Andamento del pescato professionale negli ultimi dieci anni

pescato foto Salmerini del Lario«I pescatori di professione attivi nel Lario e nel lago di Mezzola sono 72 (19 residenti in provincia di Lecco e 53 residenti in provincia di Como) -scrive in un comunicato l’amministrazione provinciale – I quantitativi assoluti del 2012 (1951 quintali) sono molto vicini alla media del decennio (1960 quintali). Il pescato si mantiene quindi sostanzialmente stabile». Leggi la tabella ( i dati sono suddivisi per specie ed espressi in kg).

«La sostanziale stabilità del pescato è un fatto molto positivo, perché dimostra che il prelievo è in equilibrio con la risorsa ittica. La pesca professionale, in altre parole, non sta minacciando la conservazione dei nostri pesci. Per mantenere il sistema in equilibrio, le Province di Como e Lecco hanno recentemente stabilito che il numero dei pescatori attivi non potrà essere superiore a ottanta. Se in futuro si raggiungerà questo limite (oggi lo ricordiamo il numero dei pescatori attivi è di 72) l’accesso alla professione resterà bloccato fino all’ abbandono dell’attività da parte di un pescatore attivo. Il pescato è costituito per quasi il 90 % da tre specie ittiche (coregoni, agone, pesce persico) di notevole pregio alimentare. La pesca professionale lariana, quindi, ha un “valore economico” significativo – senz’ altro superiore al milione di Euro – e genera un indotto – quello della ristorazione specializzata – nient’affatto trascurabile. La specie di gran lunga più abbondante – il coregone – è inoltre molto esigente dal punto di vista ambientale, a conferma della buona salute dell’ecosistema lago. Per quanto riguarda le singole specie bisogna segnalare, in positivo, il vistoso aumento del salmerino, le cui catture nell’ ultimo anno sono più che raddoppiate. Si tratta di un pesce di notevolissimo pregio alimentare e anch’esso è un ottimo indicatore della qualità delle acque. Tra le specie di maggior interesse per la pesca professionale si registra invece un trend in leggera discesa delle catture di agone e, ancora più marcato, del cavedano»

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