Bene Asf, ma ancora guai Acsm-Agam

aacsmagamwebNelle dichiarazioni preliminari di Celeste Grossi (Paco-Sel) al Consiglio del 28 aprile la positiva risoluzione della trattativa dell’Asf e la denuncia del comportamento Acsm-Agam  per i 34 lavoratori dell’azienda condannati al job act e scelti con criteri non comunicati e discriminatori tanto da colpire un delegato sindacale.

«In questi giorni si concludono due vicende che riguardano lavoratrici e lavoratori del nostro territorio: la trattativa a tutela dei lavoratori di ASF autolinee Srl che a causa delle condizioni di salute non siano più idonei alla guida; la cessione di 34 lavoratrici e lavoratori di ACSM-AGAM a 2iRetegas.

 

Una si è positivamente chiusa ieri, con l’accordo trovato da Organizzazioni Sindacali e RSU con ASF autolinee Srl.

Dal mese di maggio 2015, le Organizzazioni Sindacali e le RSU di ASF autolinee chiedevano alla direzione della società, di sottoscrivere una intesa. Ci è voluto quasi un anno; scioperi che hanno creato disagi alla collettività; delegazioni di lavoratori in Consiglio Comunale (il 14.12.2015); colloqui con Sindaco e assessori interessati; una Mozione approvata dal Consiglio comunale; e soprattutto la determinazione dei lavoratori, solidali con un loro compagno e preoccupati del futuro lavorativo di quanti non potranno sostenere il loro iniziale lavoro presso l’azienda ASF autolinee.

Questo impegno sinergico, che ha visto anche l’Amministrazione comunale, farsi parte attiva ha portato a un soddisfacente conclusione della trattativa.

Abbiamo ricevuto telefonate di ringraziamento da parte Rsu e Organizzazioni sindacali, e la richiesta di estendere in quest’aula i ringraziamenti al sindaco e agli assessori, che nell’interesse della collettività hanno facilitato il raggiungimento dell’accordo riuscendo ad evitare scioperi che avrebbero bloccato il trasporto pubblico nella provincia e nella città di Como, e ai consiglieri e alle consigliere che hanno scelto di stare a fianco dei lavoratori di ASF autolinee.

Accanto a una vicenda che si conclude bene, ce n’è un’altra che arriva a compimento ma non positivamente.

Domani 34 lavoratori del gruppo “Acsm-Agam” di Como, “ceduti” alla società “2i Rete Gas”, aggiudicatrice della gara gas bandita dai Comuni di Como e di San Fermo della Battaglia, firmeranno un nuovo contratto e adranno incontro ad un futuro lavorativo più incerto.

Cambieranno sede di lavoro (alcuni di loro oggi non conoscono ancora la nuova destinazione).

Saranno assunti con le norme previste dal cosiddetto “Jobs Act” (“contratto a tutele crescenti”), perdendo alcune tutele ed in particolare quelle previste all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Passeranno dall’INPDAP all’INPS, dovendo sostenere la ricongiunzione onerosa, assai onerosa!, delle prestazioni previdenziali.

Anche noi abbiamo ricevuto solo poche e non risolutive risposte dai Parlamentari a cui come Consiglio comunale ci siamo rivolti.

Il Presidente del Consiglio il 27 aprile ci ha fatto pervenire la risposta dei deputati Pd, Mauro Guerra e Chiara Braga, e l’interrogazione a risposta scritta depositata il primo marzo dal deputato Franco Bordo di Sel-Sinistra Italiana. Lo ringraziamo, ma non possiamo ritenerci soddisfatti. L’interrogazione di Bordo al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali a quasi due mesi dalla presentazione non ha ancora ricevuto risposta e quanto scrivono Braga e Guerra, a seguito della nostra lettera non ci rasserena. Aver “aperto un canale di confronto con il Governo, sia a livello politico che tecnico, per individuare e condividere una soluzione di carattere normativo”, non tranquillizza né noi, né soprattutto i lavoratori e le lavoratrici che passeranno un primo maggio amaro.

Alle perplessità su come la nostra partecipata ACSM-AGAM ha agito in questa delicata fase, inserendo nell’elenco dei “ceduti” un delegato sindacale, un lavoratore che non avrebbe dovuto esserci, in quanto all’atto dell’avvio della gara, nel 2011, non risultava in forze al gruppo Acsm-Agam, ma lavorava per un’altra società e su un impianto gas che non è quello di Como – come ha illustrato nella sua preliminare del 21 aprile scorso il capogruppo di Paco-Sel Luigi Nessi -, si aggiungono domande che ci inquietano:

  1. Con quali criteri l’elenco è stato redatto?
  2. Perché la società da noi partecipata dal giorno 21 aprile ha lasciato a casa in permesso retribuito parte dei 34 lavoratori e lavoratrici che dal primo maggio saranno “ceduti” alla società 2i Rete Gas?
  3. Forse una parte di quelle 34 persone non sono funzionali all’impianto del gas di Como?
  4. E se invece le 34 persone fossero tutte funzionali all’impianto di Como, nei giorni che intercorrono dal 21 al 30 aprile è garantita la piena gestione e la piena sicurezza dell’impianto del gas cittadino?

Ci risulta che le Organizzazioni sindacali abbiano intenzione di ricorrere al Tar. Forse il Tribunale Amministrativo riuscirà a sanare eventuali discriminazioni.

Certo il modo con cui questa vicenda si conclude ci sembra una grave sconfitta per chi ha a cuore i diritti dei lavoratori e anche per il Comune che non è riuscito a tutelarli. È un brutto segnale che l’Amministrazione non sia riuscita a farsi ascoltare da una società partecipata, come è Acsm-Agam. [Celeste Grossi, Paco-Sel]

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