Elisabetta Papone

Roma e le sue antiche fotografie in mostra a Ligornetto

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Si chiude domenica 19 giugno la mostra Con la luce di Roma, allestita al Museo Vela di Ligornetto e dedicata a una ampia selezione di antiche fotografie della città eterna raccolte nella collezione di Marco Antonetto di Lugano.

 

L’esposizione riveste più di un motivo di interesse.

Intanto la vasta raccolta di immagini permette uno sguardo “alternativo” sulla straordinaria ricchezza di monumenti e di scorci di Roma; diverso perché precedente molte delle trasformazioni che hanno di fatto “omologato” il nostro approccio alla romanità e diverso perché, evidentemente, determinato da regole assai differenti dalle nostre. La stagione che vede l’affermazione della fotografia (dal 1840 al 1870) è, di fatto, un lungo periodo di ricerca, in cui, anche negli utilizzi più semplici della nuova tecnica (com’è certamente il suo uso a fini vedutistici), si tentano diverse strade, alcune in linea con la tradizione della pittura, altre invece decisamente nuove. È quindi di estremo interesse ricercare, in queste immagini di grande fascino, anche le tracce della sperimentazione artistica e tecnica e, alla fine, dell’affermazione di un modo “turistico” di guardare ai più famosi panorami dei sette colli.

Contemporaneamente le vedute, alcune di incredibile ricchezza di dettagli, permettono anche di verificare alcuni aspetti cui, in genere, si presta poca attenzione: i capolavori dell’antichità classica prima degli interventi novecenteschi di restauro, per esempio, oppure l’inserimento di elementi moderni nel bel mezzo della più antica storia (un solo suggerimento: cercate, se ne avete voglia, il particolare con il ponte moderno sospeso su funi per completare l’antico “ponte rotto”: uno squarcio di contemporaneità nel bel mezzo del pittoresco!).

Non di minor interesse la questione delle tecniche. Infatti, come dovrebbe essere ormai noto, invece che di “fotografia” bisognerebbe parlare, fin dal momento della sua “invenzione”, di “tante fotografie”: tra dagherrotipia (il procedimento di Daguerre) e calotipia (il procedimento di Fox Talbot), per esempio, non c’è quasi nulla in comune, nonostante che esse siano state messe a punto quasi contemporaneamente. Bene: la mostra di Ligornetto è anche l’occasione per verificare dal vivo queste tante differenze tecniche (e la saletta in cui sono messe in evidenza è un piccolo capolavoro di chiarezza).

Una mostra di grande godibilità, quindi, e al tempo stesso di grande profondità.

 

Domenica 19 giugno, alle 10.30, il finissage aggiunge una ciliegina sulla torta: la presentazione di un volume, fresco di stampa, dedicato alla storia della fotografia, questa volta a Genova. Curato da Elisabetta Papone e Sergio Rebora, il volume contribuisce in un modo ulteriormente diversificato alla conoscenza dell’origine e dell’affermazione della fotografia, approfondendo le vicende biografiche e professionali delle tante, tantissime persone che a Genova scelsero di Vivere d’immagini (come recita il titolo del volume). [Fabio Cani, ecoinformazioni]

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Il catalogo della mostra

 

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James Anderson, Veduta del Tevere con Castel Sant’Angelo, una delle immagini in mostra.