
Il Monumento ai Caduti di Erba: restauro e approfondimento
Il centenario della prima guerra mondiale sta dando anche nel territorio comasco i primi frutti concreti: un rinnovato interesse per quelle tragiche vicende conduce a volte alla valorizzazione di elementi memoriali di grande pregio.
È il caso di Erba, dove il Monumento ai Caduti, realizzato secondo il progetto di Giuseppe Terragni e inaugurato nel corso del 1932 (a quasi quattordici anni dalla fine del conflitto!), è stato oggetto di un attento lavoro di restauro, curato dall’architetto Marco Ortalli, per preservarlo dal degrado e garantirne la conservazione, restauro inaugurato nella serata di ieri, 2 luglio.
Caratterizzato da un radicale inserimento nel paesaggio, il Monumento di Erba sorge sulla collina nei pressi della villa Mainoni e della chiesa prepositurale, ed è introdotto da una lunga e scenografica scalinata. In cima, un ambiente aperto da un porticato accoglie il sacrario, a sua volta sormontato da uno spazio erboso cinto da un’esedra in pietra viva.
Interessante per la sintesi profondo tra elementi tradizionali e proposte d’avanguardia, il Monumento rischiava il deperimento per la scarsa manutenzione (non solo degli elementi in muratura, ma anche di quelli naturali, come la doppia fila di cipressi a fianco della scalinata), oggi scongiurato dal comune sforzo di enti pubblici, club di servizio e soggetti privati.
Un risultato che è stato sottolineato con molta soddisfazione e anche un po’ di enfasi dai molti discorsi inaugurali. Certo un po’ più di considerazione per le vicende storiche non sarebbe stata fuori luogo: il sacrificio dei caduti nella prima guerra mondiale è stato ripetutamente collegato alla “riconquista della libertà” (forse confondendosi con l’esito della lotta di Liberazione al termine dell’altra guerra mondiale, la seconda…) e poche parole sono state dedicate all’immane tragedia di quel conflitto, dove inutilmente perirono in Europa milioni di vite (anche il pontefice Benedetto XV, regnante in quegli anni, la definì “inutile strage”), una tragedia che si riflettè su ogni regione italiana (in provincia di Como i morti furono circa 9000) e di cui i Monumenti ai Caduti sono un’importante traccia di ricordo.
Maggiore sforzo di approfondimento è stato dedicato al Monumento di Erba in una mostra, inaugurata subito dopo la cerimonia al Monumento, allestita nella vicina Villa Candiani.
Curati da Alberto Novati e Aurelio Pezzola, i pannelli propongono un’interpretazione simbolica del manufatto che, superando la retorica patriottarda, lo ricollega agli archetipi più profondi della cultura umana. Con le belle fotografie di Giovanni Colosio e l’efficace impaginazione di Giovanna Saladanna, l’esposizione si propone di rafforzare la consapevolezza dell’importanza culturale della collina erbese dove sorge, oltre a Monumento, anche il Teatro Licinium.
La mostra, accompagnata anche da un catalogo con numerosi saggi, è visitabile fino al prossimo 4 novembre (orari: martedì e giovedì dalla 16 alle 18.30, sabato dalle 15 alle 18.30). [Fabio Cani, ecoinformazioni]
Un momento dell’inaugurazione
Una sala della mostra col plastico del Monumento ai Caduti