Teodoro Margherita/ Come credete io possa stare sapendo che Salvini è ministro degli interni?
L’intervento di Teodoro Margherita, strenuo amico con la Civiltà contadina della biodiversità rurale, collaboratore de Il manifesto, scrittore, insegnante, antirazzista, da sempre impegnato a sinistra e ora elettore del M5s. «Equivoci. Io sono un maledetto terrone. Sono salito quassù al nord Italia e, certamente, per sottrazione matematica, ho preso il posto di lavoro di un settentrionale, come, a decine di migliaia, facciamo noi meridionali.
Mi sono pure preso una donna di qui e ci ho fatto un figlio, meticcio, ovviamente.
Questo è il pensiero radicato nel profondo dei leghisti. Non te la perdoneranno mai. Sei un terrone, sei “uno di via” come si usa dire in Vallassina. Quando mi candidai alle elezioni comunali, un caro amico mi disse “Ti possono rispettare ed ammirare, anche, per il tuo lavoro, per l’apporto che rechi alla comunità, sanno che vuoi bene ai loro figli e te ne sono pure grati, ma non ti voteranno.”
So tutto questo. Lo so bene.Presso la base leghista profonda, quella che, negli anni cinquanta affiggeva i cartelli “non si affitta ai meridionali” io non sarò mai accettato, mai.
Come credete io possa stare sapendo che Salvini è ministro degli interni? Sono un militante di sinistra, sono antirazzista.
Ho una collezione di magliette, borsine in cotone, spilline, che indosso e continuerò ad indossare, che gridano il mio essere tutto da un’altra parte. Ho solo affermato che trovo specioso, surrettizio, falso, tutto il cancan sollevato contro questo governo. A Repubblica ed al Corriere non interessa il razzismo o la virata a destra, indubbia, della politica italiana, interessa solamente evitare che siano disturbati gli interessi veri, la politica economica e monetaria, hanno paura per i loro lerci investimenti.
Non gli importa nulla e mai gliene è importato degli immigrati.
Gli fa paura che manomettano la borsa, che spostino l’Italia nelle alleanze internazionali. Chi non capisce questo, è cieco. Non è nemmeno di sinistra. La sinistra pensa e ragiona. Riflette ed analizza. A freddo. Io, in piazza a difendere i mercati, a difendere la Merkel non scendo. A difendere la legge Fornero, che mi incatena al lavoro fino a tarda età,non scendo. Non difendo la Buona Scuola, linguaggio orwelliano: da insegnante: è il mercato nel tempio del sapere, di peggio non si poteva fare. Volevo dire questo. Chi mi conosce non ha frainteso. Gli altri, spero capiscano. Il M5S, non ha preso la maggioranza assoluta, purtroppo, e Di Maio è giovane. Ma un nuovo movimento è sorto.
Senza, avremmo avuto un Fronte Nazionale con Salvini premier al trenta per cento. La sinistra o quel che ne rimane, deve riflettere profondamente. Essere lucida. Io, ci sono. Non mi sottraggo. A chi, in privato o sulle mie pagine mi ha dato del leghista, non replico nemmeno.Sono ragli d’asino. Simpatie grilline? Si, e come non averne? Nel vuoto desolante della politica italiana sono stati una boccata d’aria fresca. Quello che faranno in futuro dipende anche da noi. Abbiamo avuto Bossi-Fini-Berlusconi, ma di cosa avere ancora paura? Già, è che avevamo una Rifondazione all’otto per cento,all’opposizione e combattiva, non l’ho “suicidata” di certo io. Buona domenica». [Teodoro Margherita per ecoinformazioni]
Questo insegnante e scrittore, biocontadino nel cuore, coltiva un orto dove prolifera, inestirpata per non compromettere la sacra biodiversità rurale, la segale cornuta, che non aiuta a pensare e ragionare.