Attivismo sociale per l’accoglienza diffusa

Tutte donne, loro dicono casualmente e invitano anche uomini a partecipare, ma forse le esperienze delle otto persone che hanno dato vita al tavolo di Como dell’associazione Refugees welcome sono tipicamente femminili: attivismo sociale fondato sulle relazioni, sulla capacità di tessere fili anche diversi sciogliendo i nodi che inevitabilmente si formano e puntando ad arrivare al risultato con notevoli capacità organizzative e a farlo collettivamente senza quella tendenza a essere “prime donne” che è in realtà tipicamente maschile.

La sera del 30 marzo le tante persone che hanno affollato la sala dell’Accademia Galli ne hanno ascoltate sette (Micol Zamburlini, Olivia Molteni Piro,Chiara Bedetti, Ilaria Greppi, Mariateresa Carminati, Elisa Frigerio, Tiziana Colasanti, Marica Livio. Alessandra Migliore non ha potuto esserci ma è parte essenziale dell’avventura) ed è stato un “concerto” nel quale i diversi interventi hanno composto un quadro molto chiaro. Le migrazioni e soprattutto la mancanza del riconoscimento di diritti fondamentali per i migranti a causa di norme europee e italiane ingiuste e discriminatorie chiede alla società accoglienza diffusa che possa permettere a tante persone ora criminalmente emarginate di “interagire” arricchendo la loro e la nostra cultura civile (cosa diversa da “integrarsi” che nasconde l’idea dell’obbligo dell’ospite a inserirsi nel quadro di cultura e società dell’autoctono). Le attiviste di Refugees welcome sono state chiare: nessun contributo né pubblico né privato, solo disponibilità di famiglie (di qualunque tipo) a ospitare per alcuni mesi un richiedente asilo o rifugiato che il sistema di “accoglienza” italiano (succube al migrabusiness, inefficiente ingiusto e, con Minniti, anche afflitto da ansie securitarie e liberticide care all’estrema destra) abbandona a se stesso creando tragedie e problemi sociali. L’azione è semplice, ma organizzata in modo professionale e affidabile: le famiglie disponibili si iscrivono all’associazione, l’associazione ne esamina le caratteristiche a avendo i profili dei richiedenti asilo e dei rifugiati del territorio propone l’ospite, permette l’incontro, la conoscenza e, se si avvia la convivenza temporanea, ne cura il buon esito aiutandone lo svolgimento pronta a intervenire se si manifestano problemi. E a Como sulla serietà e affidabilità dell’iniziativa ci mettono la faccia le 8 responsabili: la loro esperienza è affidabilità è una garanzia che si aggiunge a quella dell’associazione che in Italia e in Europa ha già realizzato l’accoglienza domestica di centinaia di rifugiati/ e e richiedenti asilo.

Naturalmente, lo hanno evidenziato anche alcune esperienze raccontate nella serata, il percorso di inclusione sociale non è sempre privo di difficoltà, ma il vantaggio relazionale e la bellezza dell’esperienza vissuta sovrasta ampiamente qualche iniziale difficoltà nel confronto tra culture. Grandi vantaggi umani e culturali per coloro che vorranno attivarsi, ma  – è stato chiarito in modo inequivocabile -all’iniziativa non si aderisce per risolvere propri problemi di solitudine o per avere vantaggio dalla presenza di una persona giovane in casa. Alla fine, dopo il dibattito, don Giusto della Valle ha inviato ad aderire all’iniziativa con urgenza perché sono centinaia nel territorio comasco i rifugiati e richiedenti asilo che sono stati già abbandonati o verranno abbandonati dall”accoglienza” istituzionale e ha ricordato a tutti che si può affrontare il problema anche mettendo a disposizione appartamenti inutilizzati che possono essere dati temporaneamente a migranti. [Gianpaolo Rosso, ecoinformazioni]

Guarda i video degli interventi sul canale di ecoinformazioni. Presto on line il video della serata anche su Altra Como. Guarda la galleria delle foto della serata alla quale ha partecipato anche Severino Proserpio (“l’africano”) fondatore dei Bambini di Ornella attivo a Kelle in Senegal per i diritti. Proserpio è uno dei pochi che davvero, non con slogan razzisti, ha saputo ideare e svolge con successo il compito di “aiutarli a casa loro”.

Già on line sul canale di ecoinformazioni i video di tutti gli altri interventi dell’iniziativa.

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