L’orizzonte della sinistra lariana
Duecentocinquanta presenze complessive al forum Nel cuore della sinistra organizzato dall’Associazione per la sinistra alla Cascina Massée il 10, 11 e 12 luglio.
Le salamelle, come nella tradizione delle feste, ci sono state. Ma, contrariamente all’oleografia di tante stanche rappresentazioni nostalgiche di sé offerte dalla sinistra lariana negli ultimi anni, esse non sono state il clou, piuttosto il contorno di una tre giorni che è sembrata più simile ad un forum sociale nello stile del movimento altermondialista che ad una rituale festa di partito. E d’altra parte già in apertura Giuseppe Calzati aveva chiarito che l’Associazione per la sinistra non è un partito, non diventerà un partito, ma vuole creare le condizioni perché un partito della sinistra unita e plurale esista.
La tre giorni si è concentrata con relazioni e partecipati dibattiti nel definire l’orizzonte in cui tale costruzione potrebbe essere possibile, il contesto ideale e delle idee politiche che possono costituire, superata la fase delle oligarchie contrapposte di partitini autocentranti, i territori nei quali la storia, il presente ed il futuro della sinistra potrà avere un senso. Significativo è che agli interventi brevissimi (una vera innovazione) a nome degli organizzatori di Calzati e Nicoletta Pirotta, introdotti dal saluto di Luigino Nessi, sia seguita la relazione di Thierno Gaye sul tema dei diritti dei migranti visti come diritti di tutti o di nessuno.
A chiudere la prima serata, in piena correlazione con gli interventi, è stato il gruppo teatrale Ibuka amizero con il toccante spettacolo Sogni clandestini, dedicato alle tragedie delle migrazioni.
Al mattino di sabato i lavori si sono concentrati sul tema della precarietà del lavoro e la crisi economica con una tavola rotonda introdotta da Ivan Lembo e coordinata da Danilo Lillia dell’Arci a cui hanno partecipato Osvaldo Squassina e Cristina Tajani. Nel pomeriggio il forum ha presentato il dibattito Semi di giustizia nel quale l’intervento di Lisa Clark e quelli di Stefano Frisoli, Luca Rassu, Marco Servettini e Giuseppe Leoni, coordinati da Massimo Patrignani, hanno permesso di intravedere la possibilità che le nicchie di resistenza presenti in vari settori della società diventino attori consapevoli della trasformazione politica necessaria e urgente per contrastare l’economia dominante, l’ingiustizia planetaria e la crisi biofisica del pianeta.
Dopo le salamelle di ordinanza, la serata si è conclusa con l’intervento musicale delle Sorelle Manetta.
Nell’ultima giornata, domenica 12 luglio, si è trattato di Democrazia e Costituzione con una intervista video a Gustavo Zagrebelski a cui sono seguite le relazioni di Licia Badesi e Grazia Villa coordinate da Gianfranco Giudice.
Poi tutti a pranzo insieme all’Unione circoli cooperativi di Albate dove la sinistra c’è dal 1901 un esempio per chi fa politica ora.
L’intero forum della sinistra comasca può essere seguito sul sito http://www.altracomo.it.

Le salamelle, come nella tradizione delle feste, ci sono state. Ma, contrariamente all’oleografia di tante stanche rappresentazioni nostalgiche di sé offerte dalla sinistra lariana negli ultimi anni, esse non sono state il clou, piuttosto il contorno di una tre giorni che è sembrata più simile ad un forum sociale nello stile del movimento altermondialista che ad una rituale festa di partito. E d’altra parte già in apertura Giuseppe Calzati aveva chiarito che l’Associazione per la sinistra non è un partito, non diventerà un partito, ma vuole creare le condizioni perché un partito della sinistra unita e plurale esista.
La tre giorni si è concentrata con relazioni e partecipati dibattiti nel definire l’orizzonte in cui tale costruzione potrebbe essere possibile, il contesto ideale e delle idee politiche che possono costituire, superata la fase delle oligarchie contrapposte di partitini autocentranti, i territori nei quali la storia, il presente ed il futuro della sinistra potrà avere un senso. Significativo è che agli interventi brevissimi (una vera innovazione) a nome degli organizzatori di Calzati e Nicoletta Pirotta, introdotti dal saluto di Luigino Nessi, sia seguita la relazione di Thierno Gaye sul tema dei diritti dei migranti visti come diritti di tutti o di nessuno.
A chiudere la prima serata, in piena correlazione con gli interventi, è stato il gruppo teatrale Ibuka amizero con il toccante spettacolo Sogni clandestini, dedicato alle tragedie delle migrazioni.
Al mattino di sabato i lavori si sono concentrati sul tema della precarietà del lavoro e la crisi economica con una tavola rotonda introdotta da Ivan Lembo e coordinata da Danilo Lillia dell’Arci a cui hanno partecipato Osvaldo Squassina e Cristina Tajani. Nel pomeriggio il forum ha presentato il dibattito Semi di giustizia nel quale l’intervento di Lisa Clark e quelli di Stefano Frisoli, Luca Rassu, Marco Servettini e Giuseppe Leoni, coordinati da Massimo Patrignani, hanno permesso di intravedere la possibilità che le nicchie di resistenza presenti in vari settori della società diventino attori consapevoli della trasformazione politica necessaria e urgente per contrastare l’economia dominante, l’ingiustizia planetaria e la crisi biofisica del pianeta.
Dopo le salamelle di ordinanza, la serata si è conclusa con l’intervento musicale delle Sorelle Manetta.
Nell’ultima giornata, domenica 12 luglio, si è trattato di Democrazia e Costituzione con una intervista video a Gustavo Zagrebelski a cui sono seguite le relazioni di Licia Badesi e Grazia Villa coordinate da Gianfranco Giudice.
Poi tutti a pranzo insieme all’Unione circoli cooperativi di Albate dove la sinistra c’è dal 1901 un esempio per chi fa politica ora.
L’intero forum della sinistra comasca può essere seguito sul sito http://www.altracomo.it.