
2πr per i diritti dei migranti
Uniti da una circonferenza. Una circonferenza di solidarietà, una circonferenza per i diritti dei migranti, una circonferenza per rendere fertile la memoria delle tante vittime del razzismo e di leggi ingiuste, una circonferenza per Como senza frontiere in piazza della Pace a Como giovedì 14 dalle 10,30 alle 11,30.
Una circonferenza lunga l’intero pianeta e passante per ciascuna delle persone che lo abitano, senza frontiere, per un’umanità unità oltre il vincolo di meridiani e paralleli che spesso certificano la possibilità di vita di uomini, donne, bambine, bambini.
Perché i desaparecidos sono persone non numeri. All’appuntamento di Como senza frontiere hanno aderito in tanti e tante: ciascuno ha contribuito a formare il cerchio della manifestazione con l’immagine di uno dei desaparecidos uccisi da frontiere assassine, nel Mediterraneo, per responsabilità dei governi dell’Europa, del nostro governo e di ciascuno e ciascuna degli indifferenti.
A formare la circonferenza della prima manifestazione della rete lariana per i diritti dei migranti, tanti migranti, molti i ragazzi e le ragazze, le Donne in nero, l’Arci, il vertice della Camera del Lavoro di Como il segretario uscente Alessandro Tarpini e il nuovo segretario Giacomo Licata, tante associazioni, don Giusto Della Valle e la Scuola per stranieri della Parrocchia di Rebbio, L’isola che c’è e la Parada par tucc. Questa volta presente anche la politica con i consiglieri comunali di Como Luigino Nessi e Celeste Grossi, con il capogruppo del Pd Andrea Luppi con esponenti politici del Pd, del Prc e di Sel.
Guarda la galleria delle foto di Andrea Rosso.
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Presto on line su ecoinformazioni altre foto dell’iniziativa.
I testi letti durante la manifestazione.
Buongiorno Como!
Oggi hanno inizio i presidi in piazza della rete antirazzista Como Senza Frontiere. Sull’esempio di Milano, Palermo, Torino e Roma, alcuni singoli e realtà locali comasche si sono riunite per marciare insieme, portando i volti delle tante persone, uomini, donne e purtroppo bambini, morte o disperse nel tentativo di migrare. Questi “nuovi desaparecidos” sono più di 30 mila. 30 mila vite umane! Molti di loro sono affogati nelle acque del Mar Mediterraneo. Le rotte via terra che dall’Africa e dall’Asia portano verso l’Europa sono segnate da migliaia di cadaveri. Ogni giorno sulle coste italiane vengono rinvenuti i corpi delle vittime di questa strage.
L’Unione Europea, grazie all’indifferenza complice dei suoi cittadini, risponde chiudendo le sue frontiere e propone di distruggere i barconi dei trafficanti, attraverso operazioni nelle acque libiche o addirittura in terraferma. Gli stati della civile Europa firmano accordi con regimi dittatoriali quali quello di Erdogan in Turchia, elargendo denaro per fermare i flussi migratori. Le vite delle persone sono barattate come fossero figurine, numeri. Al paese che non ha mai firmato la Convenzione di Ginevra, che arresta i giornalisti, che perseguita i curdi (coloro che lottano sul campo contro l’Isis), si regalano 6 miliardi di euro perché “si tenga i profughi” e un giorno non lontano possa entrare a pieno diritto nella nostra Unione Europea. Gli stessi stati membri non esitano a praticare politiche razziste e disumane. Anzi, sembra si faccia a gara per calpestare la solidarietà e mortificare i diritti umani. In Grecia la tendopoli di Idomenei, dove 10.000 persone hanno vissuto nel fango per mesi alla frontiera con la Macedonia, è stata sgomberata senza prospettare un’alternativa futura. In Macedonia si lanciano gas su uomini, donne, bambini. I confini sono pattugliati da uomini armati per impedire l’accesso dei migranti. Slovenia e Serbia serrano le proprie frontiere. L’Ungheria è blindata dal governo nazionalista di Viktor Orban, accusato di troppa moderazione dal partito di estrema destra Jobbik, unica forza di opposizione del paese. Beceri episodi di razzismo come quello della reporter che sgambettando i profughi in frontiera fece tanto scalpore sui media internazionali, sono all’ordine del giorno. L’Austria manda il proprio esercito al Brennero e si rifiuta di allestire centri d’accoglienza, rimbalzando i propri arrivi in Italia.
