centro della vita politica – ha detto – e l’attenzione alla solidarietà dovrebbe riguardare anche l’Europa, dove invece sembra che quello che conta sia la competizione». «Abbiamo bisogno di una saggia e vera alternativa. Per farla dobbiamo restituire significato alla parola Diritti, dobbiamo affermare un principio di coerenza e di responsabilità».
All’incontro sono seguite numerosi interventi, alcuni hanno auspicato una tassazione sulle grandi ricchezze, è stato chiesto quali indicazioni darebbe Sel per diminuire lo spreco pubblico e poter aumentare gli stipendi reali. «Adesso il costo del lavoro è alto – ha risposto Fava – e ci sono pochi investimenti nella ricerca e un alto prelievo fiscale sui redditi dei lavoratori. Bisognerebbe arginare la corruzione, andare verso modelli differenti, investire in percorsi di eccellenza e pretendere che la legge sia davvero uguale per tutti». Eugenio Secchi ha sollevato il problema dell’infiltrazione della ‘ndrangheta e della corruzione nel nord del Paese. «La ‘ndrangheta – ha detto Fava – insieme alla camorra controlla la metà della spesa pubblica del Paese, qui è fatta anche da gente lombarda, e fa affidamento a persone lombarde. Riguardo a questo la politica dovrebbe essere capace di esprimere una posizione». [ Matilde Aliffi – ecoinformazioni]