A Cantù la cittadinanza simbolica per tutte le persone “straniere” nate in città

Blog-Cantù-Cittadinanza01L’atto è puramente simbolico, ma è un simbolo forte, e giusto. La consegna della cittadinanza simbolica di Cantù a bambine e bambini nati da genitori stranieri residenti nella città è un bel gesto, anche perché segna in modo netto una radicale inversione di tendenza rispetto alla precedente amministrazione leghista che con una sciagurata ordinanza aveva in sostanza invitato alla delazione nei confronti delle persone “clandestine”.

Simbolico è l’atto, fortemente simbolica la cornice (la consegna delle benemerenze civiche alle personalità cittadine), fortemente simbolico il luogo (la basilica di Galliano che – anche a prescindere dalle sue qualità monumentali – è certamente il luogo “più canturino” di tutti), fortemente simbolica anche l’intenzione di legare questo gesto di riconoscimento delle tante radici della cittadinanza alla celebrazione della “canturinità” (con annessi e connessi tradizionali: dall’artigianato del mobile alla pallacanestro).

Emozianante, per tutto il pubblico (moltissimi i rappresentanti delle comunità di immigrati) e anche per il sindaco, Claudio Bizzozero, è il momento della consegna a una bambina albanese, Pamela, della lettera con cui il sindaco, in nome della città di Cantù, sottolinea l’importanza del fatto che le persone nate in Italia siano riconosciute, senza alcuna limitazione, come appartenenti alla comunità nazionale. Proprio dalla bambina chiamata a rappresentare tutte le persone nate qui ma “ancora” straniere è derivata, secondo il racconto del sindaco, l’intenzione della concessione della cittadinanza simbolica. Tra i molti incontri con persone che soffrono i profondi disagi della presente crisi economica, c’è stato per Bizzozero quello con una giovane madre albanese, la quale – di fronte alle difficoltà di arrivare alla fine del mese – confessava l’intenzione di tornare in Albania, dove la rete delle relazioni della famiglia e del paese le avrebbe forse consentito una vita meno complicata. Ma la giovane aveva incontrato la forte resistenza della piccola figlia, la quale avrebbe risposto alla madre “Non voglio andare in Albania. Tu sei albanese. Io sono canturina”.

Nell’apologo è riassunto il senso della cerimonia canturina odierna, e anche la sua declinazione in chiave soprattutto sentimentale, e non politica; dove il riconoscimento dei diritti è rimasto sottotraccia. Ma, appunto, di gesto simbolico si è trattato, ed è certamente da sottolineare il notevole sforzo dell’attuale amministrazione canturina per condividere questo riconoscimento con la comunità cittadina nel suo complesso.

In chiusura il sindaco ha anche sottolineato l’intenzione di non lasciare isolato questo gesto, ma di ripeterlo tutti gli anni con il conferimento della cittadinanza simbolica a tutti i nuovi nati. E sarebbe bello che questo gesto fosse imitato da molte altre amministrazioni, per diffondere la consapevolezza dell’esigenza di una legge he riconosca la cittadinanza italiana a tutte le persone nate in Italia

Blog-BenemerenzaSergioPorro01Tra le benemerenze civiche consegnate ci piace ricordare quella a Sergio Porro, già direttore della biblioteca comunale di Cantù, poi organizzatore dell’ufficio cultura municipale e da sempre instancabile animatore del Teatro Artigiano, eccezionale compagnia ininterrottamente attiva dal 1969. [Fabio Cani, ecoinformazioni]

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