Ferriere a rischio
Ferriere di Dongo «a rischio dismissione» per il Prc comasco e regionale che chiede l’istituzione di un tavolo istituzionale.
Osvaldo Squassina, consigliere regionale, e Renato Tettamanti, consigliere provinciale comasco di Rifondazione comunista hanno espresso la propria preoccupazione dopo l’incontro in Commissione regionale attività produttive fra la proprietà, Gruppo Castiglioni, e le organizzazioni sindacali sulla situazione delle Ferriere di Dongo.
Per i rappresentanti del Prc «la proprietà, nel momento stesso in cui afferma di voler rispettare il Piano industriale di rilancio sottoscritto con le organizzazioni sindacali, non spiega né come intenda farlo, né come intenda garantire il rientro dei lavoratori cassintegrati» inoltre «la proprietà, in modo arrogante, si rifiuta di illustrare alla Commissione la situazione finanziaria del gruppo, non dimostrando quindi in alcun modo di essere in grado di sostenere effettivamente il rilancio. E non dà neppure conto del mancato pagamento dei contributi Inps, su cui da tempo si è chiesta spiegazione».
Una dura presa di posizione anche in relazione al ricorso alla cassa integrazione per 150 operai nel settore ghisa e 166 nel settore alluminio. L’accusa degli esponenti del Prc è di «dismettere l’attività un pezzo per volta (già il settore ghisa non esiste praticamente più e ora si riduce anche il settore alluminio)». «Il Comune di Dongo sta modificando la destinazione d’uso dell’area su cui sorge la fabbrica – hanno aggiunto Squassina e Tettamanti – (sul lago, da industriale a residenziale e, a monte, da industriale ad artigianale), viene il sospetto che si voglia dismettere l’attività produttiva (fra l’altro storica se si pensa che le ferriere sono nate nei primi del ‘900) magari per implementare attività “creative” e scarsamente utili (come per esempio centrali a biomasse per la produzione energetica!) che sarebbero solo un costo per la collettività a partire dalla bonifica dell’area».
La proposta dei due consiglieri è quindi quella di un «Tavolo istituzionale attraverso cui evitare la dismissione dell’attività produttiva».