Nel segno della balena

Blog-Balena-00 Nel giardino di Villa Olmo si è inaugurata nella mattinata di domenica 26 maggio 2013 la mostra di sculture di Nicola Salvatore dedicata alla “balena”, tema ormai ricorrente nella ricerca dell’artista, da molti anni residente a Como.

 Favorita dalla più bella giornata di sole da molto tempo a questa parte, la mostra di Nicola Salvatore ha dato il meglio: illuminate da una luce squillante, stagliate contro un cielo di un intenso azzurro, o contro un panorama di lago e monti e cupole del duomo, le opere hanno messo in evidenza il valore di arte “pubblica” della scultura, un valore “sociale” e “ludico” allo stesso tempo.

Le diverse opere sono continue variazioni sul tema della balena: a volte ridotta fino all’essenziale ideogramma dello scheletro, altre volte al volume o alla superficie del corpo; forme che nonostante tutto (nonostante l’imponenza e la non immediata riconoscibilità all’origine) si rivelano flessibili e dinamiche, tanto da essere utilizzate non solo come grandi monumenti ancorati al suolo ma anche come agili bandiere da alzare al cielo.

La balena è dunque un segno dal significato aperto. L’autore invita a non chiedersi sempre “perché la balena?” (“sarebbe come chiedersi perché ci si innamora…” dice) e, anche se c’è chi si avventura in spiegazioni storiche e biografiche, alla maggior parte del pubblico sembra proprio che bastino quelle presenze misteriose ma rassicuranti, quell’animarsi del giardino in forme animali e astratte a un tempo.

Le mostre di scultura all’aperto sono, purtroppo, un genere non troppo praticato dalle nostre parti (ma basta una passeggiata sul lungolago di Lugano per rendersi conto del loro innegabile fascino), sono invece capaci di coinvolgere un ventaglio assai ampio di persone, senza preclusioni di culture e di età (e bambini e bambine presenti all’inaugurazione erano eloquenti “testimonial” di questo interesse). Speriamo quindi che la mostra di Nicola Salvatore sia la prima di una serie di iniziative analoghe, con l’obiettivo di ravvivare in città l’attenzione per la dimensione pubblica dell’arte. [Fabio Cani, ecoinformazioni]

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