Da Rebbio a Opicina

Oltre 1000 kilometri in 48 ore, il 4 e 5 gennaio, nelle terre del Friuli, aspre, dure e rese più grigie dal tempo di quei due giorni di nebbia e pioggia. Siamo in 19, proveniamo da diversi ambienti (Rebbio, Albate, Gruppo Legami, Commissione Migrantes, Valtellina; con noi anche una suora belga e un prete del Camerun).

Un viaggio verso terre che sono state attraversate da molti avvenimenti: le guerre, l’emigrazione, un terremoto. Terre con gente ricca di tante qualità. I numerosi incontri di questi giorni, infatti, hanno avuto questa analisi finale: accoglienza, ascolto, condivisione.
Tanti incontri, tanti luoghi. Redipuglia con il suo Sacrario, che testimonia la follia della guerra: centomila morti, tanti feriti, tanti civili coinvolti, tante distruzioni, un’intera generazione e un’intera regione distrutta. Perché? Ne valeva la pena?
Sapere che in Friuli c’è Aviano una base militare con tante bombe atomiche, conoscere le difficoltà dei lavoratori della Fincantieri di Monfalcone, dove si conta ormai una notevole percentuale di gente proveniente dal Bangladesh con pochi diritti, sapere di tante persone, per la maggior parte afgane e pakistane, che arrivano continuamente alle frontiere dopo mesi di cammino sulla rotta balcanica per poi cercare di raggiungere altri paesi l’Europa, pone tanti interrogativi a cui a fatica si trovano risposte convincenti.
Lì, a Trieste, sotto la statua della principessa Sissi (quella dei film tutto “zucchero e miele”) tutti i giorni, verso le 16, una coppia di sposi un po’ anziani, Gianandrea e Lorena, accolgono, medicano, aiutano, tra la scarsa attenzione dei triestini e delle loro Istituzioni, la gente che arriva dopo mesi di cammino.

[Cpr di Gradisca d’isonzo]

Vedere il lungo e alto muro grigio del Cpr di Gradisca d’Isonzo dove sono rinchiuse 130 persone straniere in attesa che la loro posizione venga chiarita da norme securitarie, decreti Minniti e Salvini, e che venga loro notificato un documento o un decreto l’espulsione, ti fa pensare alla nostra Costituzione. Come è realizzata? Sono scelte nella sua linea, oppure….
Le riflessioni amare su come si realizzano (direi come non si realizzano) i capitoli della nostra Costituzione, ti portano a considerare però l’impegno di tante persone, che cercano di realizzare, oltre a queste, le scelte evangeliche: Pierluigi Di Piazza che gestisce da anni a Zugliano il Centro di pace dedicato a Ernesto Balducci e che seguendo il Concilio, crea sapere, confronto, apertura “a tutti gli uomini di buona volontà”; accoglienza.
Una bandiera della Pace che si realizza in questa terra!
Cosa che avviene anche a Staranzano, una bottega equosolidale che oltre a proporre articoli del terzo mondo, propone continuamente dibattiti, non tralasciando quello che succede in quei luoghi (lavoro, amianto, povertà).
Conoscere la realtà di quel grande luogo di accoglienza del Nazareno, pieno di persone, in una struttura di un vecchio ospedale: un’accoglienza forse non completa, nonostante lo sforzo e l’impegno della cooperativa che lo gestisce.
Ci sono anche tante cose positive. Parlo del Kulturni Dom di Gorizia che da quarant’anni lavora per scambi pluriculturali tra la comunità slovena e italiana, con ottimi risultati.
Sempre a Gorizia, un’importante lezione civica ricevuta da un collaboratore di Basaglia, sotto il porticato dell’ex-manicomio: tre quarti d’ora di storia e di lezione su come devono essere affrontate le diversità. Storie che hanno portato a realizzare la legge 180, una delle cose più belle e positive della nostra storia repubblicana, la legge che ha abolito i manicomi e che ha dato diritti a tante persone in difficoltà.
L’ultimo appuntamento a Opicina, una collina sopra Trieste, con don Mario Vatta che ha creato la Comunità di San Martino al Campo, dove è ancora impegnato quotidianamente, e dove molte persone in situazioni di fragilità hanno trovato un tetto e un alloggio. Anche in questa realtà abbiamo sperimentato accoglienza, ascolto e condivisione.
Parole che si trovano nel Vangelo e nella nostra Costituzione.
Come realizzarle compiutamente, anche nella nostra Città? Proposte per una continua riflessione. [Luigi Nessi, ecoinformazioni, e gli altri viaggiatori] [Foto Luigi Nessi, ecoinformazioni]

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