Il consiglio comunale di giovedì 3 aprile 2008

Surrogato il dimissionario Giuseppe Santangelo con Pierangelo Gervasoni è iniziato il dibattito sul bilancio nel consiglio comunale di giovedì 3 aprile. Al centro del dibattito asili nido e adeguamenti tariffari sui servizi a domanda individuale.

Il primo atto del consiglio comunale di giovedì 3 aprile è stato la surroga del consigliere Giuseppe Santangelo, Udc, da parte di Pierangelo Gervasoni che ha subito dichiarato di aderire al Gruppo misto, pur restando nella maggioranza con cui ha condiviso e continua a condividere il programma. È stato anche superato il problema della sua incompatibilità, con la carica di consigliere d’amministrazione Spt, data la sua dichiarazione di avere già presentato le proprie dimissioni dall’organo dirigenziale della società di trasporti comasca.
Si è così discusso il bilancio, che viene approvato attraverso differenti delibere, di cui deve anche essere votata l’eseguibilità. È proprio sull’eseguibilità della prima delibera approvata si è arenato il consiglio. Visto il rarefarsi di presenze nei banchi della maggioranza, la minoranza in consiglio comunale ha protestato per la scarsa attenzione da parte di chi governa la città in un momento cruciale come quello del bilancio cittadino. Il presidente del consiglio ha così richiamato all’ordine i consiglieri comunali di maggioranza ricordando che «quando si vota si prega di rimanere in aula» e riconoscendo che «le minoranze hanno garantito più volte il numero legale, la maggioranza stia attenta per costruire una discussione costruttiva sul bilancio».
Sulla delibera riguardante il bilancio di previsione Donato Supino, Prc, ha posto in primo piano il problema della casa e degli alloggi popolari, oltre che la definizione di una priorità degli interventi comunali che rischiano altrimenti di essere posticipati di anno in anno una volta finiti i fondi. Per il consigliere di Rifondazione i soldi ricavati dalla vendita della Ticosa devono essere destinati «in buona parte alla questione abitativa, ai giovani ed agli anziani».
Proprio le entrate provenienti dalla vendita dell’area della ex Tintoria comense sono state al centro del discorso di Bruno Magatti, Paco, per cui «nessuno sa se questi fondi potranno essere acquisiti quest’anno. A parole sarebbero dovuti entrare nelle casse comunali già l’anno scorso. Inoltre i 14 milioni e mezzo fanno riferimento ad un contratto di due anni fa, una cifra che viene erosa dall’inflazione perdendo di valore continuamente». «Il bilancio regge solo grazie alla vendita di parte del territorio» ha aggiunto il consigliere di Paco, che ha rincarato la dose ricordando come i servizi a domanda individuale vedranno una crescita delle tariffe del 10 per cento. I livelli di copertura dei costi per questi servizi sono del 46 per cento, un dato che crolla al 7 per cento per gli impianti sportivi: «Una contraddizione evidente quando si approva la costruzione del nuovo villaggio dello sport e tenendo presente che le strutture vengono date in gestione a società che hanno i loro interessi economici» ha aggiunto Magatti che ha concluso facendo una battuta «Speriamo in Sant’Expo 2015!».
Il consigliere Pd Marcello Iantorno si è invece detto amareggiato da «un aspetto di mercanteggiamento non da poco» sul bilancio, per cui «siamo costretti a patire per cercare di ottenere piccole concessioni». Ha poi riportato l’attenzione sul problema degli adeguamenti tariffari per i servizi a domanda individuale che vedranno un «aumento dell’uno per cento al mese». Un argomento questo che ha destato l’interesse anche di altri consiglieri. Carlo Ghiri, Gruppo misto, ha spiegato nord, sull’argomento ha voluto esplicitare che le tariffe vanno adeguate anche perché «non esiste una città in Lombardia in come le fasce più deboli negli asili nido siano in maggioranza rappresentate da cittadini extracomunitari «sono stati fatti degli errori nel permettere l’immigrazione di persone non in grado di mantenersi». Emanuele Lionetti, capogruppo Lega cui vi siano tariffe da 9 euro». Per Pasquale Buono, Fi, «l’aumento delle tariffe dobbiamo farlo, dato che non sono state aumentate dal 2003». Per Dario Valli, Area 2010, invece il costo di 5 mila euro l’anno per i circa 500 bambini deve far riflettere sulle priorità comunali «è civicamente giusto privilegiare questo settore, quando invece tanti anziani hanno bisogno di assistenza?». Ha concluso la serata Franco Fragolino, Pd, per cui il sistema tariffario va rivisto in un’ottica di ridefinizione complessiva delle tariffe dato che «il sistema è supportato e sopportato da circa 180 famiglie della fascia media e c’è ancora chi paga in base all’Irpef e non all’Isee». Le risposte dell’assessore Alessandro Colombo e il dibattito riprenderanno martedì 8 aprile. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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