Presidio sindacale all’ingresso dell’ospedale Valduce per il mancato rinnovo contrattuale per la sanità privata

Venerdì 13 giugno di fronte all’ingresso dell’ospedale Valduce si è tenuto un presidio indetto dalle Rsu dei lavoratori del campo della sanità privata per dar voce alla protesta contro il mancato rinnovo del contratto da ben due anni e mezzo.
Sono tredici i contratti di lavoro esistenti in Italia con gli enti privati, i dipendenti di questi e le loro rappresentanze sindacali chiedono una loro unificazione e un collegamento al contratto pubblico.
Le associazioni datoriali (Aris, Aiop, e Fondazione don Gnocchi) rifiutano di sedersi a contrattare. Il pericolo – espresso da Fiorella Merlini della Fp Cgil – è che il contratto venga trasformato da nazionale a regionale, questa mutazione potrebbe trasmettersi su tutti gli altri settori lavorativi che vedrebbero diminuire il loro potere contrattuale.
Intanto infermieri, operatori socio sanitari, fisioterapisti, tecnici sanitari, amministrativi e dirigenti continuano a garantire professionalmente i servizi sanitari ai cittadini nonostante la crisi contrattuale. Soprattutto gli asa (ausiliari socio-assistenziali), che svolgono le mansioni di base all’interno delle strutture assistenziali, sono i più a rischio e i meno considerati. Cresce sempre di più la competizione con i lavoratori provenienti dall’estero e molti guardano alla Svizzera come possibile “terra promessa” dove poter recepire un salario adeguato.
Il Valduce, il secondo ospedale della provincia, è destinato con lo spostamento del Sant’Anna a diventare la maggiore struttura ospedaliera comasca e sicuramente la più importante nella città di Como. Sono ben quattrocento gli infermieri dipendenti all’interno dell’azienda privata, ma solo una decina quelli fuori dall’ingresso a manifestare il proprio dissenso. [Francesco Vanotti, ecoinformazioni]

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