Sapere è un verbo all’infinito
Ernesto Nathan Rogers definì Munari «un verbo all’infinito». Da questo gioco polisemico le sorelle Granata hanno tratto il titolo del loro libro Sapere è un verbo all’infinito, presentato alla Feltrinelli il 20 maggio nella settimana dedicata alla casa editrice Il Margine.
«Non è stato facile -dicono le autrici- trovare chi pubblicasse la nostra opera a sei mani, perché non si capiva …in che scaffale collocarla». Le pagine di Anna, Chiara, Elena, nascono infatti dall’incontro di più saperi e tendono ad una loro conciliazione armonica. «Nella scuola, ed anche nell’istruzione universitaria, si tende ad una catalogazione dello scibile, dimenticando il sapore di una cultura che coltivi globalmente la persona». Elena, architetto e docente del Politecnico di Milano; Chiara, filosofa e musicista; Anna, ricercatrice in pedagogia interculturale all’Università di Torino, raccontano l’intreccio fecondo dei loro differenti saperi, accomunati dalla passione di conoscere e da un approccio emozionale all’apprendimento. «Non avete litigato, nello scrivere questo libro?» chiede qualcuno dal pubblico. «Essere sorelle è stata piuttosto una ricchezza, ha nutrito una complicità che ci ha aiutato a stendere, in due anni, i cinque capitoli di questo insolito testo». 1. La mano, che entra in contatto con le cose; 2. lo sguardo e quello che guarda; 3. la buona terra; 4. il silenzio tra due amici; 5. cavallo che corre in libertà: un percorso concreto, fatto di esperienze vitali e di rimandi ad autorevoli maestri e maestre del sapere (Darwin, Montessori, Florenskij, Tagore, Arendt, Yourcenar…) raccontato con un pathos tutto femminile. Ad accompagnare le parole sorridenti di Elena e Anna, le note vibranti dell’arpa di Chiara, che hanno aperto e chiuso il fertile incontro con il Sapere. «Una bellissima serata -sottolinea Grazia Villa- con pensieri forti in libertà femminile, un regalo». Un grazie ed un augurio: che il loro pregevole testo possa circolare anche nelle scuole e contribuire ad accostare i giovani ad una visione critica del sapere. [Serena Scionti per ecoinformazioni]