Family night del Pollo Bastardo/ Cirinnà ipocrisia letterale

family-night-pollo-bastardo-pubblico2Serata densa di contenuti al circolo Arci Virginio Bianchi di Cantù, il 4 marzo. Il primo appuntamento delle Family night, organizzate dal collettivo informale Il Pollo Bastardo, ha visto come ospiti Massimo Clara, avvocato dell’osservatorio Vox sui diritti civili e due ragazzi dell’associazione Renzo e Lucio di Lecco e di Insubria lgbt.

Una mostra a cura di Michele Mauri, durante l’aperitivo, ha illustrato agli interessati il ritardo dell’Italia nel legiferare in materia di unioni civili, impedendo così la regolarizzazione di migliaia di situazioni de facto. Il percorso di riconoscimento dei diritti civili nell’Europa occidentale ha inizio già nel 1991 in Danimarca e vedrà nel 2016 solo il “bel paese” senza una regolamentazione né in materia di unioni, né di adozioni. Il governo italiano è  stato condannato, lo scorso 20 luglio, dalla Corte europea dei diritti umani ed è stata proprio questa sentenza a creare il dibattito che ha portato alla legge recentemente approvata dal Senato.

Proprio da qui ha cominciato il discorso Massimo Clara, con una digressione sul lessico utilizzato: parlare di “famiglie” è preferibile a usare il termine famiglia, mentre l’ipocrisia nell’omettere il termine matrimonio da una legge, la Cirinnà, che prevede proprio quello, e la battaglia ideologica sullo stralcio dell’obbligo di fedeltà, finisce per evidenziare il discrimine tra matrimonio e unione civile. Parlando invece di adozioni, l’avvocato ha ricordato come l’idea che due genitori del medesimo sesso non siano in grado di educare un bambino sia ormai anacronistica e come esistano già sentenze che vanno nella direzione della stepchild adoption, per la tutela dei diritti del bambino.

family-night-pollo-bastardo-pubblicoHa preso, poi, la parola Federico di Insubria lgbt: «”Siamo contro i gay perché difendiamo i nostri figli!” Ma da chi?» si è chiesto, criticando uno dei più diffusi luoghi comuni. Gli obiettivi della sua associazione sono tre: la lotta all’omofobia, il supporto alla comunità lgbt e l’informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili. Federico, ricordandoci che «i gay non sono eterofobi», ha lanciato un evento per il 18 giugno: un Gay pride a Varese, il secondo in Lombardia al di fuori di Milano.

Dopo l’intervento intenso e sentito di Federico prende la parola Franco, associazione Renzo e Lucio, che ha ricordato l’importanza della lotta per i diritti di tutti, rompendo gli stereotipi: «Dallo stereotipo nasce il pregiudizio che porta alla segregazione».

La serata si è quindi conclusa con il bal-folk dei Rosacoque, che hanno fatto ballare il pubblico rimasto fino al termine. I numerosi spunti di riflessione lanciati durante il dibattito saranno in parte ripresi il 18 marzo nel secondo appuntamento delle Family night, quando si parlerà delle questioni etiche legate all’estensione dei diritti, sempre al circolo Virginio Bianchi. [Daniele Bordoli per ecoinformazioni] [Foto di Daniele Bordoli, Marta Maggioni]

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