La mobilità urbana nel secondo appuntamento con Municipi sostenibili

Si è svolto a Villa Gallia sabato 10 maggio il secondo incontro del progetto dedicato agli amministratori pubblici Municipi sostenibili, organizzato dal Coordinamento Comasco per la pace, l’Isola che c’è e Centro servizi per il volontariato sul tema della mobilità.

I cinque ospiti sono stati presentati dal vicesindaco di Bulgarograsso Ferruccio Cotta che ha subito lasciato la parola al primo relatore.
Alberto Bracchi, architetto della Città possibile, ha introdotto il tema della mobilità facendo notare come oggi le auto assedino spazi che dovrebbero essere usati dalle persone, e come questo porti a compromettere la possibilità di muoversi soprattutto dei cittadini più deboli.
L’aumento spropositato del numero e dell’uso delle automobili private ha portato a una diminuzione dell’attività fisica, ad un inquinamento urbano che crea 3.500 morti l’anno e a 224.500 incidenti, la maggior parte su strade urbane, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La promozione della mobilità dolce risulta essere una necessità realizzabile attraverso l’integrazione con un sistema di trasporto pubblico, l’utilizzo della bicicletta, il car sharing o pooling e una ripianificazione del traffico in maniera intelligente, sull’esempio del progetto di Olgiate Comasco, analizzato dalla Città possibile, con la riqualifica di strade inefficienti e pericolose, distribuzione studiata dei parcheggi per offrire al cittadino reali servizi e maggior benessere.
La parola è passata a Emanuela Donetti, geografa, che ha mostrato come una città possa offrire nel quotidiano ottimi servizi integrati di trasporto pubblico come valida alternativa alla macchina se solo l’amministrazione comunale ci crede e se lo prefigge. La città di Parma, infatti, sfrutta un complesso sistema di iterazione di mezzi pubblici a basso impatto ambientale, la diffusione di Zone a traffico limitato nelle cui adiacenze si possono trovare parcheggi scambiatori dove lasciare le auto e un servizio di bike sharing e molte altre alternative comode all’auto.
Il relatore successivo Damiano Rossi, ingegnere della Polinomia, ha delineato i problemi legati ai mezzi che controllano il traffico, in particolare quelli dei semafori a rilevazione di effrazione semaforica o T-red, attuale oggetto di discussioni sulla loro necessità e liceità.
Il relatore ha chiarito come il posizionamento di questi strumenti debba essere preceduto da un’attenta analisi del traffico veicolare, per capirne l’effettiva necessità che si traduce con un’analisi da effettuare a posteriori della diminuzione degli incidenti stradali su quel tratto di strada. Se così non fosse lo strumento si può rivelare inutile se non pericoloso.
Anna Trentini, ingegnere ambientale, ha riportato l’esempio di La Rochelle in Francia, area su cui lei sta lavorando nell’ambito del progetto europeo Success, sulla mobilità sostenibile. Anche questa provincia virtuosa ha un sistema integrato di bike sharing, nato negli anni Settanta,rivolto alla popolazione, non solo ai turisti, in modo da decongestionare sia il centro che le zone residenziali e commerciali, e di car sharing, composto da auto elettriche, che permette ai cittadini di muoversi e di vivere senza soffocare la città.
A Como questo sistema non è assolutamente previsto in larga scala, nonostante l’esistenza di due autosilo.
Ritornando in Italia, Fulvio Castelli, assessore all’ecologia e all’ambiente, ha illustrato l’esperienza del comune di Carimate, mostrando attraverso immagini l’opera di riqualificazione viabilistica e la creazione di piste pedonali e ciclabili, veri e propri percorsi nel verde che nel corso degli anni si sono creati collegando i comuni limitrofi, cercando di diminuire e rallentare il traffico e promovendo l’archittetura urbana, utile per la sicurezza del cittadino. [Nicoletta Nolfi, ecoinformazioni]

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