9 marzo: Democrazia al lavoro
Il Comunicato della Fiom di Como sullo sciopero del 9 marzo: «Venerdì 9 marzo i metalmeccanici della Fiom-Cgil hanno proclamato 8 ore di sciopero e indetto per la stessa giornata una manifestazione nazionale a Roma aperta agli studenti, ai precari, ai migranti e a tutti coloro che in questi mesi si sono mobilitati in tutta Italia per i beni comuni.
Le ragioni dell’iniziativa sono evidenti a tutti. È inaccettabile la scelta illegittima di Federmeccanica di non riconoscere l’ultrattività del Contratto Nazionale del gennaio 2008, firmato da tutte le Organizzazioni Sindacali e votato da tutti i lavoratori con un referendum. Le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici hanno diritto ad avere un Contratto nazionale, senza deroghe, che unisca tutti i lavoratori del settore, a partire da quelli Fiat. Quella di venerdì 9 marzo non è però solo una mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici, ma una battaglia per il futuro di tutte e tutti quanti, contro il modello Marchionne che in aperto contrasto con la Costituzione Italiana vuole distruggere diritti e libertà sindacali, peggiorare le condizioni di lavoro, cancellare il Contratto Nazionale e la Contrattazione collettiva. Tutto questo sta avvenendo nel silenzio più totale delle principali Istituzioni del nostro paese, dal Capo dello Stato, al Presidente del Consiglio e ai suoi Ministri. In queste ultime settimane, le ragioni dell’iniziativa della Fiom di venerdì 9 marzo (che inizialmente erano alla base della manifestazione a Roma del 18 febbraio, poi rinviata causa maltempo), sono ulteriormente confermate dal tentativo del Governo Monti, che dopo aver messo mano alla riforma delle pensioni, vuole cancellare l’art.18 dello Statuto dei lavoratori. Il diritto ad essere reintegrati quando si viene licenziati ingiustamente è un principio di civiltà che nei giorni scorsi ha consentito il reintegro dei tre lavoratori della Fiom licenziati ingiustamente dalla Fiat a Melfi e riconosciuto indirettamente i gravi atti di discriminazione verso gli iscritti e i delegati FIOM, situazione inaccettabile in un paese civile e democratico. La Fiom chiede di riaprire la trattativa sulle pensioni e di fronte ad una condizione di pesante crisi nel paese, estendere gli ammortizzatori sociali che hanno consentito di evitare i licenziamenti, a quei settori e a quelle tipologie contrattuali oggi escluse. È fondamentale ampliare l’utilizzo dei contratti di solidarietà e non è certo necessario ridurre la durata degli ammortizzatori sociali. La situazione è drammatica, ci sono le crisi aziendali, i licenziamenti, mancano i soldi; indignarsi è giusto, ma non basta è necessario lottare e venerdì 9 marzo scioperare e partecipare alla manifestazione Nazionale a Roma “Democrazia al lavoro” con i pulman messi a disposizione dalla Fiom di Como».