Parole scomode contro la mafia
L’informazione è importante per sconfiggere le mafie. Per questo Marco Fraceti, collaboratore della rete Antimafia nazionale attraverso l’Osservatorio sulle mafie della provincia di Monza Brianza, ha scritto il libro Briangheta. La ‘ndrangheta in Brianza a cento passi dal Lambro (Edizioni punto Rosso, Milano, 2010), libro che è stato presentato il 24 giugno a Corpi (S)comodi, iniziativa promossa dal coordinamento comasco per la Pace, e dell’ Avc-Csv al Bersagliere di via Como a Cantù. Un incontro che ha avuto poca partecipazione, una ventina di persone, probabilmente a causa dell’orario pomeridiano scelto per la presentazione. L’autore ha presentato il libro avvalendosi anche di diapositive per collocare anche geograficamente i fatti da lui esposti. Tra i promotori dell’incontro il gruppo Verso Libera Como. Presente anche il gruppo Verso Libera Cantù. Guarda le foto dell’iniziativa.«La mafia è presente a Como, e le inchieste lo confermano – ha detto Emanuele Acocella, di Verso Libera Como introducendo l’incontro – e per questo con un gruppo di quindici ragazze e ragazzi del comasco stiamo intraprendendo un percorso per la costituzione di un coordinamento provinciale di Libera a Como. È importante avere un occhio attento sulla presenza della ‘ndrangheta nelle nostre zone».
Il libro di Marco Fraceti, frutto del lavoro svolto in collaborazione con l’Osservatorio sulle mafie della provincia di Monza e Brianza, delinea un quadro ben preciso dell’invadenza della criminalità organizzata nel territorio lombardo. «Dopo l’inchiesta Infinito, che ha portato in carcere più di 180 imputati, e 150 in Lombardia non è stato più possibile negare la presenza della ‘ndrangheta nelle nostre zone – ha detto Marco Fraceti – questa inchiesta ha svelato la presenza di diverse locali di ‘ndrangheta, dove per locale si intende un gruppo di ’ndrine o famiglie che provengono da un determinato territorio, e anche l’esistenza di una rete di relazioni tra le locali, come dimostra lo svolgimento del summit di ‘ndranghetisti nel circolo arci Falcone-Borsellino a Paderno Dugnano descritto nella inchiesta Infinito. Tutto questo a dimostrazione del fatto che la ‘ndrangheta in Lombardia è ben strutturata e la sua presenza non può essere giustificata esclusivamente dal soggiorno obbligato dei mafiosi del sud». Inoltre «La ‘ndrangheta al nord cresce con la connivenza della politica – ha avvertito Fraceti – la politica che garantisce il tramite per infiltrarsi negli appalti pubblici, e nella realizzazione di grandi opere». Tra queste Fraceti ha citato anche la realizzazione della Pedemontana, che vedeva tra le aziende in subappalto anche la Perego Contractors, impresa di movimento terra di Ivano Perego, arrestato a seguito dell’inchiesta Infinito. Questo «asservimento della funzione pubblica all’interesse privato» rende allarmante la situazione nelle nostre zone, e per questo per Fraceti è fondamentale parlarne, perché si deve arrivare a costruire un grande movimento civile che lotti per avere riconosciuti i propri Diritti. «Questo è il senso dell’educazione alla legalità – ha detto Fraceti – affermare di essere portatori di Diritti e non di favori».
A seguito dell’intervento cono state rivolte all’autore numerose domande, Attilio Gerosa di Verso Libera Cantù ha chiesto all’autore quali potessero essere gli strumenti di un comune cittadino o di un consiglio comunale per contrastare le mafie. «Gli strumenti – ha risposto Fraceti – stanno nella gestione trasparente degli appalti pubblici, e per questo sarebbe necessaria una commissione antimafia di soggetti esterni all’amministrazione comunale che la verifichi, l’adesione del Comune ad Avviso Pubblico, associazione che si occupa anche della formazione dei componenti del consiglio comunale per fare in modo che nel loro lavoro sappiano riconoscere e contrastare la criminalità organizzata, e la pressione della società civile». [Matilde Aliffi, ecoinformazioni]