
Maggioranza scissa
Cresce la fronda contro la Giunta Lucini durante la discussione del Bilancio. Favara si candida alle primarie.
Molti gli interventi nella ripresa della fase di dibattito nelle due sedute di mercoledì e giovedì 11 e 12 maggio a Palazzo Cernezzi, soprattutto, come di consueto dell’opposizione, ma anche parte della maggioranza, con differenti sfumature, ha preso la parola per attaccare l’operato della Giunta.
«L’assessore Frisoni non ha messo in atto il percorso deciso l’anno scorso dal Consiglio comunale – ha attaccato Laura Bordoli, Ncd –, non siamo stati coinvolti nella formazione del Bilancio e anche il Bilancio partecipativo non è stato attuato». «La vendita delle farmacie ha portato a una riduzione delle entrate correnti di 250mila euro» ha aggiunto ricordando il trattamento delle dipendenti, licenziate e poi riassunte dal Comune. «Nel 2015 sono avanzati 33 milioni che non sono stati utilizzati?» ha chiesto Enrico Cenetiempo, Gruppo misto, in attesa della risposta nell’intervento di chiusura della discussione. «Avete sempre parlato de vincoli del Patto di stabilità e quest’anno non c’era, era l’anno jolly – ha incalzato Alessandro Rapinese, Adesso Como – non spendete perché siete degli incapaci». «Ma i dati sulle alienazioni sono attendibili? ha chiesto Diego Peverelli, Lega, ricordando il fallimento del programma di alienazioni. «Per fortuna c’è Fondazione Cariplo che interviene su Villa Olmo se no non ci sarebbe nessuna scelta strategica per la città» ha aggiunto Anna Veronelli, Fi. Sulla ex Ticosa ha preso invece la parola il leghista Giampiero Ajani «e sulla cella 3 quando si vedrà la fine? Sono quattro anni che ci stiamo baloccando». Roberta Marzorati, Per Como, ha ripercorso la genesi del progetto della casa alloggio di via Volta, che ha visto andare deserto il bando per l’assegnazione, esternando la propria tristezza e delusione per il fallimento del progetto con un appello all’abbassamento dei toni e al confronto. Citando il caso dei posteggi per moto in via Rubini Luca Ceruti, M5s, ha ricordato i litigi fra i dirigenti comunali e la mancata attuazione di una partecipazione dei cittadini al bilancio disattendendo «una mozione votata nel 2013 e un successivo ordine del giorno che ha cercato di reintrodurlo».
Ma attacchi sono venuti anche dalla maggioranza per prima Eva Cariboni, Amo la mia città, ha iniziato denunciando la «superficialità e frettolosità programmatica e progettuale» dell’Amministrazione. Il primo di una serie di affondi sui fallimenti come la creazione del Punto unico di cottura. «Sembra si sia concentrati sul mezzo, il progetto, e non sul fine, l’obiettivo» ha aggiunto chiedendo di sentire i cittadini per non farli sentire sudditi. Una stoccata anche sugli interventi in città «dietro i quali si fa veramente fatica a trovare un obiettivo di fondo». Unico punto positivo per la consigliera il tentativo di mantenere la spesa sociale e l’impegno per la ristrutturazione straordinaria delle strutture scolastiche comunali. Vito De Feudis, Pd, ha ammesso «a volte condivido le cose dette dalla minoranza» anche se poi ha citato alcuni interventi attuati dalla maggioranza, per prima l’introduzione delle assemblee di zona. A spada tratta è intervenuto Giacchino Favara, Pd, che, citando Dante, ha esordito rivolto al sindaco dicendogli di aver smarrito la retta via, ha parlato di «errori di gestione» del cantiere delle paratie, ha attaccato sulle scelte, fallite della Giunta: « Le proposi circa un mese fa un patto di fine legislatura, senza la svendita di Acsm o il Punto unico di cottura». Il consigliere democratico si è detto contrario anche al rifacimento delle piazze in città murate «forse non tutte erano da rifare» e sulla ex Ticosa ha aggiunto «si sono spesi 6 milioni di euro senza prospettiva». Una serie di critiche serrate, che non faranno comunque votare contro al documento al consigliere, che terminando il discorso ha rivendicato l’appartenenza al Partito democratico, «sono stato uno dei fondatori», e ha lanciato una sfida a Lucini invitandolo ad un confronto nell’ambito delle primarie per definire il prossimo candidato sindaco per il centrosinistra.
In difesa dell’operato dell’Amministrazione sono intervenuti il capogruppo del Pd Andrea Luppi denunciando l’inizio della campagna elettorale. Un elenco di cose fatte, anche gli asfalti, l’ammissione di «un eccesso di fiducia negli uffici», e una conclusione: «non così tanti sentono così lontani questo sindaco e questa Giunta». «Facciamo un giro per qualche giorno assieme e mi faccia vedere cosa avete fatto e incontrare questi cittadini così favorevoli» la sifa subito lanciata da Veronelli. Mario Forlano, Como civica, ha difeso l’operato del Coordinamento comasco per la Pace elencandone le attività, mentre Andrée Cesareo, Pd, ha stilato un altro elenco di cose fatte. Dal bike sharing agli interventi per la riduzione del traffico «a favore di ciclisti e pedoni», l’approvazione del Pgt e la sua variazione. «Costa molto mantenere il livello dei servizi sociali, ma l’abbiamo fatto» ha aggiunto la consigliera, con cui ha concordato Celeste Grossi, Paco-Sel, «è una scelta politica non cercare il pareggio di bilancio nei servizi a domanda individuale». «Alle persone non frega niente delle beghe interne e dei personalismi» ha concluso con un affondo Cesareo.
A tutti ha replicato l’assessore Frisoni che ha precisato, tre l’altro, come non ci siano effettive disponibilità di bilancio ma soldi accantonati per progetti che non si sono ancora realizzati «sono 8-10milioni in conto capitale ogni anno, quelle opere sono lì ci sono» e si è speso per il coordinamento comasco per la Pace «rispetto chi educa i giovani alla tolleranza, alla diversità, alla convivenza».
Dato il Regolamento la discussione sul Bilancio di previsione 2016 è stato accantonato avendo i consiglieri tempo fino al mezzogiorno del secondo giorno lavorativo per presentare emendamenti e alle 23 è cominciata, non senza qualche problema tecnico la sola presentazione, niente domande di chiarimento, come da accordi dei capigruppo, del Bilancio consuntivo 2015. [Michele Donegana, ecoinformazioni]