
Referendum Possibile/ Impossibile
Referendum im-possibile per mancanza di un numero adeguato di firme quello che a Como ha raccolto l’adesione di più di 700 persone. Naturale l’amarezza degli attivisti lariani dopo l’annuncio dato da Civati della rinuncia alla presentazione delle firme in Cassazione. Non è bastata a livello nazionale né la determinazione dei civatiani, né il sostegno venuto da altre forze della sinistra che hanno collaborato alla raccolta pur non essendo promotrici dell’iniziativa che si è caratterizzata come azione fondativa del gruppo Possibile. Troppo piccolo il gruppo promotore, troppo forte il boicottaggio mediatico, troppa fretta nella proposizione di quesiti che non hanno tenuto conto delle istanze dei movimenti reali esistenti (clamorosa da questo punto di vista l’incapacità mostrata dai promotori di concordare con il movimento della Lip il percorso contro la “Buona scuola” di Renzi). Un’occasione sprecata, ma non del tutto, lo confermano le dichiarazioni di Paolo Sinigaglia che su fb ringrazia attivisti e firmatari e si dice comunque soddisfatto dell’avventura vissuta.
«Come sapete non si va in Cassazione a depositare le firme per i referendum: non abbiamo il risultato pieno, non avremo sul tavolo le nostre proposte all’attenzione del paese ma abbiamo dato prova di una mobilitazione straordinaria, seppur con i nostri limiti e purtroppo in solitudine.
Il primo obiettivo però è raggiunto: abbiamo costruito una rete, siamo stati gli unici là fuori ad esserci, a fare qualcosa di non omologato: a fare politica in poche parole.
Sono particolarmente contento del nostro gruppo che é stato piuttosto affiatato e ha ottenuto un ottimo risultato viste le condizioni pazzesche.
Insomma grazie è la parola da dire in questo momento a tutti: abbiamo piantato un seme per fare in modo che sia #Possibile un’alternativa in questo paese». [Paolo Sinigaglia, da Facebook]
Cos’avevo pronosticato? Un anti-Libeskind 2. Se mi dessero retta una buona volta…