Ferrero a Como con Supino
«Al primo turno una sinistra forte, per mandare un messaggio al Governo Monti, al secondo sconfiggere le destre» così il segretario nazionale di Rifondazione comunista nel Giorno della Liberazione a sostegno della Sinistra per Como
Dopo le celebrazioni per il 25 aprile la Sinistra per Como ha dato slancio alla propria campagna elettorale con la presenza del segretario nazionale di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, che si è distinto arrivando guidando la propria vecchia automobile.
«Sono molto orgogliosa che sia con noi in questo giorno – ha introdotto la segretaria provinciale di Rifondazione Lina Annoni –, dimostra il valore che diamo a questa giornata».
Ma subito ha attaccato: «Ci è stato negato un accordo con il centrosinistra, ma a Erba e a Cantù siamo in coalizione, la cosa quindi si poteva fare, ma non l’hanno voluto».
«Mi sono impegnato affinché ci fosse uno schieramento di centrosinistra con anche la sinistra – ha aggiunto il candidato sindaco per Sinistra per Como Donato Supino – ma non ci siamo riusciti, spero si riesca a mandare all’opposizione al secondo turno la destra».
A chi rinfaccia la mancata partecipazione alle primarie Supino risponde che: «crediamo nel confronto serio e che le primarie del centrosinistra sono state più una sfilata di persone che un confronto su idee e programma».
«Noi abbiamo un programma alternativo al centrodestra di cui siamo stanchi» ha precisato il candidato della Sinistra per Como auspicando la nascita di un blocco sociale per salvaguardia dei diritti negati. Una politica individuabile anche nella composizione della lista, «non abbiamo imprenditori, è un punto chiave di cosa vogliamo rappresentare», con giovani, precari e più di un terzo di presenze femminili.
«Vogliamo fare una campagna col sorriso e la convinzione delle idee» ha dichiarato Supino illustrando alcuni punti del proprio programma.
Il problema abitativo in città: «Ci sono 3mila case sfitte, 1.500 in costruzione con gli ultimi Piani attuativi approvati e 800 famiglie che chiedono un alloggio». La proposta è quella di una Agenzia pubblica che metta in contatto i padroni delle case sfitte e chi è in cerca di casa e dia una mano facendo anche da garante.
Il sostegno alle famiglie con un contributo a chi è in cassa integrazione e mobilità, la stabilizzazione e professionalizzazione dei dipendenti comunali, la cittadella sanitaria nel monoblocco del S. Anna, tentare di risolvere il problema dei trasporti a Como rilanciando la metrotranvia: «bisogna incalzare regione Lombardia e Trenord».
«Ci contraddistinguono il dire e il fare, non abbiamo mai detto qualcosa che poi non abbiamo fatto» ha concluso il candidato sindaco.
«Una politica che si discosta da quanto offrono le ultime vicende della Lega – ha chiosato Ferrero – non facciamo promesse come chi ha amministrato finora, con una gestione politica che non sia non per sé, ma per il benessere della comunità». Una politica che vuole trovare le sue radici nella questione morale di Berlinguer e in don Milani, aperta a tutta la sinistra: «non ci presentiamo con il simbolo della Federazione della sinistra, ma con Sinistra per Como in cui non sono presenti solo le iscritte e gli iscritti e che vuole essere uno spazio pubblico per tutta la sinistra comasca».
«La crisi della democrazia è sotto gli occhi di tutti e non se ne può uscire con un uomo della provvidenza o l’idea che nella debolezza serva un miracolo, come con il Governo Monti – ha detto Ferrero – c’è la necessità di una partecipazione dal basso, di ricostruire la comunità».
«Nella Costituzione è scritto che il popolo è sovrano ora dicono che sono i mercati ad essere sovrani, è una dittatura del mercato! – ha esclamato – siamo un paese in cui le 10 persone più ricche hanno quanto 3milioni dei più poveri».
Tornando al voto per il segretario del Prc: «Nei fatti ci sarà il doppio turno e bisogna imparare dai francesi, al primo turno bisogna avere una sinistra la più forte possibile e al secondo sconfiggere le destre, serve a decidere che Donato entri in Consiglio».
Ma il voto non avrà una mera valenza locale, ha ammonito Ferrero, verrà letto sul piano politico e servirà «a mandare un messaggio al Governo Monti», perché cambi le proprie politiche, dalle liberalizzazioni, all’articolo 18, gli esodati, la mancata introduzione di una tassa patrimoniale e l’istituzione del’Imu sulla prima casa.
Un ultimo commento, di netta contrarietà, è stato sulla posa delle foto di Mussolini e Petacci a Giulino di Mezzegra: «L’attacco alla memoria della Resistenza fatto negli anni scorsi, in modo pesante e consapevole, vuole portare alla distruzione dei valori della Costituzione per fare politiche palesemente in contrasto col dettato costituzionale». [Michele Donegana – ecoinformazioni] [Foto Gaia Rocchi per ecoinformazioni]