Sciopero generale dei servizi pubblici, Cgil e Uil: «ecco le ricadute della Spending Review sulla provincia di Como»
Il 28 settembre Cgil e Uil hanno proclamato lo sciopero di tutti i servizi pubblici contro i contenuti della Spending Review, ritenuta «una politica di tagli lineari che metterà in crisi la tenuta dello stato sociale, anche in provincia di Como»
Matteo Mandressi, segretario provinciale Fp Cgil, elenca le ricadute che la “revisione della spesa” avrà sul territorio di Como: «Il decreto legislativo 95 stabilisce una riduzione d’organico per ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici del 20% sulla dirigenza e del 10% sul personale dipendenti. Verranno chiusi i tribunali di Erba, Cantù e Menaggio, mentre l’agenzia delle entrate sarà accorpata a quella del territorio e quella dei monopoli alle dogane». Il ridimensionamento previsto dalla manovra colpirà anche sanità ed enti locali: «Per il comparto della sanità – continua Mandressi – il taglio sulle spese del personale sarà dello 0,3%; l’azienda S.Anna, già per il 2012, dovrà ridurre di 524.000 con la messa a rischio di tutti i contratti a termine, ancora più ingente il taglio sul 2013. Per gli enti locali un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri fisserà la media nazionale di dipendenti per mille abitanti. La stima attuale è di 7,44, Il comune di Como, che ha circa 10 dipendenti per mille abitanti (dato è legato al numero di servizi che eroga, 10 asili nido e mense scolastiche) si vedrà costretto a bloccare completamente le assunzioni o, nella peggiore delle ipotesi, a diminuire risorse umane».
«Siamo preoccupati – aggiunge Vincenzo Falanga, funzione pubblica Uil – anche per il riordino delle amministrazioni provinciali. Se entro il 23 ottobre non verrà presentato un piano chiaro e delineato da parte del Consiglio delle autonomie locali alla regione, si corre il rischio che il governo decida coattivamente».
Per i sindacati i prossimi mesi saranno a tinte fosche: la prospettiva è una riduzione importante dei servizi che metterà in difficoltà gli enti locali. «Si corre il rischio – commenta Alessandro Tarpini – che i comuni non siano più in grado di garantire i servizi essenziali alle persone. In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, la situazione che abbiamo di fronte è preoccupante».
Per queste ragioni Cgil e Uil hanno deciso di organizzare una giornata di mobilitazione: «per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto sta accadendo – aggiunge il segretario confederale aggiunto della Uil Salvatore Monteduro – vogliamo sottolineare come il governo non abbia raggiunto gli obbiettivi che si era prefissato e abbia complicato ulteriormente una situazione già di per sé critica, facendo precipitare nella crisi altre categorie che si ritenevano salve».
Lo slogan dello sciopero è Abbiamo già dato: «A tal proposito –conclude Matteo Mandressi – occorre ricordare che le retribuzioni dei dipendenti pubblici sono bloccate per legge dal 2009 e lo saranno almeno fino al 2014, senza possibilità di recupero degli arretrati. Limitandoci alla provincia di Como che conta 8444 lavoratori pubblici (dato 2012 e relativo solo ai tempi determinati), il blocco si traduce in un risparmio strutturale per il sistema pubblico, a regime, di almeno 28,8 milioni di euro (risorse stimate per difetto in caso di rinnovi contrattuali da 120 euro lordi mensili). Quindi, ad una politica di risanamento dei conti pubblici i lavoratori hanno già ampiamente dato il loro contributo» [Andrea Quadroni, ecoinformazioni]
La magistratura dovrebbe leggere un pò i quotidiani e vedere quanti soldi buttano in consulenze extra le Amministrazioni pubbliche. Allora si che si potrebbe trovare un filo logico.