Sbloccati i ristorni

23 milioni di compensazioni finanziarie per il 2010 per i Comuni lombardi di Confine sbloccati dal Canton Ticino

«Il risultato è stato raggiunto grazie alla nostra indefessa azione mirata a spingere il Governo svizzero e quello italiano a sedersi attorno a un tavolo – ha affermato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni all’incontro con i Comuni frontalieri a Varese mercoledì 9 maggio –. Si tratta di un’ottima notizia per i Comuni di confine che finora avevano ricevuto soltanto la metà della quota spettante, così come per tutti i cittadini: i ristorni, infatti, saranno utilizzati per la realizzazione di opere infrastrutturali e sociali a beneficio della popolazione».

Italia e Svizzera siederanno poi a un tavolo di lavoro che affronterà le questioni fiscali e patrimoniali ancora pendenti.

Un risultato ottenuto anche grazie al forte impegno lombardo  ha sottolineato Formigoni: «Da mesi, infatti, la Regione ha sensibilizzato il Canton Ticino, sia direttamente sia tramite diversi uffici, “esprimendo forte preoccupazione per le ricadute negative di questo atteggiamento”».

Un lavoro di pressing a cui si è affiancato anche il Consiglio regionale con un tavolo di lavoro bilaterale assieme ai consiglieri ticinesi.

Un lavoro di squadra apprezzato del capogruppo del Pd in Consiglio regionale Luca Gaffurti che non manca di lanciare però una stoccata al precedente Governo, per lo «sbocco positivo, che oggi finalmente è arrivato, grazie all’interessamento del Governo Monti che, come avevo detto a Lugano, durante l’incontro bilaterale con il Consiglio regionale, si è dimostrato più capace del ministro Tremonti di assumere decisioni e di instaurare un dialogo costruttivo».

«Confido che dati i buoni rapporti storicamente consolidati tra Italia e Svizzera in sede di revisione degli accordi sui lavoratori frontalieri non venga presa in considerazione una quota di ristorno inferiore a quella attuale, pari al 38,8% – conclude Gaffuri –, in quanto questo potrebbe avere effetti drammatici per le finanze di numerosi comuni di confine, molto spesso piccoli centri, che non hanno la possibilità di assicurarsi altre entrate visto che i propri cittadini lavorano all’estero».

«Una boccata d’ossigeno per tutti i Comuni italiani di confine che potranno riceve le quote spettanti e giustamente dovute dalla Svizzera, e continuare a erogare servizi importanti per i propri cittadini – ha dichiarato la deputata comasca del Pd Chiara Braga, con la speranza che la «ripresa di un dialogo e di un confronto completo su tutte le questioni rimaste sinora aperte, dal modello di convenzione di accesso ai mercati finanziari, al tema spinoso e delicato della black list, dalla doppia imposizione fiscale agli accordi bilaterali», possa andare a buon fine. [md – ecoinformazioni]

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: