Ramadan e diritti

La fine del Ramadan, una festa con tante persone, tanti colori degli abiti femminili, tanti bambini e bambine; una festa di popolo; dopo la preghiera finale, inginocchiati, senza scarpe, i baci e gli abbracci; una festa che fa riflettere sulla popolazione della nostra città.

Ormai gli “stranieri” a Como sono una presenza importante su tutti i piani: culturale, di lavoro, di studio, dell’economia. Una presenza che la futura amministrazione dovrà considerare. Oltre a dare loro spazi per questo mese di preghiera, servono spazi per condividere i tanti altri loro momenti di vita comunitaria. Occorre dare loro la possibilità di esprimere le loro culture, dare loro il diritto di partecipare alla vita della nostra città. Non chiamarli più stranieri, ma cittadini, cittadini comaschi. [Luigi Nessi, ecoinformazioni]

«Quest’anno finalmente, dopo due lunghi anni senza aver potuto praticare le preghiere notturne del Tarawih durante il mese di Ramadhan per via della pandemia, siamo tornati con serenità a poter svolgere le nostre preghiere in questo mese Sacro e non solo, con la normativa vigente, il giorno dell’Eid (la festa di fine Ramadhan) il 2 maggio abbiamo anche potuto rivedere con gioia i volti e i sorrisi dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che pregavano al nostro fianco. Ringraziamo il Comune di Como per averci dato la possibilità di installare la tensostruttura nel bellissimo parco Negretti, così che finalmente si è potuto tornare alla normalità, qualcosa che purtroppo per via della pandemia ricordavamo a stento». [Aci, l’associazione mussulmana organizzatrice della festa di fine Ramadhan]

[Foto Luigi Nessi, ecoinformazioni]

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