La lunga marcia dei diritti/ Chiesto un incontro
Vita indipendente e Comodalbasso chiedono un incontro con Comune di Como e Asf contro la discriminazione sui mezzi pubblici.
«Egregi signori sindaco, assessore ai Trasporti, assessore Servizi sociali, Consulta dell’handicap, all’Asf e dott.ssa Polacchini dopo aver consultato la carta di mobilità dei servizi di Co.Mo. Fun&Bus Scarl e alla luce degli ultimi episodi che hanno riproposto riprovevoli situazioni discriminanti nei confronti di una cittadina con disabilità, riteniamo necessaria un’integrazione delle regole vigenti per colmare la carenza normativa e culturale che riguarda le persone con disabilità – affermano in una lettera i rappresentanti dell’Assemblea comasca per la vita Indipendente delle persone con disabilità e Comodalbasso –. La questione di fondo è la responsabilità del dipendente che assiste la persona disabile nell’atto in cui utilizza il sistema di salita, perché l’esperienza di Eva ha più di una volta prodotto reazioni di rifiuto da parte del personale del bus che non si rendeva disponibile all’assistenza e si limitava ad abbassare la rampa».
«Impedire ad una persona con disabilità l’utilizzo di un mezzo pubblico rappresenta una grave discriminazione ai sensi della Legge 67/2006 art. 2 – ricordano le due associazioni –. La dicitura “con accompagnatore” apposta sulla carta regionale trasporti, va interpretata non come un obbligo a viaggiare insieme ad un accompagnatore (come spesso accade), ma soltanto come un’esenzione dal pagare il titolo di viaggio per quest’ultimo». Inoltre: «Nel momento in cui una persona con disabilità deve usufruire della pedana è necessario che il luogo di approdo sia sicuro e facilmente avvicinabile dall’autista».
«Chiediamo una maggiore tutela e responsabilizzazione per gli autisti al fine che non accada più che si rifiutino di assistere una persona con disabilità nell’atto di salita/ discesa dal mezzo – dichiarano –. Ci sembra che il luogo idoneo per affrontare la complessità del tema sia un tavolo di discussione e lavoro i cui componenti fondamentali devono essere: i rappresentanti dell’azienda, i sindacati, i singoli lavoratori, la consulta dell’handicap e le associazioni delle persone con disabilità».
«Rileviamo l’urgenza di un primo incontro perché gli episodi citati si fanno frequenti – concludono – e, soprattutto, reiterano un disagio non accettabile sia dal punto di vista pratico (impedimento a viaggiare) sia dal punto di vista della sensazione di appartenenza sociale». [md, ecoinformazioni]