Italia che rimpatria 1500 migranti l’anno verso l’Egitto, il paese dove Giulio Regeni è stato torturato e ucciso. Lui come migliaia di ragazzi egiziani che si oppongono al regime dittatoriale.
Italia che, con la creazione degli “hot spot” ed i respingimenti differiti, sbatte letteralmente le persone in mezzo alla strada senza mezzi né informazioni a Pozzallo, Lampedusa, Agrigento. Costrette a identificazioni forzate senza alcuna garanzia – in forza del Regolamento di Dublino – di poter lasciare il paese e proseguire il viaggio verso i paesi di destinazione, dove raggiungere familiari e amici e ricostruirsi una vita. Trattati come pacchi, oggetti da classificare e gestire, riallocare o espellere, indipendentemente dal fatto che siano uomini, donne o bambini/e, dai motivi della migrazione, dalle storie personali, dai rischi e dalle violenze subite, dal proprio progetto di vita, il più possibile dignitosa. L’Italia che “ripudia la guerra”, ma continua a vendere armi in zone di conflitto, alimentando il terrorismo e le stragi che causano le migrazioni. L’Italia delle cooperative che vedono nel fenomeno strutturale delle migrazioni un “affare in cui tuffarsi”, con cui costruire patrimoni e imperi. L’Italia cara ad Amedeo Mancini, il militante di estrema destra che ha ucciso Emmanuel Chidi Namdi, rifugiato politico nigeriano a Fermo, caduto difendendo la moglie dagli insulti razzisti di Mancini. Dal 2000 ad oggi sono oltre 27.000 le VITTIME accertate dell’immigrazione in EuropaOltre a queste si calcola che circa 100.000 persone siano scomparse nelle rotte migratorie da Asia e Africa.
Morte in mare, nel deserto, nelle carceri dei regimi totalitari: i nuovi desaparecidos.
Vogliamo fermare questa barbarie!
Vogliamo ricordare i morti di ieri e di oggi alle nostre frontiere di mare e di terra!
Vogliamo ricordare le famiglie accampate nel fango a Idomeni, spazzate via dalla nostra vista!
Vogliamo ricordare la gente in fuga dalle bombe in Siria consegnate alla Turchia del dittatore Erdogan.
Un’Europa che blinda i suoi confini contro il resto del mondo che essa stessa ha contribuito a gettare nella disperazione è un’Europa senza futuro!
Le vite dei migranti non possono lasciarci indifferenti! La stessa città di Como è partecipe dei flussi migratori da anni e anni. Ultimo, in ordine di tempo, quello dei migranti eritrei, etiopi, somali che nell’ultima settimana sostano nella stazione San Giovanni tentando di raggiungere la Germania attraversando la Svizzera. Circa un centinaio di uomini, donne e una decina di bambini prendono da giorni il treno per Chiasso, e puntualmente sono respinti dalla polizia svizzera. Alcuni di loro hanno imboccato il tunnel della linea ferroviaria a piedi, rischiando la vita. Altri si sono incamminati sull’autostrada.
Non lasciamoli nell’indifferenza! Abbandonare le persone a sé stesse porta solo morte e sofferenza. Come è accaduto al giovane eritreo di 21 anni che è annegato a Lugano nei pressi del fiume Cassarate. Il giovane richiedente asilo ha perso la vita facendo il bagno con un gruppo di amici. Non è riuscito a tornare a galla, vani i soccorsi. Queste tragedie possono essere evitate.
Gli scomparsi
Da qualche parte nell’oscurità illuminata dalla luna
appena prima dell’alba
qualcuno accende una candela
lei passa la mano sulla
foto di un figlio o una figlia
forse un marito
un volto sparito nelle nebbie della guerra
li chiamano
gli scomparsi
questi volti su centinaia di muri
ovunque nel mondo
compaiono in migliaia di manifestazioni
portati per le strade dalle donne
gli uccelli che le sorvolano
riconoscono i solchi scuri
del loro pianto
e uniscono il proprio canto al loro
ascolta
stanno cantando.
Lance Henson